La pesca sostenibile del tonno è dannosa per il clima? (VIDEO)

Ricerca Usa: le tonniere sostenibili consumano molto più carburante di quelle con le reti a circuizione

[5 Gennaio 2017]

Emily Benson scrive su New Scientist  che «Ciò che è buono per l’oceano potrebbe essere un male per il pianetaUn affermazione che si basa sulla ricerca “PA41C-2155: U.S. Tuna Fisheries: a trifecta of sustainable practices at odds with climate change mitigation” presentata il 15 dicembre 2016 da Brandi McKuin e J Elliott Campbell, dell’università della California Merced (Ucm), all’American geophysical union fall meeting, e che  svela l’ennesima contraddizione nella quale si è cacciata la specie umana con lo sfruttamento delle risorse viventi e dei combustibili fossili.

McKuin e Campbell sottolineano che «Negli Stati Uniti, le preoccupazioni ambientali hanno dato luogo a iniziative di marchio di qualità ecologica nel settore frutti di mare e al passaggio a pratiche di pesca più sostenibili Attualmente, le emissioni di gas serra delle attività di pesca vengono presi in considerazione nei criteri di sostenibilità del gruppo di difesa dei consumatori Seafood Watch». I due ricercatori hanno esaminato le pratiche sostenibili impiegate nella flotta della pesca al tonno statunitense ed hanno trovato il termine “sustainably sourced”, quando il forcing climatico viene aggiunto a questi criteri.

Dalla ricerca emerge che «In particolare, ci sono tre pratiche sostenibili in contrasto con la mitigazione dei cambiamenti climatici: 1) l’uso di attrezzi da pesca selettivi riduce le catture accidentali, ma aumenta il consumo di carburante; 2) la pesca all’interno delle zone economiche esclusive è più equa per i pescatori costieri, e permette all’alto mare per servire come banca ecologica, ma la pesca in queste regioni significa che le attività di pesca sono soggette a leggi più severe sullo zolfo nel carburante, diminuendo così gli effetti di raffreddamento dell’aerosol di solfato di aerosol e accrescendo il forcing climatico; 3) la rimozione dello zolfo dai combustibili migliora la qualità dell’aria, ma ci sono le emissioni aggiunte provenienti dal processo di raffinazione».

Per stimare il forcing climatico della  pesca del tonno Usa negli ultimi 15 anni, i due ricercatori dell’Ucm hanno utilizzato i dati del registro navale, i dati specifici sui livelli di zolfo storici nei combustibili, dei carburanti dei pescherecci raccolti in letteratura, dati storici sugli sbarchi di tonno e una serie di potenziali range del riscaldamento globale e dicono: «Abbiamo scoperto che per il tonno pescato nelle zone economiche esclusive, il forcing climatico legato al carburante per calare le reti è più che raddoppiato nel corso degli ultimi 15 anni. Abbiamo anche normalizzato il forcing climatico legato al carburante per unità di proteine di tonno e abbiamo confrontato questi risultati con altre fonti di allevamento di proteine. Abbiamo scoperto che il tonno pescato nelle zone economiche esclusive ha il più alto impatto sul clima di tutte le fonti di proteine terrestri considerate, con l’eccezione della carne bovina».

McKuin e Campbell sono convinti che «I nostri risultati possono informare i policy makers e i gruppi di difesa dei consumatori, il che è un importante passo avanti per comunicare ai consumatori l’impatto climatico delle scelte alimentari».

Ma la ricerca apre anche un’inevitabile contraddizione tra la sostenibilità della pesca – e il benessere di animali e pescatori – e la lotta al riscaldamento globale. Infatti le guide alla pesca sostenibile redatte da diverse associazioni ambientaliste e di consumatori – a volte congiuntamente – si concentrano soprattutto su fattori che riguardano direttamente gli impatti della pesca, su come non intaccare ancora di più gli stock ittici, su come ridurre il numero di animali marini catturati accidentalmente o le catture accessorie, «Altri impatti, tra cui le emissioni di gas serra generate utilizzando i diversi tipi di attrezzi da pesca, sono spesso trascurati – dice McKuin  a New Scientist –  Se comprendiamo i cambiamenti climatici nei criteri di sostenibilità, le cose cambiano».

La ricerca di McKuin e Campbell  dimostra che le tonniere che utilizzano metodi di pesca più sostenibili, come la pesca troll and pole, con le lenze o i  palangari, consumano circa da 3 a 4  volte più carburante delle  tonniere che utilizzano le grandi reti a circuizione. «Questo perché circuizione è più efficiente – spiega ancora  McKuin – Può essere catturato più pesce in un breve lasso di tempo,  ma sono anche meno sostenibili rispetto ai metodi selettivi perché nella rete vengono prese anche altre specie».

I due ricercatori Ucm stimano che, a causa della diminuzione delle tonniere a circuizione a partire dagli anni ’90, negli Usa la cattura di un tonnellata di tonno ha bisogno di circa tre volte più carburante di 25 anni fa.

Quando hanno confrontato l’impatto del tonno sul clima rispetto ad altre fonti terrestri di proteine, come il tofu, la carne di maiale e di manzo, hanno calcolato l’effetto sul riscaldamento globale della pesca al  tonno in base ai diversi tassi di consumo di carburante e agli effetti delle normative sulla riduzione dello zolfo nel carburante,  che migliorano la qualità dell’aria, ma possono aumentare il riscaldamento climatico. come si è visto,  la pesca al tonno sostenibile ha  avuto un effetto maggiore sul clima di qualsiasi altra proteina esaminata, ad eccezione di manzo, per il quale le emissioni climalteranti per unità di peso sono 5 volte quella del tonno.

McKuin è convinto che «Una contabilizzazione completa della catena di fornitura di pesce potrebbe rivelare conseguenze climatiche ancora più grandi, a causa di fattori come l’energia necessaria per congelare il pesce lungo il suo cammino verso il supermercato».

Una ricercatrice tedesca che non ha partecipato allo studio, Melanie Blasing, dell’Institut für Nutzpflanzenwissenschaften und Ressourcenschutz  dell’Universtät Bonn, conclude su New Scientist: «Per capire l’impatto ambientale delle navi da trasporto, comprese le navi da pesca, dobbiamo includere tutte le fonti nelle nostre stime delle emissioni, Nessuno pensa alle navi da trasporto di piccole dimensioni o alle navi della navigazione interna, ma vanno aggiunte anche le emissioni delle piccole navi».

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