Oms: in Africa curva ascendente per il Covid-19, la lotta contro il coronavirus potrebbe essere lunga

«I Paesi africani sono già prearati a comprendere questo nuovo mondo, così nuovo per tutti gli altri»

[15 Maggio 2020]

L’Africa, con meno di 2.500 morti. sembra essere, finora, relativamente risparmiata palla pandemia di Covid-19. Ma l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) avverte che il continente deve prepararsi invece ad affrontare un’epidemia prolungata.

Già il 14 maggio, la portavoce dell’Oms Margaret Harris, aveva detto in una conferenza stampa che «L’epidemia è definitivamente in aumento nella regione Africa dell’Oms» e, rispondendo a un giornalista che accusava l’Agenzia Onu di fare allarmismo, la Harris ha sottolineato «Abbiamo constatato un aumento della malattia. Se si guarda alla situazione dei Paesi della regione africana, si constata che l’epidemia di Covid-19 è in aumento e vediamo una curva ascendente».

La portavoce Oms ha aggiunto che diversi Paesi hanno fatto una buona prevenzione e questo ha fatto la differenza e ha citato il caso del Sudafrica con i l’individuazione di 10.652 positivi al virus e soli 206 morti. .

Tenendo conto dei 7 Paesi africani dipendenti dall’ufficio regionale dell’Oms per il Mediterraneo orientale (Gibuti, Egitto, Libia, Marocco, Somalia, Sudan e Tunisia), il 14 maggio in tutto il continente africano erano stati rilevati 66.119 casi e 2.331 decessi.

L’Egitto resta il Paese più colpito con 9.746 casi e 533 morti, seguito dal Marocco con 6.360 casi e 188 decessi, mentre l’Algeria, che dipende dall’ufficio Africa dell’Oms aveva 5.891 casi e 507 morti.

In totale il continente Africano ha solo l’1,6% dei casi di Covid-19 del mondo e i Paesi africani sono, nell’insieme, poco colpiti e la catastrofe sanitaria annunciata non c’è ancora stata. Ma per l’Oms i Paesi africani hanno un grande vantaggio rispetto a numerosi Paesi del resto del mondo che non hanno conosciuto in tempi recenti un’epidemia di una malattia infettiva.

Ma Michel Yao, responsabile della gestione di emergenza dell’ufficio regionale Africa dell’Oms, ha avvertito che «Di fronte a una tendenza globale all’aumento, la risposta a questa epidemia potrebbe essere lunga». D’altronde, poco prima, una nota dell’Oms aveva avvertito a sua volta che il nuovo coronavirus «non scomparire mai» nel mondo e secondo il direttore incaricato dell’emergenza sanitaria dell’Oms, Michael Ryan,«Sarebbe azzardato predire quando il Covid-19 potrebbe essere vinto. Questo virus potrebbe diventare endemico nelle nostre comunità, potrebbe non sparire mai».

L’ufficio africano dell’Oms ha organizzato una conferenza stampa virtuale da Brazzaville, la capitale del Congo, durante la quale Ryan ha constatato «Una tendenza globale all’aumento con delle grandi città colpite e l’interno dei Paesi che rimane da proteggere. Generalmente, sia nel continente, sia nei Paesi dell’Africa del Nord che nell’Africa subsahariana, l’ufficio regionale dell’Oms osserva sempre un aumento dei casi».

E l’Oms è molto più preoccupata per quello che potrebbe succedere nell’Africa subsahariana per la quale ha proiezioni pessime sul futuro della malattia: «Se la progressione continua, il numero di casi potrebbe raddoppiare ogni 8 giorni. E’ quindi un trend al rialzo quello che dobbiamo vedere in tutta l’Africa – ha messo in guardia  Yao – con un passaggio a un tasso di letalità rilevato dal 3 al 3,4%».

Secondo l’Oms, «Il numero di casi confermati nella regione africana è aumentato del 42 % nel corso dell’ultima settimana» e l’Africa Occidentale è la regione più colpita con il 43% dei casi. Sudafrica, Algeria, Ghana, Nigeria, Camerun, Guinea, Senegal, Costa d’Avorio e RDC sono i Paesi più colpiti: insieme rappresentano l’87% dei casi segnalati nella regione africana dell’Oms.

Inoltre, in più della metà dei Paesi subsahariani è in atto una trasmissione del Covid-19 di tipo comunitario  e stanno andando probabilmente verso il picco. Yao è convinto che «Più della metà dei Paesi della regione africana hanno registrato una trasmissione comunitaria generalizzata del Covid-9. Bisogna assolutamente rafforzare le misure di presa in carico, in particolare di blocco, controllo dei contatti ma anche dei test».

Per ora il basso contagio registrato nei Paesi africani è dovuto alla più bassa densità di popolazione rispetto ad altri continenti ma anche alla delle popolazioni africane rispetto alle ricche popolazioni occidentali e di alcuni Paesi emergenti dell’Asia. Il virus ha colpito di più le popolazioni urbane, mentre ha relativamente risparmiato quelle rurali, dove in Africa si segnalano solo casi sporadici.

Yao conferma che la maggioranza dei casi africani di Covid-19 «sono concentrati nelle capitali e nelle grandi città. Le regioni più remote sono le meno colpite nella maggior parte dei Paesi. Ed è quindi lì che è possibile agire per proteggere le zone interne e soprattutto per assicurarsi che utilizzino questo momentum per prepararsi al meglio».

L’altra grande spiegazione della resilienza africana al Covid-19 è la gioventù della sua popolazione e, come è ormai, noto, i giovano sono meno colpiti delle persone anziane dalle conseguenze del Covid-19.

La Harris è preoccupata e allo stesso fiduciosa nella immensa resilienza degli africani e ha concluso: «I Paesi africani sanno cosa un’epidemia può fare alla società e alle comunità e cosa bisogna fare per fermarla. C’è bisogno prima di tutto di buone infrastrutture di tracciamento dei contatti. Il continente africano ha una memoria profonda che permette di prendere molto sul serio l’arrivo di un nuovo agente patogeno. Un Paese come la Repubblica democratica del Congo (Rdc) può far fronte a nuove emergenze gravi nello stesso tempo. In questo senso (i Paesi africani) sono quindi già prearati a comprendere questo nuovo mondo, così nuovo per tutti gli altri».