Legambiente chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog e invita i cittadini a firmare la petizione “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!”

Apnea against pollution per combattere l’inquinamento atmosferico nelle città italiane

A Milano installazione e performance dell’ex primatista mondiale di apnea Mike Maric

[10 Aprile 2024]

Per tornare a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’inquinamento atmosferico in Italia, Legambiente lancia Apnea Against Pollution  e lo fa partendo da Milano con una suggestiva performance, ideata in collaborazione con le agenzie del Gruppo Publicis Leo Burnett e MSL e realizzata ieri sera in piazza XXV Aprile, insieme all’ex primatista mondiale di apnea, oggi medico e coach sportivo, Mike Maric che si è immerso all’interno di un cubo trasparente contenente il peggior livello di smog registrato lo scorso febbraio a Milano (118 µg/mc3 di PM2.5), 24 volte oltre il limite raccomandato dall’Organizzazione mondiale della salute (Oms). Il Cigno Verde spiega che «L’obiettivo è lanciare un messaggio preciso e chiaro: per combattere l’inquinamento non bisogna smettere di respirare ma trovare soluzioni per tornare a respirare».

Presentando l’iniziativa, il direttore generale di Legambiente  Giorgio Zampetti ha detto che «Oggi una delle principali sfide è rappresentata dalla lotta all’inquinamento atmosferico, un’emergenza cronica che il nostro Paese deve affrontare con interventi concreti non più rimandabili. Ce lo ricordano l’Europa che ha già ammonito più volte l’Italia, ce lo ricordano i dati del nostro report annuale Mal’Aria di Città ma anche gli obiettivi al 2030 dell’Agenza ONU che parlano dell’importanza di avere città più sostenibili e vivibili. Con l’installazione realizzata a Milano “Apnea Against Pollution” vogliamo proprio richiamare l’attenzione sulla grande questione dello smog, che trova nell’area padana una delle aree più vulnerabili della Penisola e d’Europa. E proprio da Milano lanciamo un nuovo appello al Governo per chiedere un piano di interventi nazionali e territoriali più incisivi che abbiano al centro la mobilità sostenibile a partire dal trasporto pubblico locale e su ferro, riscaldamento e miglioramento dell’efficienza degli edifici, ma anche l’agricoltura e la zootecnica, tra le fonti responsabili della cattiva qualità dell’aria, e che dovranno essere più sostenibili».

Mike Maric  ha commentato: «Negli ultimi anni, per fortuna, tematiche come salute e longevità stanno sempre più prendendo piede. Se da una parte siamo diventati molto attenti alla cultura alimentare, dall’altra però non siamo ancora così attenti alla “cultura” dell’aria che respiriamo, tendiamo piuttosto a trascurare l’impatto che la sua qualità può avere sulla nostra salute. E’ per questo che sposo appieno il progetto di Legambiente, visto che è ormai da diversi anni che porto l’attenzione sull’importanza della respirazione e sulla qualità del nostro respiro. Soprattutto alla luce del fatto che vivo a Lodi, in un paese dove c’è un alto inquinamento atmosferico e sappiamo quanto questo inquinamento incida fino al 40% sullo sviluppo di patologie neurodegenerative; siccome ho un padre che ha una patologia neurodegenerativa, ho deciso di intervenire in prima persona e di mettere la faccia su un argomento fondamentale come quello della qualità dell’aria».

La performance dell’apneista che, come atto di protesta trattiene il respiro, è un pungolo per la popolazione a sottoscrivere la petizione “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!”  che chiede alle istituzioni di attuare una serie di interventi che migliorino efficacemente la qualità dell’aria. In particolare, Legambiente chiede di ripensare subito la mobilità urbana, implementando zone a basse e zero emissioni, ridisegnando lo spazio pubblico urbano con maggiori aree verdi, a30 km/h e strade scolastiche, investendo massicciamente nel trasporto pubblico locale, nell’ampliamento di reti ciclo-pedonali e nell’elettrificazione di tutti i veicoli pubblici. Inoltre, propone di agire sinergicamente anche sulle altre fonti di inquinamento, come il riscaldamento domestico e l’agricoltura, per restituire ai cittadini aree urbane più vivibili e sostenibili contrastando al tempo stesso la crisi climatica, tutelando la salute dei cittadini ed evitando una possibile multa europea.

Il progetto Apnea Against Pollution nasce dai dati raccolti da Legambiente nel report Mal’Aria di Città 2024 e e dalla campagna Città2030, che hanno rivelato che nei principali centri urbani italiani i livelli di inquinamento atmosferico sono  ancora lontani dai limiti normativi previsti per il 2030 dai negoziati europei e superiori ai valori suggeriti dall’Oms. Infatti, secondo l’ultimo report di Legambiente, «Nel 2023 18 città sulle 98 analizzate hanno superato i limiti giornalieri di PM10 nel 2023: Frosinone ha registrato 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (66), Treviso (63), Mantova, Padova e Venezia con 62. Preoccupa anche il confronto con i nuovi target normativi europei fissati per il 2030, secondo cui il 69% delle città risulta fuorilegge per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 50% per l’NO2, e la Pianura Padana rappresenta una delle aree più vulnerabili del Paese».

Gli ambientalisti ricordano che «A questa situazione si aggiungono i dati drammatici sulle morti da smog e sviluppo di malattie invalidanti dovute all’eccessivo inquinamento dell’aria. Secondo l’Agenzia Europea per l’ambiente, infatti, ogni anno in Europa muoiono prematuramente centinaia di migliaia di persone perché esposte a concentrazioni di inquinanti superiori ai livelli raccomandati dall’OMS, e l’Italia registra un triste primato con più di 47.000 decessi annui da PM 2.5 (su un totale di 253.000 morti nei 27 Paesi membri)».

Dati preoccupanti che hanno portato Legambiente a interrogarsi nuovamente su come rendere note le gravi ripercussioni che l’aria inquinata ha sulla salute dei cittadini e proporre azioni che possano tempestivamente migliorarla.