Perché l’inquinamento atmosferico è tornato a soffocare la Pianura Padana

Le principali fonti d’emissione sono rappresentate da traffico veicolare, agricoltura e allevamenti intensivi, climatizzazione degli edifici

[19 Febbraio 2024]

Da settimane l’inquinamento atmosferico è tornato a livelli record in Pianura Padana, e mentre scriviamo Milano risulta la seconda peggiore città del mondo in termini di qualità dell’aria.

Secondo la classifica aggiornata in tempo reale dalla piattaforma svizzera IqAir – la più vasta di questo tipo a livello internazionale, con collaborazioni che spaziano dall’Unep e Greenpeace –, a fare peggio è solo la megalopoli cinese di Chengdu.

Ma per la Pianura Padana non è una novità. Come spiega l’Agenzia spaziale europea (Esa), alla massiva emissione di inquinanti si sommano le caratteristiche geografiche dell’area, circondata dalle Alpi al nord e dagli Appennini al sud; un contesto dove si crea spesso un microclima che contribuisce a intrappolare gli inquinanti atmosferici.

Capita in particolar modo durante le fasi d’inversione termica, ovvero quando l’alta pressione atmosferica schiaccia a terra l’aria fredda, accumulando le concentrazioni di particolato fine e grossolano (PM2.5 e PM10).

Il PM10 impatta in primis sulla salute respiratoria, mentre il PM2.5 pone rischi per la salute entrando nel flusso sanguigno attraverso i polmoni, causando malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e allergie.

Le principali fonti d’emissione, in Pianura Padana, sono rappresentate dal traffico veicolare insieme all’agricoltura e agli allevamenti intensivi, oltre alla climatizzazione degli edifici.

Non a caso le Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte stanno riproponendo in questi giorni misure emergenziali contro lo smog (la Lombardia ha annunciato oggi interventi in merito), che spaziano dallo stop ai caminetti a quello degli spandimenti di liquami, fino al fermo dei veicoli più inquinanti.

In particolare, l’Esa sottolinea che a gennaio «ci sono stati più casi» in cui la soglia critica del Pm10 (con concentrazioni superiori a 50 μg/mc) è stata superata, un trend che prosegue nel mese in corso: la Pianura Padana «supera regolarmente le sue concentrazioni medie annuali di particolato fine, come riportato dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea). Ciò solleva notevoli preoccupazioni per la salute ambientale».

Proprio i dati Eea affibbiano all’Italia il record europeo di morti premature dovute all’inquinamento atmosferico, con ben 46.800 decessi all’anno da PM2.5, altri 11.300 da NO2 e 5,100 da O3.

Il contributo della Pianura Padana a questi decessi è molto elevato, ma non è certo l’unica regione d’Italia a mostrare criticità croniche sotto il profilo della qualità dell’aria; Legambiente ha preso a riferimento i target proposti per la nuova direttiva europea in merito, da raggiungere entro il 2030, mostrando come ad oggi il 50% delle città italiane risulterebbe fuorilegge per l’NO2, il 69% per il Pm10 e l’84% per il Pm2.5.

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