Come era Machu Picchu prima di Machu Picchu

Le scoperte fatte dal Cnr con gli Istututi Ispc e Imaa, nell’ambito della missione internazionale Itaca

[9 Novembre 2023]

Machu Picchu, monumento simbolo della civiltà Inca, una delle 7 meraviglie del mondo e principale attrazione turistica del Perù per la sua disarmante bellezza e fragilità, ma anche per le continue scoperte che la ricerca archeologica è in grado di restituire.

Una di queste scoperte è illustrata nello studio “Non invasive subsurface imaging to investigate the site evolution of Machu Picchu”, pubblicato su Scientific Reports dai ricercatori della Missione Itaca, coordinata dal Consiglio nazionale delle ricerche (attraverso l’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc) e l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (Cnr-Imaa) di Potenza, che – grazie all’integrazione tra saggi di scavo e la combinazione di tecnologie di osservazione della Terra –  hanno rivelato l’immagine di Machu Picchu prima che l’uomo vi iniziasse a costruire le monumentali architetture.

Il coordinatore della missione Itaca, Nicola Masini del Cnr-Ispc. Spiega che «La storia costruttiva di un sito è parzialmente conservata nel sottosuolo e solitamente viene rivelata attraverso indagini archeologiche classiche, come gli scavi. Nel caso di Machu Picchu, non essendo più possibile effettuare operazioni di rilievo in campo, diventa importante integrare le informazioni acquisite nel passato con i metodi di indagine messi a disposizione dalle nuove tecnologie».

Lo studio mostra le fasi preparatorie di costruzione del sito monumentale, quando Machu Picchu era un cantiere brulicante di maestranze ed operai impegnati a cavare e trasportare le pietre, a realizzare opere di drenaggio e di stabilizzazione dei versanti acclivi.

Rosa Lasaponara, ricercatrice Cnr-Imaa che ha condotto la ricerca  in collaborazione con Masini e Jose Bastante, già direttore del Parco archeologico di Machu Picchu, sottolinea che «L’integrazione di diverse tecniche di indagine geofisica (georadar, geomagnetica e geoelettrica), di imaging multispettrale da satellite e da drone, con alcuni saggi di scavo disponibili, ha rivelato, nel sottosuolo della Plaza Principal, una storia costruttiva tanto sorprendente quanto sconosciuta. l nostro studio evidenzia una grande capacità degli Inca di sfruttare al meglio le caratteristiche geomorfologiche e la disponibilità di materiale lapideo tra gli affioramenti in superficie del caos granitico».

Masini aggiunge: «Le indagini hanno rivelato la presenza, al di sotto dell’attuale Piazza, di un bacino idrografico poi trasformatosi in cava. Successivamente, nella prospettiva di riempirla per realizzare la piazza, vi si interviene con opere di drenaggio. La piazza a sua volta viene costruita in due fasi: la prima relativa a una plaza hundida, ovvero una piazza incassata adibita ad attività rituali, la seconda è l’attuale Plaza Principal, posta tra i due settori architettonici dell’Hurin e dell’Hanan, visitata da migliaia di turisti ogni giorno».

Al Cnr concludono: «L’approccio utilizzato ha fatto emergere una storia, conservata nel sottosuolo di Machu Picchu, relativa alle fasi costruttive preparatorie che raramente viene allo scoperto se non attraverso estensive e distruttive campagne di scavo o, in alternativa, come dimostrato dai ricercatori italiani, massimizzando in termini areali il contenuto informativo di saggi e sondaggi, combinando e integrando diverse metodiche e tecnologie di indagine non invasiva basate sulla geofisica e il remote sensing».