Cermec risponde ai comitati: ecco come funzionerà il biodigestore anaerobico di Massa

Da 60mila tonnellate di rifiuti organici, raccolti in modo differenziato sul territorio locale dell’Ato costa, si ricaveranno ogni anno oltre 4,7 mln Nmc di biometano e 25mila ton di compost

[17 Febbraio 2023]

Cermec, la società interamente partecipata dai Comuni di Massa e Carrara dedita all’economia circolare, ha fornito alle associazioni riunite nel coordinamento dei comitati locali le proprie risposte ai numerosi quesiti contenuti nella loro richiesta di approfondimento in merito al futuro impianto di digestione anaerobica.

Cermec sta infatti portando avanti un piano industriale di revamping che ne cambierà completamente il volto: se ad oggi l’attività è incentrata prevalentemente sulla gestione tramite Tmb dei rifiuti indifferenziati, presto il polo industriale sarà incentrato attorno a un biodigestore anaerobico, ovvero un impianto in grado di ricavare nuova materia (compost) ed energia (biometano) dai rifiuti organici raccolti in modo differenziato.

Tutta la documentazione elaborata per questa articolata progettualità – all’interno della quale sono intervenuti, in Conferenza dei servizi, diversi enti di controllo come Asl, Arpat, Genio civile, etc – oltre ad essere presente sulle pagine della Regione, è stata adesso resa disponibile anche sul sito Cermec.

«La società – ricorda Cermec – ricevuto il progetto dai professionisti (incaricati a seguito di gara europea) aveva depositato la richiesta di avvio del Paur (Procedimento autorizzativo unico regionale, che avrebbe compreso anche la Via) ma è stata la Regione Toscana a ritenere necessaria la preventiva valutazione di assoggettabilità a Via, Valutazione di impatto ambientale, arrivando a concludere che non fosse necessaria».

Il progetto del biodigestore è stato poi candidato a ricevere finanziamenti Pnrr, piazzandosi meritoriamente in 24esima posizione all’interno della relativa graduatoria nazionale; non per questioni di merito, ma per mancanza di risorse, il progetto non è stato però finanziato dal Pnrr.

Verrà comunque realizzato, data l’importanza del progetto per la gestione dei rifiuti generati giornalmente dai cittadini dell’Ato Toscana costa, nel quale Cermec è inserito: quello di Massa sarà  infatti «un impianto funzionale a soddisfare il fabbisogno di trattamento di Forsu e verde prodotti nel territorio dell’Ato stesso», come sottolineano da Cermec.

Più nel dettaglio, l’impianto integrerà due tecnologie (anaerobica e aerobica, in sequenza produttiva) e «sarà alimentato unicamente da matrici biodegradabili dei rifiuti urbani, principalmente da cucine e mense, codice EER 200208 e da manutenzioni di parchi è giardini, codice EER 200108 (rispettivamente identificati anche coi nomi comuni di “Forsu” e di “verde-sfalci e potature”, oltre ad altre matrici assimilabili e in ogni caso ammesse alla produzione di ammendante compostato misto Acm). Tecnicamente l’impianto è correttamente inquadrabile quale impianto di recupero (R) sia della componente energetica (nella prima fase anaerobica) sia di materia (nella fase successiva e finale di end of waste, di digestione aerobica e quindi di compostaggio). In tale seconda sezione, senza previo trattamento nella sezione anaerobica, sarà realizzato anche un modulo per il trattamento dei fanghi da depurazione civile, derivanti dai depuratori dei reflui urbani, per la produzione di Acf, ammendante compostato da fanghi».

Dalla raccolta differenziata dei Comuni dell’Ato costa arrivano ad oggi oltre 118mila ton di rifiuti organici: circa la metà – per un massimo di 60mila t/a – dunque «dovrà essere conferita» nel biodigestore Cermec. Da questi rifiuti, l’impianto sarà in grado di recuperare energia rinnovabile (4.757.080,32 Nmc/anno di biometano, senza previsione di accumuli ma con immissione diretta in rete) e 25.655,51 ton/anno di compost di qualità, minimizzando al contempo le ricadute ambientali negative.

«Come confermato dall’istruttoria della Regione Toscana, che ha escluso di dover assoggettare il progetto a Via, il progetto – evidenziano nel merito da Cermec – ha previsto l’adozione di tutte le Bat (best available techniques) disponibili volte al contenimento, prima, e all’abbattimento, poi, delle molecole responsabili delle emissioni odorigene, principalmente basate su sistemi di tenuta in depressione, aspirazione forzata e invio della arie esauste ad un biofiltro».

Queste le principali evidenze emerse dalle informazioni sul progetto, condivise con le autorità competenti e ora anche coi comitati locali: in ogni caso, da Cermec fanno sapere che «la società resta aperta al confronto, anche diretto e personale, con i rappresentati dei comitati o di qualsiasi altro portatore di interessi diffusi che abbia l’intenzione di conoscere meglio e meglio comprendere la realtà del progetto».