Le acque reflue non depurate sono la principale causa dell’inquinamento da microplastica nei fiumi del Regno Unito

Nuovo studio mette sotto accusa la gestione del ciclo delle acque in Gran Bretagna (e non solo)

[14 Maggio 2021]

Il nuovo studio “Acute riverine microplastic contamination due to avoidable releases of untreated wastewater”,  pubblicato su Nature Sustainability da Jamie Woodward, Jiawei Li, James Rothwell e Rachel Hurley del Department of Geography dell’università di Manchester ha scoperto che la cattiva gestione delle acque reflue non trattate e delle acque reflue grezze da parte delle compagnie idriche è la principale fonte di inquinamento da microplastica nei fiumi del Regno Unito.
Tre anni fa, con lo studio “Microplastic contamination of river beds significantly reduced by catchment-wide flooding”, pubblicato su Nature Geoscience, Hurley, Woodward e Rothwell  erano stati i primi a dimostrare alti livelli di contaminazione da microplastiche dei letti dei fiumi del Regno Unito. Ora, il nuovo studio frealizzato nella Greater Manchester ha scoperto che le stesse compagnie idriche sono la causa di questa contaminazione, perché rilasciano acque reflue durante i periodi di siccità in fiumi che sono troppo “lenti” per disperdere le microplastiche a valle.
I ricercatori ricordano che «La qualità degli habitat del letto fluviale è alla base dell’intero ecosistema fluviale perché molte creature vivono, si nutrono e si riproducono in questo ambiente: quando sono contaminati da microplastiche, l’esposizione dell’ecosistema è massimizzata perché le particelle vengono stoccate sul letto per settimane o mesi prima di essere dilavate via dalle inondazioni. Il letto del fiume è il posto peggiore per subire lunghi periodi di contaminazione da microplastiche perché aumenta le loro opportunità di essere ingerite da parte delle creature acquatiche e per spostarsi attraverso la catena alimentare. Le microplastiche sono anche vettori di altri contaminanti presenti nelle acque reflue».

I ricercatori dicono che il trattamento convenzionale delle acque reflue rimuove la maggior parte del carico di microplastica, «Pertanto, i letti dei fiumi fortemente contaminati da microplastiche forniscono una chiara indicazione di una cattiva gestione delle acque reflue».

La compagnia idrica che opera lungo il fiume Tame studiato dagli scienziati ha detto di «non accettare pienamente i risultati». Ma i ricercatori ribattono che «I tubi di troppo pieno delle fognature e i deflussi dagli impianti di trattamento possono rilasciare milioni di particelle di plastica in un giorno». Woodward ha detto a BBC News che nel sito più del Tame  «C’erano concentrazioni di oltre 130.000 particelle microplastiche per chilogrammo di sedimenti sul letto del fiume. Quindi, per ogni singolo grammo di sedimento, c’erano 130 particelle; abbiamo alcuni livelli di contaminazione straordinariamente alti. E’ chiaro che le acque reflue sono la principale fonte di microplastiche nei nostri fiumi».

In un comunicato, Jo Harrison, direttore ambiente della compagnia idrica United Utilities, ha scritto: «Comprendiamo che le acque reflue possano essere un fattore che contribuisce all’inquinamento da microplastiche, motivo per cui siamo coinvolti in un studio di due anni che inizia questa estate per fornire una comprensione più olistica delle fonti, del percorso e delle conseguenze delle microplastiche nell’ambiente».

Un portavoce dell’Environment Agency, che regola le attività del settore idrico, ha assicurato: «Stiamo lavorando duramente per ridurre le emissioni di microplastica provenienti dalle attività di trattamento delle acque reflue, aiutando la ricerca del settore idrico in questo settore».

Le compagnie idriche sono autorizzate a rilasciare acque reflue non trattate quando i tubi nei loro impianti sono sommersi da un eccesso di acqua piovana. Ma i ricercatori affermano di aver misurato gli accumuli di plastica durante un periodo estivo secco. «Questa è stata forse la cosa più significativa di questa ricerca – ha fatto notare Woodward – Per produrre livelli così elevati di contaminazione, [devono] rilasciare le acque reflue in portate basse, quindi quando non ci sono forti piogge. Per molte aziende fare questo è quasi diventata una routine».

Un rapporto dell’Environment Agency pubblicato all’inizio di quest’anno ha rivelato che le compagnie idriche hanno scaricato nei fiumi del Regno Unito acque reflue non trattate grezze per ben 400.000 volte solo nel 2020. E un recente studio che utilizza l’intelligenza artificiale per rilevare “eventi di fuoriuscita non segnalati” ha mostrato che altri centinaia di scarichi non venivano registrati.

Nel  Regno Unito lo scarico di acque reflue non depurate nei fiumi, soprattutto da troppo pieni, è già fortemente contestato da ambientalisti e cittadini e attualmente in corso un’indagine sulla qualità dell’acqua nei fiumi da parte dell’Environmental Audit Committee del parlamento britannico. Ma Woodward  chiede di fare di più per affrontare il problema: «Le compagnie idriche devono smettere di rilasciare liquami e acque reflue non trattate nei fiumi durante i periodi di siccità, poiché ciò causa una forte contaminazione dei letti dei fiumi con microplastiche e massimizza i danni all’habitat. I fiumi sono anche il principale fornitore di microplastiche per gli oceani: per affrontare il problema globale della microplastica marina, dobbiamo limitare il loro input nei fiumi. Chiediamo alle società idriche di farsi guidare dalla scienza e di assumersi le loro responsabilità. Chiediamo anche una regolamentazione più forte da parte dell’Environment Agency per l’ambiente per controllare gli scarichi delle società idriche».

Commentando il nuovo studio, Andrew Johnson, del Centre for Ecology and Hydrology (CEH) del Regno Unito, concorda sul fatto che «Le acque reflue d i troppo pieni  delle fognature sono probabilmente una fonte di riversamenti di microplastiche nei fiumi». Ma, ha aggiunto che «Non dovremmo ignorare ogni tipo di sversamento proveniente dalle strade e dai campi adiacenti ai fiumi».

Rachel Hurley, del Norsk institutt for vannforskning, conclude: «L’impatto dell’inquinamento da microplastica sugli ecosistemi fluviali è una questione oggetto di indagine in tutto il mondo.

A livello globale molte acque reflue non vengono trattate. E sappiamo che queste acque reflue  concentrano molti diversi tipi di microplastica in un unico posto. Dobbiamo scoprire quali sono le vere ragioni di questi scarichi di acque reflue».