Abbattuto l’ecomostro di Palazzo Mangeruca. La Regione: la Calabria distrugge gli abusi della ‘Ndrangheta

Abbattuto l’ecomostro di Palazzo Mangeruca. La Regione: la Calabria distrugge gli abusi della ‘Ndrangheta

[18 Dicembre 2023]

Ieri è stato finalmente abbattuto Palazzo Mangeruca, un ex mobilifico di 6 piani e 6.000 m2 lungo la statale 106, che era stato sequestrato nel 2007 e confiscato nel 2009 a Costantino Mangeruca, presunto prestanome della cosca “locale” di ’ndrangheta. L’ecomostro abusivo, simbolo del degrado urbano e del potere criminale è stato fatto implodere grazie con  400 chili di dinamite in microcariche.

In una nota la Regione Calabria ricorda che «L’abbattimento dell’ecomostro di Torre Melissa, che da anni deturpava uno dei tratti di mare più belli della costa crotonese, nasce da una precisa volontà della Giunta della Regione Calabria, presieduta da Roberto Occhiuto, che il 15 maggio 2022 aveva approvato – su proposta dell’allora assessore al Turismo, Fausto Orsomarso – una delibera che stanziava 700mila euro per la distruzione di Palazzo Mangeruca e la successiva realizzazione di un’area camper».

La Calabria, come reiteratamente segnalato da Legambiente nei propri dossier, è interessata da un persistente e grave fenomeno di abusivismo edilizio, a cui non sono estranei interessi riconducibili alla criminalità organizzata. Nella classifica delineata dall’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente la Calabria è quinta per reati connessi al ciclo del cemento.

Si tratta di un problema presente in tutto il Sud Italia: l’Istat, nel suo ultimo “Rapporto Bes 2022” sul benessere equo e sostenibile, definisce come “insostenibile” l’abusivismo edilizio nel Mezzogiorno, con un’incidenza di 42,1 case illegali ogni 100 costruite nel rispetto della legge (la media nazionale è di 15) e segnala una crescita netta dell’abusivismo del 9,1%, come non si riscontrava dal 2004.

Secondo l’ultimo report di Legambiente “Abbatti l’abuso”, dal 2004 a dicembre 2022, nelle 5 regioni più a rischio quali Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e Lazio, il numero delle demolizioni eseguite nei 485 comuni che hanno risposto in maniera completa al monitoraggio civico, è stato solo del 15,3%, a fonte di 70.751 ordinanze emesse. La Calabria è in fondo alle classifiche in base a tutti gli indicatori presi in considerazione dal monitoraggio, a partire dai dati sulla trasparenza (alle domande di Legambiente hanno risposto poco più del 13% dei Comuni), dal numero di ordinanze di demolizione eseguite sul totale di quelle emesse nel corso, appena il 9,6% nell’arco di quasi un ventennio, fino al numero di immobili acquisiti al patrimonio dei comuni, pari ad appena l’1,2%. Per avere un’idea dell’impatto del mattone illegale, in Calabria sono state emesse 6.197 ordinanze di demolizione, con una media di 1 ordinanza ogni 297,1 cittadini. La provincia calabrese con il maggior numero di ordinanze di demolizione eseguite è Cosenza (361) pari al 9,2% delle ordinanze emesse (3.907), Vibo Valentia ha la maggiore percentuale di ordinanze di demolizione eseguite (195) su quelle emesse (1.051) pari al 18.6%, seguono Reggio Calabria e Catanzaro, mentre Crotone non ha fornito nessuna risposta completa.

La cosa fa notizia non solo perché avviene in una delle Regioni a più alta intensità di cemento abusivo, ma anche perché Occhiuto appartiene a Forza Italia, il partito dei condoni edilizi vecchi, nuovi e riproposti, e il presidente della Regione Calabria, presente alla demolizione, ha annunciato: «La Calabria distrugge ciò che la ‘ndrangheta ha costruito abusivamente, deturpando il nostro territorio. Lo Stato è più forte della criminalità organizzata, Questa storica demolizione è il frutto di un lavoro di più Istituzioni: l’Arma dei Carabinieri ha svolto un’opera straordinaria per velocizzare le procedure, l’Agenzia per i beni confiscati ha fatto altrettanto, così come la Prefettura. Oggi dimostriamo che la Calabria è cambiata: combatte le mafie e l’abusivismo edilizio, affermando che le Istituzioni sono più forti dei poteri criminali. Anzi, io assumo l’impegno a finanziare, come ho fatto in questo caso, tanti altri abbattimenti per riqualificare le aree dove la ‘ndrangheta ha costruito abusivamente, al fine di restituire quegli spazi ai cittadini nel modo più appropriato. Ringrazio il governo perché mi è vicino in questa attività, a dimostrazione del fatto che oggi la Calabria è una Regione diversa, anche per la comunità nazionale».

