Nuove misure Ue per limitare le microplastiche aggiunte intenzionalmente

Adottate dalla Commissione Ue, ma sui cosmetici l’Italia aveva fatto prima

[26 Settembre 2023]

In ritardo di più di 3 anni rispetto all’entrata in vigore in Italia nel gennaio 2020 dell’emendamento di Ermete Realacci (2018) che in Italia vieta le microplastiche nei cosmetici, la Commissione europea ha adottato misure che «Limitano l’aggiunta intenzionale di microplastiche a prodotti disciplinati dalla legislazione REACH dell’UE sulle sostanze chimiche» e assicura che «Con queste nuove norme, che impediranno il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche, sarà vietata la vendita di microplastiche in quanto tali e di prodotti contenenti microplastiche aggiunte intenzionalmente e che liberano microplastiche quando utilizzati. Nei casi debitamente giustificati si applicheranno deroghe e periodi transitori per consentire agli interessati di adeguarsi alle nuove norme».

Virginijus Sinkevičius, commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca, ha evidenziato che «Il divieto di aggiunta intenzionale di microplastiche risponde a una grave preoccupazione per l’ambiente e la salute delle persone. Le microplastiche sono presenti nei mari, nei fiumi e nel terreno, oltre che negli alimenti e nell’acqua potabile. Pur riguardando particelle molto piccole, la restrizione odierna rappresenta un grande passo verso la riduzione dell’inquinamento provocato dall’uomo».

Per affrontare il problema dell’inquinamento da microplastiche prevenendo nel contempo il rischio di frammentazione nel mercato unico, la Commissione ha chiesto all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di valutare il rischio rappresentato dall’aggiunta intenzionale di microplastiche ai prodotti e l’eventuale necessità di un’ulteriore azione normativa a livello di UE. L’ECHA ha rilevato che le microplastiche aggiunte intenzionalmente a determinati prodotti sono rilasciate nell’ambiente in modo incontrollato, e ha raccomandato di limitarle. Sulla base delle prove scientifiche fornite dall’ECHA, la Commissione ha elaborato una proposta di restrizione ai sensi del regolamento REACH che è stata adottata dopo l’approvazione degli Stati membri dell’Ue, del Parlamento europeo e del Consiglio.

In un comunicato la Commissione Ue spiega che «La restrizione adottata si basa su un’ampia definizione di microplastiche, in cui rientrano tutte le particelle di polimeri sintetici inferiori a cinque millimetri che siano organiche, insolubili e resistenti alla degradazione. L’obiettivo è ridurre le emissioni di microplastiche intenzionali dal maggior numero possibile di prodotti. Fra i prodotti comuni interessati da questa restrizione vi sono: il materiale granulare da intaso utilizzato per le superfici sportive artificiali, che costituisce la principale fonte di microplastiche utilizzate intenzionalmente nell’ambiente; i cosmetici, nel cui ambito le microplastiche sono utilizzate per molteplici scopi, quali l’esfoliazione (micrograni) o l’ottenimento di una specifica consistenza, fragranza o colore; detergenti, ammorbidenti per tessuti, glitter, fertilizzanti, prodotti fitosanitari, giocattoli, medicinali e dispositivi medici eccetera. I prodotti utilizzati nei siti industriali o che non rilasciano microplastiche durante il loro impiego sono esentati dal divieto di vendita, ma i relativi fabbricanti dovranno fornire istruzioni su come utilizzarli e smaltirli per evitare emissioni di microplastiche».

Le prime misure, come il divieto di micrograni e glitter sciolti, inizieranno ad applicarsi tra 20 giorni, con l’entrata in vigore della restrizione. In altri casi il divieto di vendita sarà applicato dopo un periodo più lungo, per dare ai portatori di interessi il tempo di sviluppare e adottare alternative.

Il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton, ha concluso: «Questa restrizione contribuisce alla transizione verde dell’industria dell’UE e promuove prodotti innovativi e privi di microplastiche, dai cosmetici ai detergenti fino alle superfici sportive. I cittadini dell’UE disporranno così di prodotti più sicuri e più sostenibili, mentre le realtà industriali dell’UeE, soprattutto PMI, che hanno investito e sviluppato determinati prodotti innovativi diventeranno maggiormente competitive e resilienti».