Cina: moratoria di 10 anni per la pesca nello Yangtze per salvare la biodiversità del fiume

Il divieto colpirà oltre 110.000 barche da pesca e circa 280.000 pescatori

[2 Gennaio 2020]

Il ministero degli affari rurali della Cina ha annunciato oggi l’inizio di una moratoria di 10 anni per la pesca in alcune aree chiave del fiume Yangtze, lungo 6.300 km, «al fine di proteggere la biodiversità del più lungo corso d’acqua del Paese».

A partire dal primo gennaio è entrato in vigore il divieto di pesca in 332 zone di conservazione del bacino dello Yangtze e che, informa l’agenzia ufficiale Xinhua, verrà esteso anche a «a tutti i corsi d’acqua naturali del fiume e ai suoi principali affluenti al più tardi il primo gennaio 2021. Inoltre, sempre o entro il primo gennaio 2021, la pesca sarà vietata per dieci anni lungo i corsi di acqua naturali dei grandi laghi collegati allo Yangtze, tra i quali i laghi Dongting e Poyang.

Il ministero sottolinea che «L’ampiezza e la durata dei divieti di pesca su altri corsi d’acqua del bacino del fiume Yangtze saranno oggetto di una decisione delle autorità provinciali della pesca». Il bacino dello Yangtze si estende su 1.800.000 km2.

Il divieto colpirà oltre 110.000 barche da pesca e circa 280.000 pescatori di 10 province e regioni attraversate dallo Yangtze, dalla sorgente nel Qinghai alla foce nel Mar Cinese Orientale, e per questo il ministero si è impegnato a fornire servizi di sicurezza sociale, sostegno finanziario e formazione professionale per i pescatori fluviali che dovranno trovare nuovi mezzi di sussistenza.

Il governo cinese è arrivato a questa drastica decisione dopo aver preso atto del drammatico impoverimento delle risorse biologiche e del degrado della biodiversità dello Yangtze che, come ha detto il viceministro dell’agricoltura e degli affari rurali, Yu Kangzhen, «soffre da molto tempo per attività antropiche come la sovra-pesca, l’inquinamento e la costruzione di dighe», impatti che il governo cinese non solo ha finora tollerato ma anche provocato direttamente, come nel caso delle grandi dighe.

Yu ha concluso sottolineando che «Saranno anche dispiegati degli sforzi per proteggere le specie minacciate, rafforzare la vigilanza sulla vita acquatica del fiume e migliorare le strategie di protezione e gestione, conformemente ai progressi di ripristino delle risorse biologiche».