Il discorso del capitano Ibrahim Traoré, presidente a interim del Burkina Faso, al vertice Russia-Africa di luglio a San Pietroburgo

Per capire cosa sta succedendo in Niger

«Noi Capi di Stato africani dobbiamo smettere di essere le marionette dell’imperialismo»

[3 Agosto 2023]

Il Colpo di Stato in Niger sembra aver preso di sorpresa le cancellerie occidentali, ma fa seguito a golpe dello stesso tipo avvenuti in successione in Niger, Guinea, Burkina faso e Ciad, quasi sempre permeati da un nazionalismo socialisteggiante e anti-Jihadista, da un odio malcelato verso gli ex padroni coloniali francesi e i loro interventi militari e diplomatici per tenere al potere dittature sanguinarie e inguardabili e false democrazie cleptocratiche che però avevano giurato fedeltà alla Francia e all’Occidente. La fine della globalizzazione come la conosciamo, l’irruzione di nuovi attori sulla scena internazionale, la nuova guerra fredda innescata dalla guerra calda tra la Russia e l’Ucraina armata dall’Occidente, hanno portato le uniche forze davvero organizzate dei Paesi del Sahel – poverissimi e ricchi di risorse – a vedere una finestra di opportunità per prendere il potere e mettere da parte governi civili accusati di essere filo-francesi.  Una finestra di opportunità anche per russi e cinesi, che infatti ci sono saltati dentro subito. Come scrive senza infingimenti su RT l’analista politico russo Timur Fomenko, «Se il golpe in Niger dovesse riuscire, le nuove autorità sono intente a stringere relazioni più strette con la Russia, che può diventare un nuovo e molto meno complicato garante della sicurezza. Mentre la Cina in genere fornisce assistenza economica e infrastrutturale agli Stati africani, oltre a una garanzia di non intervento e sostegno alla sovranità nazionale, è meno aperta e limitata nel fornire un sostegno militare specifico per reprimere le insurrezioni, che è più la nicchia della Russia».

Ma per capire davvero il nuovo clima geo-politico africano e il perché di questi golpe a ripetizione (e perché un intervento armato straniero in Niger e nel Sahel sarebbe una catastrofe) bisogna leggere il discorso “Noi Capi di Stato africani dobbiamo smettere di essere le marionette dell’imperialismo”, tenuto dal capitano Ibrahim Traoré, presidente a interim del Burkina Faso, al vertice Russia-Africa di luglio a San Pietroburgo. Il giovane presidente golpista del Burkina Faso dice di ispirarsi a Thomas Sankara, il presidente comunista e padre della patria e amato in Africa quanto Nelson Mandela, assassinato su mandato francese da Blaise Compaoré, che poi è stato il dittatore filo-occidentale del Burkina Faso dal 1987 al 2014.

 

Ecco il testo integrale del discorso di Traoré al vertice Russia – Africa di San Pietroburgo:

 

Compagno presidente Vladimir Putin, compagni presidenti e capi di Stato africani, compagni capi delegazione, buongiorno.

E’ un onore intervenire qui oggi. Vi porto il saluto del popolo del Birkina Faso, il ppaese degli integri. Ringrazio Dio che ci ha permesso di riunirsi qui stamattina in buona salute per parlare del futuro e del benessere dei nostri popoli.

Chiedo scusa ai presenti più anziani, africanité oblige, La mia generazione ha molte domande e non trova risposte. Qui possiamo però riflettere, perché ci sentiamo in famiglia. Anche la Russia infatti fa parte della famiglia, per l’Africa. Abbiamo la stessa storia. La Russia ha accettato enormi sacrifici per liberare il mondo dal nazismo nella seconda guerra mondiale. E anche molti africani, i nostri nonni, sono stati arruolati di forza per aiutare l’Europa a sbarazzarsi del nazismo. Condividiamo la stessa storia nel senso che siamo i popoli dimenticati del mondo. Nei libri di storia, nei documentari e nei film, si tenda ad accantonare il ruolo preponderante giocato dalla Russia, e il ruolo dell’Africa nella lotta contro il nazismo.

Adesso siamo insieme per parlare del futuro dei nostri popoli, di quello che accadrà domani, del mondo libero al quale aspiriamo. Un mondo senza ingerenze nei nostri affari interni. Abbiamo le stesse prospettive e auspico che questo vertice sia l’occasione per poter tessere ottime relazioni per il migliore avvenire possibile per i nostri popoli.

Le questioni che la mia generazione si pone sono le seguenti, per riassumerle. Non capiamo perché l’Africa con tante ricchezze nel sottosuolo, una natura generosa, sole in abbondanza, acqua, è oggi il continente con le popolazioni più povere. E’ un continente affamato. E come mai i capi di Stato vanno in giro per il mondo a mendicare. Non abbiamo risposte.

Abbiamo l’occasione di stringere nuove relazioni e spero che possano dare un futuro migliore ai nostri popoli.

I giovani della mia generazione mi incaricano anche di dire che a causa della povertà sono obbligati ad attraversare il mare per cercare di arrivare in Europa. Muoiono in mare. Ma presto non attraverseranno più. Andranno davanti ai palazzi governativi per cercare il necessario.

Quanto al Burkina Faso, da otto anni siamo costretti ad affrontare alla manifestazione più barbara e violenta del neocolonialismo, dell’imperialismo, la schiavitù che cercano ancora di imporci. E i nostri predecessori ci hanno insegnato una cosa: lo schiavo che non è capace di rivoltarsi contro la propria sorte non merita che si provi pietà per la sua sorte. Noi non ci commiseriamo e non chiediamo compassione: il popolo burkinabè ha deciso di lottare contro il terrorismo. In questa lotta, tanti volontari hanno preso le armi contro il terrorismo.

Siamo sorpresi vedendo che gli imperialisti definiscono questi volontari “milizie” e di delinquenti. Eppure, quando in Europa le popolazioni hanno imbracciato le armi per difendere la patria, sono stati definiti patrioti. I nostri nonni sono stati deportati per salvare l’Europa. Eppure al ritorno, quando hanno voluto difendere i loro diritti, sono stati massacrati.

Ed ecco che adesso chi cerca di difendersi è definito “milizia”. Ma non importa.

Il problema è piuttosto vedere capi di Stato africani che non aiutano in alcun modo i popoli che si battono, e che cantano lo stesso coro degli imperialisti e ci definiscono milizie e gruppi che non rispettano i diritti umani. Di quali diritti umani parliamo?

Occorre che noi, capi di Stato africani, smettiamo di comportarci come marionette che si muovono grazie ai fili del degli imperialisti.

Ieri il presidente Vladimir Putin ha annunciato l’invio dei cereali in Africa, ne siamo lieti e lo ringraziamo. Ma è anche un messaggio ai capi di Stato africani, perché al prossimo forum non dovremo venire qua senza aver assicurato l’autosufficienza alimentare dei nostri popoli. Dobbiamo assumere l’esperienza di quelli che ci sono già arrivati, in Africa; e approfondire le relazioni con la Federazione russa per arrivare a soddisfare le necessità delle nostre popolazioni.

Termino dicendo che dobbiamo rendere omaggio ai nostri popoli, i nostri popoli che si battono. Gloria ai nostri popoli. Dignità ai nostri popoli.

La patrie ou la mort nous vaincrons!

Capitano Ibrahim Traorè

presidente a interim del Burkina Faso