La nuova direttrice dell’Iom Amy Pope: «Stiamo meglio grazie ai migranti»

A 10 anni dal naufragio di migranti a Lampedusa, il timore è che tali tragedie siano state normalizzate

[3 Ottobre 2023]

La statunitense Amy Pope ha iniziato il suo mandato quinquennale come undicesima direttrice generale dell’International Organization for Migration (IOM) ed è la prima donna a ricoprire questo incarico nei 72 anni di storia dell’IOM. La Pope prende il posto del portoghese António Vitorino e ha una vasta e comprovata esperienza nell’affrontare la migrazione.

Fondata nel 1951, l’IOM fa parte del sistema delle Nazioni Unite ed è la principale organizzazione intergovernativa nel campo della migrazione e si impegna a sostenere il principio secondoil quale «Una migrazione umana e ordinata avvantaggia i migranti e la società».

La Pope Pope si è laureata magna cum laude alla Duke University School of Law con un dottorato in giurisprudenza e ha una laurea in scienze politiche (con lode) presso l’Haverford College in Pennsylvania. È sposata e ha due figlie. