Il Greenwashing delle navi da crociera che bruciano diesel nonostante la disponibilità di elettricità

OpenDemocracy: mentre sono nei porti del Regno Unito sversano veleno nell'aria e non si collegano all'elettricità low-cabon

[13 Novembre 2023]

L’industria delle crociere è stata accusata di ingannare i turisti con false affermazioni secondo cui le navi utilizzano energia verde a “emissioni zero” mentre sono nei porti del Regno Unito. Le compagnie crocieristiche sostengono che le loro gigantesche navi – che alcuni esperti ritengono siano peggiori per il clima dei voli aerei – stanno riducendo le emissioni spegnendo i motori e collegandosi all’elettricità low-carbon mentre sono ormeggiate in porto.

Ma un’indagine di openDemocracy ha scoperto che «Regolarmente, le navi da crociera non utilizzano l’energia disponibile nei porti e bruciano invece diesel, che è più economico ma ha un’enorme impronta di carbonio».

I dati provenienti dal più grande porto crocieristico del Regno Unito, Southampton, dimostrano che nel 2022 solo 1 nave da crociera su 10 si è collegata alla corrente elettrica da quando questa è diventata disponibile nel porto e i dati suggeriscono anche che le poche navi che hanno utilizzato l’energia sono state collegate in media solo per circa 5 ore per visita, nonostante in genere trascorrano 12 ore in porto.

Secondo uno studio pubblicato a giugno da Transport & Environment (T&E), Il mancato utilizzo dell’energia elettrica da parte delle navi da crociera sembra stia peggiorando l’inquinamento atmosferico a Southampton e solo 45 navi in ​​visita al porto hanno prodotto quasi 10 volte più sostanze inquinanti nocive delle 93.000 auto della città messe insieme.

Inoltre, T&E ha scoperto che le navi da crociera emettono da 2 a 5 volte più CO2 per passeggero-chilometro rispetto a un aereo commerciale medio in Europa.

Eppure, è proprio la Cruise Lines International Association (CLIA), a dire che l’energia elettrica disponibile in 32 porti crocieristici  in tutto il mondo, può  «Ridurre le emissioni fino al 98%, a seconda del mix di fonti energetiche, mentre una nave è in porto». Ma secondo UK Chamber of Shipping, l’associazione di categoria del settore crocieristico britannico, le compagnie scelgono di non utilizzare l’elettricità in parte perché costa più del diesel marino esentasse.

Jon Hood, sustainable shipping manager di  T&E, sottolinea che «nel 2023, è difficile credere che le navi da crociera possano ancora sostare nelle nostre trafficate città portuali sversando veleno nell’aria che le persone respirano. E’ ancora più difficile credere che gli sia permesso farlo anche quando c’è energia pulita disponibile proprio lì, ma le compagnie crocieristiche non vogliono pagarla per il bene dei loro profitti».

L’indagine di openDemocracy arriva in un momento in cui l’industria delle crociere è in espansione, con più di 70 nuove navi – molte delle quali possono ospitare fino a 7.000 passeggeri e personale – ordinate a livello globale.

Nel 2021, gli amministratori delegati di 6 delle più grandi compagnie crocieristiche  del mondo hanno firmato una lettera in cui si impegnano a sostenere lo sviluppo dell’energia elettrica da terra che, secondo loro, «E’ necessaria per combattere il cambiamento climatico».

