International day of clean air for blue skies: le ondate di caldo peggiorano la qualità dell’aria e l’inquinamento

Wmo: Il cambiamento climatico aumenta la frequenza e l’intensità delle ondate di caldo

[7 Settembre 2023]

Secondo il “WMO Air Quality and Climate Bulletin” di settembre della World meteorological organization (Wmo), «Il cambiamento climatico sta aumentando l’intensità e la frequenza delle ondate di caldo. Questo caldo estremo, aggravato dagli incendi e dalla polvere del deserto, sta avendo un impatto misurabile sulla qualità dell’aria, sulla salute umana e sull’ambiente».

La Wmo ha pubblicato il rapporto in  occasione dell’International Day of Clean Air for blue skies che si celebra oggi e che quest’anno ha per tema  Together for Clean Air, e il segretario generale dell’Onu, António Guterres ha ricordato che «L’inquinamento atmosferico è un’emergenza globale. Il 99% dell’umanità respira aria ricca di fuliggine, zolfo e altre sostanze chimiche tossiche, con i Paesi a basso e medio reddito che subiscono le esposizioni più elevate. Ogni anno, 7 milioni di persone muoiono prematuramente a causa di questo, e l’inquinamento atmosferico è strettamente legato al riscaldamento globale. L’inquinamento atmosferico non conosce confini, viaggia per migliaia di chilometri, diffondendo contaminanti con il vento. E la crisi climatica sta avendo impatti devastanti e crescenti su tutti i continenti della Terra».

Guterres ha ribadito che «I problemi globali richiedono soluzioni globali. Dobbiamo agire insieme per l’aria pulita: il tema della Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu di quest’anno. Insieme, dobbiamo accelerare una transizione giusta ed equa dai combustibili fossili, in particolare dal carbone, verso l’energia rinnovabile e pulita, garantendo al tempo stesso che nessuno venga lasciato indietro. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo, ho proposto un  Climate Solidarity Pact in cui tutti i grandi emettitori compiono ulteriori sforzi per ridurre le emissioni e i paesi più ricchi mobilitano risorse finanziarie e tecniche per sostenere le economie emergenti in tal senso. E ho proposto un’agenda di accelerazione per potenziare questi sforzi. Esorto tutti i Paesi a metterli in atto entrambi».

Per il capo dell’Onu, «Dobbiamo anche sostenere la transizione verso le cucine pulite e i veicoli elettrici. Dobbiamo incoraggiare gli spostamenti a piedi e in bicicletta nelle città e mettere in atto sistemi per rendere la gestione responsabile dei rifiuti una nostra seconda natura. E dobbiamo mantenere l’impegno a ridurre le emissioni di metano. La nostra aria è un bene comune e una responsabilità comune. Lavoriamo insieme per ripulirla, per proteggere la nostra salute e lasciare un pianeta sano per le generazioni a venire».

Martina Otto, capo del segretariato della Climate and Clean Air Coalition riunita dall’United Nations environment programme, Aggiunge che «L’esposizione a qualsiasi livello può avere implicazioni sulla salute che compromettono la qualità della vita e comportano costi per l’individuo, le nostre società e le nostre economie. Abbiamo avuto la tendenza ad esprimere gli impatti sulla salute attraverso il numero di morti premature. Ma anche la qualità della nostra vita quotidiana ne risente. L’inquinamento atmosferico colpisce tutte le fasce d’età, ma quelli con maggiore vulnerabilità soffrono di più. Proprio come ridurre l’inquinamento atmosferico è fondamentale per migliorare la salute umana, è anche fondamentale per affrontare la triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di natura e biodiversità, dell’inquinamento e dei rifiuti, oltre ad aiutarci a raggiungere diversi Obiettivi di sviluppo sostenibile».

Il terzo Bollettino sulla qualità dell’aria e sul clima dela Wmo del 2023 punta i riflettori sulle ondate di caldo e attira l’attenzione sul fatto che «Non sono solo le alte temperature a rappresentare un pericolo, ma anche gli impatti dell’inquinamento che ne derivano, che spesso viene trascurato ma è altrettanto dannoso».

Presentando il Bollettino, il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas. Ha evidenziato che «Le ondate di caldo peggiorano la qualità dell’aria, con effetti a catena sulla salute umana, sugli ecosistemi, sull’agricoltura e in effetti sulla nostra vita quotidiana. Il cambiamento climatico e la qualità dell’aria non possono essere trattati separatamente. Vanno di pari passo e devono essere affrontati insieme per spezzare questo circolo vizioso. Questo bollettino sulla qualità dell’aria e sul clima si riferisce al 2022. Quello a cui stiamo assistendo nel 2023 è ancora più estremo. Luglio è stato il mese più caldo mai registrato, con un caldo intenso in molte parti dell’emisfero settentrionale e questo è continuato fino ad agosto. Gli incendi hanno devastato vaste aree del Canada, causato tragiche devastazioni e morti alle Hawaii, e hanno anche causato gravi danni e vittime nella regione del Mediterraneo. Questo ha causato livelli pericolosi di qualità dell’aria per molti milioni di persone e ha inviato pennacchi di fumo attraverso l’Atlantico e nell’Artico».

La Wmo ribadisce che «Il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l’intensità delle ondate di caldo e si prevede che questo trend continui in futuro. C’è un crescente consenso scientifico sul fatto che le ondate di caldo aumenteranno il rischio e la gravità degli incendi».

Anche per Lorenzo Labrador, responsabile scientifico della rete Global Atmosphere Watch della Wmo che ha compilato il Bollettino, «Le ondate di caldo e gli incendi sono strettamente collegati. Il fumo degli incendi contiene un miscuglio di sostanze chimiche che influiscono non solo sulla qualità dell’aria e sulla salute, ma danneggiano anche le piante, gli ecosistemi e i raccolti e portano a maggiori emissioni di carbonio e quindi più gas serra nell’atmosfera».

