Cnr, non c’è un ceppo virale mutato e potenzialmente più virulento di coronavirus Sars-Cov-2

«Tutti i sottotipi virali definiti sulla base del confronto delle sequenze del genoma sembrano avere una comune origine in Cina, anche se provenienti da focolai distinti»

[15 Aprile 2020]

Gli impatti della pandemia da coronavirus Sars-Cov-2 emergono come estremamente variegati a seconda del Paese colpito: i dati messi in fila dalla Johns Hopkins University mostrano tassi di letalità che spaziano dal 13,4% registrato in Belgio (l’unico dato che supera il 13% italiano) allo 0,2% riportato in Qatar e Kuwait. Si tratta di un confronto estremamente difficile, in quanto le metodologie di raccolta dati variano molto da un Paese all’altro, e in quasi tutti i casi – compreso quello italiano – i dati ufficiali coprono solo una parte dei contagi e dei decessi effettivamente legati a Covid-19. Pur in questo contesto aleatorio è però indispensabile cercare risposte, e almeno una inizia a farsi largo con un buon margine di sicurezza: non ci sono evidenze dell’emergenza di un ceppo virale più aggressivo di quello cinese originario.

Un’analisi bioinformatica comparativa pubblicata (in via preliminare) su bioRxiv, condotta su più di 1100 genomi virali di Sars-Cov-2 provenienti da Cina, America e Europa, rileva infatti una marcata omogeneità genetica di tutti i genomi virali analizzati. Condotta dal Cnr-Ibiom di Bari insieme all’Università di Bari e all’Università Statale di Milano, la ricerca afferma che la disomogeneità riscontrata nelle diverse aree geografiche sia dovuta alla rapida diffusione di sottotipi virali diversi, importati in maniera indipendente nei diversi continenti.

«I risultati della ricerca – spiega il coordinatore Graziano Pesole ricercatore del Cnr-Ibiom e docente dell’Università di Bari – hanno identificato almeno otto sottotipi virali distinti con una diversa prevalenza in differenti regioni del nostro pianeta. Tre distinti sottotipi di virus comprendono più del 70% di tutti i genomi virali finora sequenziati, mentre due soli sottotipi virali annoverano il 72% e il 74 di tutti i virus isolati in Europa e in America. Tutti i sottotipi virali definiti sulla base del confronto delle sequenze del genoma, sembrano avere una comune origine in Cina, anche se provenienti da focolai distinti. Benché ciascun ceppo presenti una sequenza genomica caratteristica, il numero limitato delle variazioni osservate e il fatto che queste sono concentrate in regioni non codificanti proteine, suggeriscono che le differenze tra i diversi genomi non evidenziano un processo di evoluzione del ceppo virale, e che quindi non risultano responsabili dell’origine di un ceppo virale mutato e potenzialmente più virulento. Questo consente di mettere a fattor comune, su scala internazionale, gli studi in corso per mettere in campo approcci terapeutici mirati e vaccini efficaci».