Nel suo sustainability report 2022, Carnival, la più grande compagnia di crociere al mondo, scrive che «La connessione elettrica a terra è una caratteristica ambientale chiave delle nostre navi»

Ma le navi da crociera non utilizzano l’energia da terra quando è disponibile. nell’aprile 2022, l’Associated British Ports (ABP), che gestisce il porto di Southampton, ha annunciato che l’energia elettrica da terra è pronta per l’uso in 2 dei suoi 5 terminal dove le navi da crociera potranno attraccare, e che le navi possono collegarsi per avere zero emissioni all’ormeggio. Secondo l’analisi di openDemocracy dei dati  di ABP, da allora a fine di luglio 2023, ci sono stati più di 300 giorni in cui almeno una nave da crociera è stata attraccata a Southampton e «Questo suggerisce che l’energia da terra potrebbe essere stata utilizzata 300 volte in quel periodo, anche con i vincoli della rete locale che significano che solo una nave alla volta può utilizzare l’energia da terra». Ma ad agosto, l’ABP ha dichiarato a openDemocracy che dall’aprile 2022 l’energia costiera era stata utilizzata solo in 71 “occasioni”, anche se si è rifiutata di dire esattamente quando si sono verificate queste occasioni.

Il mancato utilizzo dell’energia elettrica da terra può essere in parte spiegato con il fatto che le compagnie di crociera ritardano gli investimenti necessari per aggiornare le loro navi affinché siano compatibili con la fonte energetica.

nonostante il primo collegamento elettrico portuale per navi da crociera sia stato installato più di 20 anni fa, secondo la i CLIA, a livello globale, solo il 46% delle navi da crociera può connettersi all’energia elettrica da terra. Ma la CLIA assicura che il 72% delle navi sarà in grado di farlo entro il 2028.

Carnival ha ammesso che la Iona, la Ventura e la Queen Victoria, che hanno visitato Southampton 80 volte tra maggio 2022 e febbraio 2023, non erano in grado di prendere energia a terra. Ma anche le navi da crociera che possono utilizzare regolarmente l’elettricità a Southampton non lo fanno.

Nel 2021, la compagnia di crociere AIDA, di proprietà di Carnival, ha affermato  che l’uso dell’energia da terra «E’ un passo decisivo per le crociere AIDA per ridurre a zero le emissioni locali durante l’ormeggio nel tempo, poiché una nave da crociera in genere rimane in porto per circa il 40% del suo tempo di funzionamento» e ha annuciato una  campagna per lo sviluppo delle infrastrutture elettriche costiere in altri porti. Eppure, secondo i dati ABP da maggio 2022 a febbraio 2023 ottenuti da openDemocracy , la sua ammiraglia  AIDAprima non si è collegata alla corrente elettrica da terra a Southampton nell’80% delle sue visite, nonostante fosse in grado di farlo. Un portavoce di Carnival ha dichiarato che «“Le nostre navi sfruttano l’energia da terra quando possibile, ove disponibile nelle nostre destinazioni».

Katherine Barbour, che a maggio è diventata la prima consigliera verde di Southampton, fa notare che «Basta guardare il pennacchio di fumo che sale dalle navi da crociera per vedere l’inquinamento che si sta scaricando sulla nostra città».

Nel 2020 ABP  ha ottenuto un sussidio pubblico di 4,4 milioni di sterline per installare l’energia elettrica da terra. Nel suo business case per il finanziamento – che è stato concesso tramite la Solent Local Enterprise Partnership (LEP), una partnership volontaria tra l’ente locale e le imprese per incoraggiare la crescita economica nell’area – ABP ha affermato che «Le navi da crociera rimangono all’ormeggio per una media di 12 ore e potrebbe rimanere collegate per il “96% del tempo in porto». Ma i dati pubblicati nel rapporto annuale di Solent LEP suggeriscono che le 55 navi che hanno utilizzato l’energia da terra a Southampton nei 12 mesi fino alla fine di marzo 2023 lo hanno fatto in media solo per 5 ore e mezza, trascorrendo le restanti 6 ore in porto bruciando combustibile fossile per generare energia. Una nave da crociera in porto consuma in media 2.700 litri di gasolio all’ora.

Il rapporto afferma che «Le 55 navi hanno utilizzato l’energia da terra per assorbire un totale di 1,5 milioni di kilowattora di elettricità. E’ probabile che una grande nave da crociera utilizzi almeno questa quantità di energia in meno di due settimane».

