Aree a pericolosità idraulica media: nel 2022 ricoperti più di 900 ettari di suolo

In un anno consumati altri 77 kmq di suolo italiano, il 10% in più del 2021

I dati del rapporto Snpa sul consumo di suolo: copertura artificiale per oltre 21.500 km2, il 7,25% del suolo italiano

[25 Ottobre 2023]

Il rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023” pubblicato oggi dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori allegati, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare il degrado del territorio e l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici.

il SNPA avverte che non ci sono solo i cambiamenti climatici: «A rendere il suolo cittadino ancora più caldo, soprattutto nei periodi estivi, contribuisce in gran parte anche il consumo di suolo che, nel 2022, accelera arrivando alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo e avanzando, in soli dodici mesi, di altri 77 km2, oltre il 10% in più rispetto al 2021».

Così, le città stanno diventando sempre più calde. Il rapporto evidenzia che «Nei principali centri urbani italiani, la temperatura cresce all’aumentare della densità delle coperture artificiali, raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46° C nelle aree più sature e seguendo andamenti diversi a seconda delle caratteristiche del territorio circostante. In media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4° C d’estate con massime di 6° C a Firenze e di oltre 8° C a Milano».

E il consumo di suolo incide anche sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico. Sono oltre 900  gli ettari di territorio nazionale reso impermeabile in un solo anno nelle aree a pericolosità idraulica media e il rapporto fa notare che questo «Provoca la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole eliminando in 12 mesi altri 4.800 ettari, il 68% del consumo di suolo nazionale».

In base ai nuovi dati, i costi nascosti ricalcolati dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici, ad oggi ammontano a  9 miliardi di euro all’anno a causa della perdita di suolo rilevata tra il 2006 e il 2022.

Con la decima edizione, il   Rapporto annuale dell’Ispra diventra un prodotto SNPA e pubblica le nuove stime sul suolo consumato per tutti i comuni italiani, ottenute grazie alla nuova cartografia che aggiorna e rivede l’intera serie storica sulla base delle nuove immagini satellitari ad alta risoluzione. Ad accompagnare il rapporto anche il primAtlante del consumo di suolo che riunisce le nuove mappe dettagliate del fenomeno a livello nazionale e locale.

E le notizie non sono buone: «Il consumo di suolo continua a trasformare il territorio nazionale. Al 2022 la copertura artificiale si estende per oltre 21.500 km2, il 7,14% del suolo italiano (7,25% al netto di fiumi e laghi). I cambiamenti dell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese: nella pianura Padana, nella parte lombarda e veneta e lungo la direttrice della via Emilia, tutta la costa adriatica, in particolare in alcuni tratti del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese. La perdita di suolo e di tutti i servizi ecosistemici che fornisce, compresa la capacità di assorbire l’acqua, non conosce battute d’arresto: il 13% del consumo di suolo totale (circa 900 ettari) ricade nelle aree a pericolosità idraulica media, dove l’11% di territorio è ormai impermeabilizzato, un valore sensibilmente superiore alla media nazionale (con un aumento medio percentuale dello 0,33%). Considerando il consumo di suolo totale dell’ultimo anno, più del 35% (più di 2.500 ettari) si trova poi in aree a pericolosità sismica alta o molta alta. Infine, il 7,5% (quasi 530 ettari) è nelle aree a pericolosità da frana».

Tra i comuni virtuosi con più di 50 mila abitanti spiccano Ercolano in Campania (solo 0,2 ettari consumati in più nel 2022), tra i comuni medi, Montale in Toscana (0 ettari in più) e San Martino Siccomario in Lombardia tra i comuni con meno di 10.000 abitanti (0,2 ettari in meno).  Tra i capoluoghi delle città metropolitane risparmiano più suolo Genova, Reggio Calabria e Firenze.

La logistica e la grande distribuzione organizzata è tra le principali cause di consumo di suolo in Italia e nel 2022 ha toccato il massimo dal 2006, con un picco di crescita superiore ai 506 ettari concentrato nel Nord-Est del Paese, con oltre 1.670 ettari (il 5,8% del totale del consumo di suolo dell’area), seguito dal Nord-Ovest con 1.540 ettari (6.1%) e il Centro (940 ettari; 4,7%).

Le grandi infrastrutture rappresentano l’8,4% del consumo totale, mentre gli edifici realizzati negli ultimi 12 mesi su suoli che nel 2021 erano agricoli o naturali sfiorano i 1.000 ettari, il 14% delle nuove superfici artificiali. 950 ettari (il 13,4%) in più per piazzali, parcheggi e altre aree pavimentate, mentre le aree estrattive consumano 380 ettari di suolo in un anno, pari al 5,4% del totale. Per l’installazione a terra di impianti fotovoltaici si sono resi necessari quasi 500 ettari di terreno, 243 dei quali rientrano nella classificazione europea di consumo di suolo.