Il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (Fratelli d’Italia) ha sottolineato che «E’ un giorno importante per tutta l’Italia, un segnale di vittoria della legalità, ed è significativo che il governo sia qui presente insieme alle altre Istituzioni. Il nostro esecutivo ha fatto della lotta alla criminalità uno dei suoi impegni centrali più importanti. E questa demolizione rappresenta una forte risposta dello Stato contro l’arroganza delle mafie. Il risultato a cui siamo pervenuti oggi è anche il simbolo di cosa bisogna fare anche in futuro. Si deve ringraziare il presidente Occhiuto che ha impresso una grande accelerazione in questa direzione. Lo Stato, se è unito, può sempre vincere. Non possono esistere nei nostri territori zone franche sottratte alla legalità, questo vale qui in Calabria come in ogni angolo del Paese».

Ii vice ministro della giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha aggiunto: «Oggi, per lo Stato, è una giornata in cui affermiamo il rispetto delle regole. L’immobile abusivo costruito dalla ‘ndrangheta deve scomparire come la ‘ndrangheta deve scomparire presto. Siamo qui proprio a confermare che lo Stato c’è, la Regione è presente. Occhiuto nel 2022 a posto fine ad una querelle che sembrava irrisolvibile e lunghissima. Mi sembra che oggi prendiamo atto che anche in Regioni difficili come la Calabria, come la mia Puglia, come la Campania siamo in condizioni di dire la nostra.

Un’unione tra varie Istituzioni è riuscita a ottenere un risultato storico, un gioco di squadra straordinario con Carabinieri, Prefettura, politica e giustizia. Mi sembra che tutti abbiano dato un giusto contributo e il risultato è quello di restituire ai cittadini calabresi, all’Italia, un pezzo di territorio che qualcuno voleva invece indebitamente occupare».

Anche secondo il comandante generale dei Carabinieri Teo Luzzi «Questo è un giorno importante, perché lo Stato si riappropria di un pezzo del suo territorio ed è il risultato frutto di un gioco di squadra che coinvolge tutte le Istituzioni nazionali e locali, i cittadini che ci chiedono questo: un servizio pubblico con attori che lavorano in sinergia per ottenere i risultati. Abbattere un ecomostro costruito dalla ‘ndrangheta significa far prevalere lo Stato sul male. È una giornata simbolicamente di grande interesse. Oggi lo Stato è più forte del passato, nel 2023 a livello nazionale solo per ciò che concerne i Carabinieri sono stati arrestati oltre 500 mafiosi delle varie consorterie e un altro dato importante è attinente al sequestro dei beni illecitamente accumulati dalle mafie: solo l’Arma ha sequestrato oltre 500 milioni di beni. Fare ciò significa contribuire al loro depotenziamento, ma soprattutto significa distribuire sul territorio beni ad associazioni. Il mio pensiero va anche ai tanti Carabinieri caduti sul territorio nel contrasto al crimine organizzato».

Esprimono soddisfazione anche Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria e Stefano Ciafani, presidente di Legambiente nazionale. «La demolizione di Palazzo Mangeruca a Torre Melissa, dopo una serie di annunci fatti nel tempo da varie amministrazioni regionali nel corso degli anni, è un rilevante ed importante segnale da parte della Regione Calabria nella lotta all’abusivismo edilizio. La gravità della situazione dell’abusivismo edilizio, che Legambiente denuncia da tempo, in particolare nel Mezzogiorno è tale da richiedere un forte impegno da parte di tutte le istituzioni, a partire del governo nazionale, ma dalla Calabria arrivano anche segnali positivi. La direzione intrapresa dalla Regione è doverosa: sul territorio calabrese non vogliamo più vedere ecomostri come Palazzo Mangeruca, che costituiscono ferite inferte al territorio segnando, per anni, l’immaginario collettivo e pregiudicando la bellezza e le possibilità di sviluppo ecosostenibile della regione. Chiediamo alla Regione Calabria di proseguire con determinazione nella lotta agli ecomostri presenti sul territorio regionale, supportando i Comuni anche sotto il profilo finanziario, nelle azioni di abbattimento e del successivo ripristino del territorio. Ma sono necessarie anche concrete attività di controllo e vigilanza sull’attività urbanistica ed edilizia, per prevenire l’abusivismo edilizio e fermare il consumo di suolo».