Spreco alimentare: ogni italiano butta 145 Kg di cibo all’anno nella spazzatura

Fondazione Barilla: quanto 1.500 piatti di pasta o 1.000 mele, Nel mondo lo spreco di cibo vale 750 miliardi di euro all’anno, quasi la metà del Pil italiano

[5 Febbraio 2018]

In occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione allo Spreco Alimentare, il Food Sustainability Index, di Fondazione Barilla e The Economist Intelligence Unit, che analizza 34 Paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare, rivela che valore economico del cibo buttato e sprecato ogni anno nel mondo equivale a 750 miliardi di euro, cioè  quasi la metà del PIL italiano nel 2016. «Parliamo di circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che vengono gettate prima di arrivare sulla nostra tavola – dicono le due organizzazioni –  Eppure, basterebbe un quarto di quello stesso cibo per sfamare gli oltre 815 milioni di persone che soffrono la fame. Ma lo spreco di cibo non è solo un problema sociale: non tutti sanno che il gas metano prodotto dal cibo che finisce in discarica è 21 volte più dannoso della CO2. Tuttavia, riducendo lo spreco di cibo nei soli Stati Uniti del 20% in 10 anni si otterrebbe una riduzione delle emissioni di gas serra annuali di 18 milioni di tonnellate».

Dei 34 paesi analizzati, quelli con le migliori pratiche contro lo spreco di cibo sono rancia, Germania e Spagna, mentre i peggiori sono  Indonesia, Libano ed Emirati Arabi Uniti.

Secondo la Fao, nel mondo, il 45% di frutta e verdura viene sprecato. Lo spreco avviene sia a livello industriale, a causa di fattori climatici e ambientali non favorevoli e di surplus produttivi; sia a livello domestico, perché – spesso – compriamo troppo o non conserviamo bene i cibi. In Italia la frutta e gli ortaggi gettati via nei punti vendita comportano lo spreco di più di 73 milioni di m3 d’acqua (quella usata per produrli), ovvero 36,5 miliardi di bottiglie da 2 litri.

Ma il nostro Paese, almeno in questo campo, non è messo male: secondo il Food Sustainability Index, «L’Italia – col suo 4° posto – sta ottenendo importanti riscontri nella lotta allo spreco alimentare. Il merito è delle politiche messe in campo per ridurre gli sprechi a livello industriale, come avvenuto con la Legge Gadda che, semplificando le procedure per le donazioni degli alimenti invenduti e puntando al recupero di cibo da donare alle persone più povere del nostro Paese, ha fatto da volano per il miglioramento generale del nostro Paese. I dati dell’Index evidenziano che in Italia è stata la filiera alimentare a compiere i maggiori passi in avanti in questa battaglia: confrontando l’indice del 2016 con quello del 2017, infatti, alla voce “Cibo sprecato (% della produzione alimentare totale del Paese)” – riferito alla filiera alimentare e non al consumo domestico – si è passati dal 3,58% del cibo gettato rispetto a quello prodotto, al 2,3% del 2017. Performance che ha permesso di superare Paesi come Germania e Giappone sul fronte dello spreco».

Nonostane questo, in un Paese ricco che si crede povero e i cui sprechi sfamerebbero milioni di persone, c’è ancora da fare nella lotta allo “spreco domestico”. Al Barilla center for food & nutrition (Bcfn) ricordano che «Sono circa 145 i kg di cibo pro capite che gli italiani gettano ogni anno nella spazzatura. Una vera e propria enormità, un po’ come dire 1.000 mele piccole (da 150g ognuna) o 1.500 piatti di pasta (da 1hg circa) o poco meno di 750 confezioni di legumi in barattolo (considerando quelli da 200g), molto più di quanto potrebbe consumare in media in 1 anno una famiglia di 3 persone».

Luca Virginio, vice presidente di Bcfn, aggiunge: «Il Food Sustainability Index si conferma strumento utile per stimolare il dibattito e aiutare studiosi e decisori politici a capire dove intervenire per risolvere i paradossi del sistema alimentare”, ha dichiarato . “Pensando all’Italia, se gli interventi messi in atto hanno permesso a industria e grande distribuzione di compiere passi importanti per migliorare la situazione dello spreco alimentare, a noi cittadini resta ancora un ruolo cruciale. Se pensiamo che oggi in Europa circa il 42% di quello che compriamo finisce nella spazzatura perché andato a male o scaduto prima di essere consumato, è facile capire che serva un cambiamento culturale. La Fondazione Bcfn mette in campo molteplici iniziative che vanno in questa direzione, non ultima una dedicata ai più piccoli: con Gunter Pauli, padre della blue economy, abbiamo creato un libro didattico di fiabe che possa far capire come per fare del bene al Pianeta sia necessario partire dalle nostre scelte quotidiane»

La Fondazione Bcfn propone un decalogo di suggerimenti utili: 1) Fai una spesa ragionata: prima di comprare, controlla cosa serve davvero, fai una lista – e attieniti ad essa –  e ricorda che sprecare cibo vuol dire buttare via dei soldi; 2) Quando cucini, fai attenzione alle quantità e cucina solo ciò che puoi consumare; 3) Fai attenzione all’etichetta: guarda sempre quando scadono i cibi; 4) Quando riponi i prodotti in frigorifero, metti i cibi a breve scadenza davanti e riponi in freezer i cibi che non puoi mangiare a breve; 5) Ricette contro lo spreco: non buttare via avanzi e scarti alimentari, possono dare vita a nuovi piatti creativi; 6) Prodotti freschi e di stagione: privilegia l’acquisto dal produttore; 7) Hai comprato troppo cibo? Condividilo con i tuoi vicini di casa o invita degli amici per mangiare insieme; 8) Al ristorante: se ti avanza del cibo chiedi di portare a casa gli avanzi in un pacchetto; 9) “Da consumare preferibilmente entro il…” vuol dire che gli alimenti risultano ancora idonei al consumo anche successivamente al giorno indicato. Verifica bene prima di buttarli; 10) Fidati del tuo naso: prima di buttare un alimento annusa, guarda e, se l’aspetto è buono, assaggia