Un altro terremoto nell’area del centro Italia: dal 2016 l’Ingv ha contato 110.800 scosse

«Sebbene siano ormai trascorsi più di 3 anni quest’area mostra tuttora una attività sismica significativa»

[2 Settembre 2019]

Nella notte del 1 settembre, alle ore 2:02, vicino Norcia si è verificato un nuovo terremoto di magnitudo Ml 4.1 (Mw 4.0), seguito da diverse repliche: fino alle 16:00 del 1 settembre sono state localizzate circa 90 scosse nella stessa area dalla Rete sismica nazionale dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Si tratta di un evento sismico che è stato risentito in un’area molto vasta, ma che si è verificato in quella della sequenza dell’Italia centrale iniziata il 24 agosto 2016 con l’evento di magnitudo Mw 6.0 avvenuto nei pressi di Amatrice e Accumoli (RI), e che si è gradualmente sviluppata interessando un’ampia fascia dell’appennino centrale lunga circa 60 km, dalla provincia di Macerata, nelle Marche, alla provincia dell’Aquila, in Abruzzo.

Come spiegano gli esperti dell’Ingv, in questi tre anni la sequenza sismica è stata caratterizzata da oltre 110.800 eventi, 75 dei quali, incluso il terremoto del 1 settembre, hanno avuto una magnitudo maggiore o uguale a 4.0: «Sebbene siano ormai trascorsi più di 3 anni quest’area mostra tuttora una attività sismica significativa, e il livello di energia sismica rilasciata rimane superiore a quello che caratterizzava la fase temporale precedente all’inizio della sequenza».

Come noto, non è purtroppo possibile se e quando si verificherà un nuovo terremoto come quello che ha ucciso 249 persone nel 2016, mentre quel che è certo è che dopo tre anni nell’area rimangono circa 73 mila gli edifici dichiarati inagibili, e un monitoraggio complessivo della ricostruzione e della gestione delle macerie neanche esiste. Se occorre fare molto di più per quanto riguarda la prevenzione, lo stesso dunque vale per la gestione del post-emergenza: «Tanta responsabilità – ha commentato in occasione dell’ultimo anniversario il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani – non è della burocrazia ma della volontà politica; e con la crisi di governo si rischia un ulteriore stallo. È necessario che il prossimo esecutivo abbia in agenda l’accelerazione di una ricostruzione di qualità, innovativa, trasparente, rispettosa dell’ambiente, del territorio e del lavoro».