Oggi il presidio sindacale davanti al Comune di Piombino

Sciopero a Rimateria, i sindacati: «Riveste un ruolo essenziale nella tutela ambientale»

Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti, Fiadel: «Rimateria è garanzia di tutela per i cittadini dalle emissioni e dal percolato prodotti dalla discarica»

[3 Giugno 2021]

Sull’onda lunga di clima politico insostenibile, l’assemblea dei soci di Rimateria ha intrapreso la strada del fallimento per un’azienda che solo quattro anni fa veniva riconosciuta dalla Commissione Ue come un fiore all’occhiello dell’economia circolare locale, mentre adesso lo scenario più concreto che si profila è quello del disastro ambientale quanto socio-economico. Uno scenario che rischia di stritolare per primi i lavoratori della partecipata pubblica, oggi in sciopero con un presidio sindacale davanti al Comune di Piombino.

A seguito della richiesta di fallimento di Rimateria – chiesto dallo stesso cda – i lavoratori, attraverso Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel hanno infatti proclamato sciopero per l’intera giornata di oggi.

«Rimateria riveste un ruolo strategico ed essenziale nella tutela ambientale del territorio e della salute dei cittadini di tutta la Val di Cornia – argomentano i sindacati – È garanzia di tutela per i cittadini dalle emissioni e dal percolato prodotti dalla discarica: senza la continuità operativa ed aziendale il quadro della difesa ambientale senz’altro peggiora, e si rischia di perdere il soggetto più qualificato per le tanto attese bonifiche. In un quadro di assoluta drammaticità per Piombino e per l’intera Val di Cornia, già area di crisi industriale complessa, un nuovo fallimento e nuovi disoccupati rappresentano un dramma che si aggiunge al dramma».

Anche la Fiom provinciale esprime «vicinanza ai 41 lavoratori di RiMateria che il 9 giugno potrebbero vedersi licenziati senza alcun ammortizzatore sociale», ricordando la data in cui la sezione fallimentare del Tribunale di Livorno dovrebbe nominare il curatore fallimentare, iniziando così a delineare le concrete conseguenze per il territorio. «Con la possibile messa in fallimento, Rimateria rischia di diventare un ulteriore carico ecologico da risolvere», sottolineano nel merito dalla Fiom.

Uno scenario contro il quale si è scagliata nei giorni scorsi anche Legambiente, e che secondo l’associazione A sinistra di Piombino – che insieme ad Agorà Progetto-Comune e Uniamo Suvereto ha appena dato vita al Coordinamento Cantiere Comune – ha responsabilità politiche ben precise nell’Amministrazione comunale che guida Piombino.

«Per chi lo avesse dimenticato – dichiarano nel merito dall’associazione – vorremmo ricordare che quando il presidente di Rimateria Pellati ha presentato, il 5 dicembre 2019, in assemblea Asiu, gli indirizzi del nuovo piano industriale di Rimateria, il sindaco di Piombino ha votato contro ed essendo il suo voto determinante nella scelta di Asiu, e nonostante il socio pubblico sia in minoranza in Rimateria, ha potere decisionale sul piano industriale. Così il sindaco di Piombino ha determinato che il piano industriale rimanesse quello che era, difficilmente realizzabile nelle condizioni date.  Ciò portando a compimento un programma elettorale miope e strumentale, basato sulla ricerca di facile consenso con slogan di corto respiro che, anziché perseguire obiettivi di reale salvaguardia della salute, dell’ambiente e di rilancio dell’economia locale, ha sancito di fatto la fine della società Rimateria, il licenziamento dei lavoratori e anche la fine delle prospettive di risanamento ambientale».

Accuse che ancora una volta il sindaco Francesco Ferrari respinge, rivendicando anzi l’operato: «L’unica responsabilità di questa Amministrazione, ma io preferisco chiamarlo merito, è stato invertire la scelta politica che avrebbe portato Piombino a diventare polo nazionale di rifiuti. Oggi la nostra missione si muove su un doppio binario: quello della tutela ambientale e quello della tutela occupazionale. Della difesa di tutti quei lavoratori che sono le vittime di un sistema che per ora è stato funzionale solo a sé stesso». Come, a due anni dall’insediamento a sindaco, non è ancora dato sapere.