La grande ferrovia del Kenya sta causando danni ambientali

Il progetto finanziato dalla Cina rischia di creare più problemi che vantaggi

[3 Agosto 2021]

Dal 2014, il Kenya sta costruendo la Standard Gauge Railway (SGR). una linea ferroviaria passeggeri e merci che collegherà il porto costiero di Mombasa a Malaba,  una cittadina al confine con l’Uganda, e con altre ferrovie che si stanno costruendo nell’Africa orientale. Si tratta di uno dei maggiori investimenti infrastrutturali nella storia del Kenya per un costo stimato di 3,8 miliardi di dollari, il 90% costituito da un prestito  della Export-Import Bank of China (Exim) e il 10% ce lo mette il governo del Kenya.

Su The Conversation, Tobias Nyumba, borsista di ricerca post-dottorato all’università di Nairobi, spiega che «Sebbene l’area territoriale interessata dalla ferrovia stessa sia piccola, parti di essa sono sollevate e attraversano un’ampia gamma di ecosistemi ecologicamente fragili e importanti del Paese. Ad esempio, la ferrovia attraversa la Tsavo Conservation Area (che sostiene circa il 40% della popolazione di elefanti del Kenya) e il Nairobi National Park. Attraversa anche territori del sud del Kenya dove vivono le comunità pastorali e che sono vulnerabili agli impatti del clima e ai cambiamenti nell’utilizzo del suolo».

Nyumba è il principale autore dello studio “Assessing the ecological impacts of transportation infrastructure development: A reconnaissance study of the Standard Gauge Railway in Kenya”, pubblicato su Plos One da un team di ricercatori delle università di Nairobi e di York e dell’African Conservation Centre che ha cercato di capire quali siano gli impatti che la ferrovia stava avendo sull’ambiente e sottolinea che «La costruzione della ferrovia si svolge in tre fasi. Le prime due fasi (ora completate) coprono 610 km. La terza fase è ancora in costruzione. Il nostro studio si è concentrato lungo l’intero tratto delle prime due fasi, coprendo 8 contee da Mombasa a Narok.

Il progetto coinvolge molti stakeholders , compresi enti governativi come la National Environment Management Authority e il Kenya Wildlife Service, comunità locali, organizzazioni della società civile e il settore privato. Lo studio ha utilizzato anche interviste di gruppo e incontri con 54 informatori chiave di tutti questi settori.

Nyumba dice che grazie a questo lavoro, «Abbiamo scoperto che la costruzione e il funzionamento delle ferrovie hanno degradato, frammentato e distrutto ecosistemi chiave. Ha aumentato l’erosione del suolo, il degrado del suolo, le inondazioni e la distruzione dell’habitat. Ha anche colpito i corpi idrici e gli spostamenti della fauna selvatica».

Per realizzare la ferrovia sono state condotte valutazioni di impatto ambientale basate su standard internazionali, ma i ricercatori denunciano che «I rapporti finali, che includevano raccomandazioni, sono stati scritti per facilitare la concessione di licenze da parte della National Environment Management Authority, l’autorità di regolamentazione governativa. Tuttavia, è emerso chiaramente che le raccomandazioni non sono state pienamente attuate. Diversi osservatori hanno identificato la mancanza di finanziamenti, capacità tecnica e interferenza politica come alcuni degli ostacoli. I proponenti del progetto devono sviluppare misure che mitighino adeguatamente le principali sfide per l’ecosistema e ne garantiscano l’applicazione».

I partecipanti allo studio del team kenyano/britannico hanno detto che, durante la sua costruzione e poi con il suo funzionamento, la linea la linea ferroviaria ha avuto un impatto sulla contaminazione del suolo, dell’acqua e dell’aria.

Su The Conversation Nyumba sottolinea che «Durante la costruzione, il terreno è stato compattato e scavato. E’ stato anche spostato da un luogo all’altro per erigere argini. Questo ha molti effetti sull’ambiente. Ad esempio, i funzionari della Community Forest Association hanno osservato che (intorno alle foreste di mangrovie costiere a Mombasa) i sedimenti, erosi dagli argini ferroviari, hanno danneggiato i corsi d’acqua e le piante».  E hanno detto che  la ferrovia «Non solo ha influenzato lo sviluppo e l’autogerminazione dei semi di mangrovie, ma ha anche bloccato i corsi d’acqua e ha ridotto le dimensioni della loro portata».