Peter Aylott, direttore politiche dell’UK Chamber of Shipping, ha dichiarato a openDemocracy:  «L’attuale prezzo dell’elettricità è così alto che nessuna compagnia di crociere la utilizzerà a meno che non sia obbligata a farlo in base a un requisito obbligatorio». Poi un portavoce dell’UK Chamber of Shipping ha chiarito che «Il prezzo elevato dell’elettricità è una delle ragioni per cui le navi da crociera non sempre si collegano a Southampton quando è disponibile l’energia elettrica da terra».

OpenDemocracy  ricorda che «Il Regno Unito è in ritardo rispetto all’UE nel costringere l’industria delle crociere a ridurre le proprie emissioni attraverso l’energia da terra. Le navi da crociera che visitano i porti dell’UeE dovranno collegarsi all’energia elettrica da terra a partire dal 2030 ai sensi del regolamento marittimo FuelEU. Al contrario, il governo del Regno Unito sta ancora valutando “opzioni” per espandere l’uso dell’energia da terra, inclusa “l’esplorazione del potenziale” di richiedere alle navi di utilizzarla quando sono in porto».

Per Hood di T&E,  «le compagnie di crociera che strombazzano il loro uso dell’energia elettrica da terra nel tentativo di sembrare ecologiche ma non riescono a utilizzarla effettivamente sono colpevoli di greenwashing. Il governo deve richiedere alle navi da crociera di collegarsi all’energia elettrica da terra quando è disponibile. Come primo passo, le compagnie di crociera dovrebbero pubblicare quando le loro navi utilizzeranno l’energia elettrica a terra e per quanto tempo».

La Barbour aggiunge: «Se le navi da crociera non avranno l’obbligo di cambiare, questo continuerà e i nostri residenti ne soffriranno. Abbiamo bisogno che tutti gli ormeggi siano in grado di fornire energia elettrica da terra e le navi devono essere adattate per utilizzarla. Al momento ogni nave è come una piccola città, che emette inquinamento quando non utilizza l’elettricità».

Le compagnie di crociera sono state accusate anche di ingannare l’opinione pubblica perché dicono che le loro navi stanno diventando più rispettose dell’ambiente perché possono bruciare gas naturale liquefatto (GNL) invece del diesel. Opportunity Green denuncia che la ricerca ha dimostrato che le perdite di metano incombusto potrebbero annullare i benefici climatici dichiarati del GNL.

Un portavoce di MSC Crociere, le cui navi attraccano regolarmente Southampton, ha ribattuto che la sua compagnia «Intende fare in modo che tutte le navi appartenenti a MSC Crociere utilizzino pienamente le strutture elettriche da terra in tutti gli altri porti che visiteranno una volta disponibili. Esiste una serie di ragioni per non utilizzare l’energia da terra, ma il costo non è uno di questi motivi».

Il rapporto Solent LEP afferma che l’energia elettrica da terra ha consentito di risparmiare 1,7 milioni di chilogrammi di CO2 in un anno. Questo è solo un quinto del risparmio annuo previsto dall’ABP nel suo business case presentato alla LEP per ottenere la sovvenzione di 4,4 milioni di sterline.

E un portavoce di ABP ha dichiarato che «ABP Southampton cerca sempre di massimizzare l’uso del suo impianto energetico costiero soggetto a vincoli di disponibilità delle risorse, inclusa la capacità di rete al di fuori del porto, e in risposta alla domanda dei clienti. L’implementazione richiede sempre un po’ di tempo perché sia ​​gli utenti che i fornitori acquisiscano familiarità con l’uso nella pratica. I numeri presentatici sembrano essere presi fuori contesto e contenere importanti difetti».

Ma openDemocracy fa notare che «I numeri sono stati forniti direttamente dall’ABP o basati sull’analisi dei dati dell’ABP» e che «Alla domanda su quante volte una nave da crociera non è riuscita a collegarsi a Southampton quando era disponibile l’energia elettrica da terra, il portavoce ha detto: “Non raccogliamo i dati”».