La tedesca E.ON vende tutte le sue centrali elettriche a gas e carbone in Italia

[12 Gennaio 2015]

La multinazionale tedesca E.ON ha deciso di vendere i suoi asset di generazione elettrica a carbone e a gas in Italia al gruppo energetico ceco Energetický a Průmyslový Holding (EPH). Non si tratta di un fulmine a ciel sereno; da tempo E.ON cercava acquirenti per i suoi impianti sparsi lungo lo Stivale, nell’intento di far proseguire la propria ritirata dall’Italia. Adesso, in una nota ufficiale, spiega di aver trovato il compratore giusto per questi importanti asset.

«In EPH, E.ON afferma di aver «identificato un acquirente per l’acquisizione di tutte le sue attività di produzione termoelettrica in Italia, che si è pienamente impegnato per l’ulteriore sviluppo a lungo termine di questi asset, contribuendo così a garantire la sicurezza della fornitura energetica per il Paese. La società ceca, con sede a Praga, è un gruppo energetico verticalmente integrato presente in diversi Paesi europei». La transazione è soggetta all’approvazione della Direzione Antitrust della Commissione Europea, e si prevede che l’operazione si possa concludere nel secondo trimestre del 2015.

L’intenzione annunciata dalla multinazionale ceca sembra dunque quella di mantenere l’attività produttiva. Daniel Křetínský, Ceo della società, ha infatti commentato: «Siamo orgogliosi di avere l’opportunità di proseguire la tradizione di E.ON nella produzione elettrica da fonti convenzionali in Italia. La nostra strategia è a lungo termine e focalizzata sullo sviluppo. Confidiamo di collaborare per questo obiettivo insieme ai dipendenti, ai sindacati e agli altri stakeholder».

«Le nostre attività di generazione da fonti convenzionali in Italia sono molto performanti – ha dunque sottolineato il Ceo di E.ON, Johannes Teyssen – e possono contare su una produzione diversificata e con un contenuto impatto ambientale. Si tratta di asset chiave per garantire la sicurezza energetica in Italia e sono convinto che il nuovo proprietario continuerà a investire nel sistema energetico del Paese. Vorrei cogliere l’opportunità per ringraziare tutti i dipendenti coinvolti in Italia per l’eccellente lavoro svolto come parte di E.ON. Lavoreremo strettamente con il nuovo proprietario, i nostri sindacati e i loro rappresentanti per determinare un percorso di successo per il futuro degli asset e dei nostri dipendenti. Continuiamo, inoltre, a valutare la possibile cessione delle nostre altre attività in Italia».

L’incontro tra domanda e offerta di energia elettrica rimane nonostante tutto ancora molto distante nel nostro Paese, una motivazione non secondaria nella scelta di E.ON di allontanarsi. Come riportato recentemente da Legambiente, «i dati sono chiari: in Italia ci sono oltre 125.000 MW di potenza installata con una disponibile reale (al netto delle manutenzioni e dei fattori di indisponibilità) di oltre 78.700 MW a fronte di una domanda di punta è rimasta pressoché invariata e che non ha mai superato i 56.822 MW (massimo picco storico)».

In queste cifre, gli impianti venduti da E.ON rappresentano una realtà consistente. Le attività oggetto di vendita hanno infatti una capacità di generazione complessiva pari a circa 4.500 megawatt e, come dichiarato dalla società tedesca, consistono di circa 600 megawatt della centrale a carbone in Sardegna (Fiume Santo), e di circa 3.900 megawatt di altre sei centrali a gas situate nella penisola e in Sicilia.