Un altro problema è stato quello della costruzione di sottopassaggi per consentire gli spostamenti sotto la ferrovia rialzata. Ma Nyumba fa notare che «Questi sottopassaggi reindirizzavano le acque superficiali e le precipitazioni. Gli intervistati della contea di Narok hanno osservato che questo ha portato all’erosione, portando all’insabbiamento delle fonti d’acqua, tra cui il lago Magadi, un lago salino e alcalino unico, circondato dalla fauna selvatica e una delle principali fonti di trona, un composto di carbonato di sodio che viene trasformato in carbonato di sodio o bicarbonato di sodio».

Un altro forte impatto è stato quello degli esplosivi utilizzati per estrarre materiale da costruzione. Le comunità intorno a Nairobi denunciano tremori e crepe negli edifici.

Poi ci sono le inondazioni: per evitare di “tagliare” la linea ferroviaria, i costruttori hanno deviato i corsi naturali di acque superficiali come i torrenti in  sottopassi «Ma questo  – evidenzia ancora Nyumba – ha portato ad un aumento del volume e della velocità del flusso d’acqua che ha causato inondazioni ed erosione del suolo. Questo è stato aggravato dall’abbattimento della vegetazione circostante, che di solito rallentava l’acqua».

Gli amministratori delle contee dove passa la ferrovia dicono che l’acqua piovana ha inondato diverse fattorie durante le forti piogge. Inoltre, il limo della costruzione ha portato al blocco o al prosciugamento dei fiumi, in particolare dei fiumi Empakashe e Mbagathi intorno a Nairobi. «La maggior parte delle comunità in queste aree si affida ai fiumi per il consumo domestico, per abbeverare il bestiame e per l’agricoltura irrigua», ricordano i ricercatori.

Un’altra preoccupazione sono gli sversamenti di petrolio che si sono verificati a causa di incidenti nel trasporto di carburante e a causa delle attività di manutenzione dei treni e delle ferrovie. Ad esempio, gli amministratori della contea di Kibwezi dicono che nel novembre 2019 una fuoriuscita di petrolio ha inquinato il fiume Thange che non  può essere utilizzato per l’irrigazione o per scopi domestici. Nell’area colpita, la terra non può ancora essere coltivata.

Durante la costruzione e l’esercizio della ferrovia è emerso anche il problema dell’inquinamento acustico, in particolare nelle aree intorno a Nairobi e Voi. Alcune comunità non riuscivano più a dormire e le lezioni sono state interrotte in alcune scuole a causa dei livelli di rumore troppo elevati. L’inquinamento da polvere è un’ulteriore problema e le malattie respiratorie sembrano in aumento.

Mbagathi  evidenzia che «Le comunità che dipendono dalle zone umide e dai fiumi nelle aree di Voi, Kibwezi, Tuala e Narok hanno perso l’accesso ad alcune di queste risorse essenziali e le loro prospettive a lungo termine non sono chiare. Un ulteriore impatto della ferrovia è stato l’emergere di attività illegali, come il pascolo nelle aree protette».

Lo stesso Kenya Wildlife Service ha denunciato che «le comunità locali  stanno usando i sottopassaggi per far passare il loro bestiame attraverso il Tsavo National Park, in particolare aggirando il cancello di Buchuma». Le incursioni del bestiame hanno provocato un grave degrado del suolo nella parte meridionale del Tsavo Est.

Anche la fauna selvatica è stata colpita: circa 120 Km della linea ferroviaria attraversano un’area faunistica importantissima: il chiave, il Tsavo National Park e in Kenya è il team di ricercatori ha visto che «Gli elefanti mostravano i primi segni di modificazione comportamentale. Questo includeva l’aggressione e l’elusione dell’area ferroviaria. Tutto questo è coerente con gli adattamenti comportamentali osservati in altre specie che spostano i loro areali o alterano i loro schemi di spostamento a causa delle infrastrutture».

Nyumba conclude: «I progetti di infrastrutture lineari come le ferrovie devono sviluppare misure sostenibili ed ecologicamente sensibili per mitigare questi impatti. Ad esempio, i sottopassaggi devono essere della giusta densità e delle giuste dimensioni. Attualmente i sottopassi sono pochi e si trovano in aree non utilizzate regolarmente dalla fauna selvatica. Inoltre, i corsi d’acqua dovrebbero essere canalizzati e reindirizzati per evitare allagamenti. E’ necessaria anche un’altra valutazione completa, che coinvolga tutte le parti interessate, degli impatti ambientali della ferrovia. Questa è la chiave per progettare una ferrovia sostenibile. Deve garantire che i guadagni in termini di sviluppo siano massimizzati mentre gli impatti sull’ecosistema sono ridotti al minimo».