Ecco i principali punti del WMO Air Quality and Climate Bulletin:

Interazione tra clima e qualità dell’aria. Il cambiamento climatico causato dai gas serra derivanti dalle attività antropiche è una minaccia globale a lungo termine. Al contrario, l’inquinamento atmosferico avviene su un arco temporale che va da giorni a settimane e tende ad essere più localizzato. Gli inquinanti includono gas reattivi di breve durata come gli ossidi di azoto e composti organici volatili biogenici che portano alla produzione di ozono – un gas in tracce che è sia un comune inquinante atmosferico che un gas serra – e particolato (PM) – un’ampia gamma di gas minuscole particelle spesso chiamate aerosol sospese nell’atmosfera, che danneggiano la salute umana. Qualità dell’aria e clima sono interconnessi perché le specie chimiche che li danneggiano entrambi sono legate, perché le sostanze responsabili del cambiamento climatico e del degrado della qualità dell’aria sono spesso emesse dalle stesse fonti, e perché i cambiamenti nell’uno provocano inevitabilmente cambiamenti nell’altro. Ad esempio, la combustione di combustibili fossili emette nell’atmosfera anidride carbonica (CO 2 ) e ossido di azoto (NO), che possono portare alla formazione di ozono e aerosol di nitrati. Allo stesso modo, alcune attività agricole sono le principali fonti di gas serra metano ed emettono anche ammoniaca, che poi forma aerosol di ammonio che hanno un impatto negativo sulla qualità dell’aria. La qualità dell’aria a sua volta influisce sulla salute dell’ecosistema perché gli inquinanti atmosferici come azoto, zolfo e ozono vengono assorbiti dalle piante, danneggiando l’ambiente e riducendo i raccolti.

Eventi del 2022. L’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa. La lunga ondata di caldo ha portato ad un aumento delle concentrazioni sia di PM che di ozono a livello del suolo. Centinaia di siti di monitoraggio della qualità dell’aria hanno superato il livello guida di qualità dell’aria dell’ozono dell’Organizzazione mondiale della sanità pari a 100 μg m3 per un’esposizione di 8 ore. Questo si è verificato dapprima nel sud-ovest dell’Europa, per poi spostarsi verso l’Europa centrale e infine raggiungere il nord-est, in seguito alla diffusione dell’ondata di caldo su tutto il continente. Durante la seconda metà di agosto 2022, si è verificata un’intrusione insolitamente elevata di polvere del deserto sul Mediterraneo e sull’Europa. La coincidenza di alta temperatura ed elevate quantità di aerosol, e quindi di contenuto di particolato, ha influito sulla salute e sul benessere umano.

Mentre l’ozono di alta quota (stratosferico) ci protegge dai dannosi raggi ultravioletti del sole, l’ozono vicino alla superficie terrestre è dannoso per la salute umana. Può anche ridurre sia la quantità che la qualità della resa delle colture alimentari di base. A livello globale, le perdite di raccolto indotte dall’ozono sono in media del 4,4%-12,4% per le colture alimentari di base, con perdite di grano e soia che raggiungono il 15%-30% nelle principali aree agricole di India e Cina.

Le ondate di caldo e le condizioni di siccità favoriscono gli incendi che, una volta scoppiati, crescono rapidamente quando incontrano vegetazione secca e facilmente combustibile. Tali situazioni possono portare ad un aumento delle emissioni di aerosol. Pertanto, una lunga ondata di caldo nel settembre 2022 è stata correlata a livelli anomali di combustione di biomassa negli Stati Uniti nordoccidentali, portando a una qualità dell’aria malsana in gran parte della regione, come riportato dall’United States Environmental Protection Agency (EPA).

Anche la deposizione atmosferica di composti contenenti azoto sottovento agli incendi ha un impatto sugli ecosistemi, un fenomeno che aumenterà con il riscaldamento del clima e le ondate di caldo. In California e negli Stati Uniti nord-occidentali, è stato riscontrato che gli incendi contribuiscono in larga misura alla deposizione di N in diversi ecosistemi naturali, spesso superando le soglie di carico critico e incidendo negativamente sulla biodiversità, sull’acqua potabile e persino sulla qualità dell’aria attraverso emissioni che portano a ulteriore inquinamento.

Isole di calore urbane. Le aree urbane sono spesso costituite da edifici e infrastrutture che raggiungono altezze pari o superiori a 100 metri, che influenzano i modelli di vento e temperatura rispetto alle aree rurali circostanti. Questo effetto viene solitamente definito isola di calore urbano (UHI). L’entità delle differenze varia in base a molti fattori, ma di notte può raggiungere i 9° C. Questo effetto si combina con il cambiamento climatico e ha molti impatti, incluso un ulteriore stress da caldo notturno, che altrimenti sarebbe un momento di recupero dalle temperature diurne. Questo è importante perché ampie porzioni della popolazione vivono e/o lavorano nelle città e l’esposizione alle alte temperature può aumentare la morbilità e la mortalità, soprattutto durante le ondate di caldo e di notte. Osservazioni del tipo suggerito dal rapporto sono state recentemente raccolte a San Paolo, in Brasile: sia le misurazioni della temperatura che quelle della CO2 di due parchi hanno indicato che l’effetto isola di calore urbano è ridotto e le emissioni di CO2 sono in parte mitigate incorporando più spazi verdi all’interno delle città, sottolineando i vantaggi delle soluzioni basate sulla natura per contrastare i cambiamenti climatici.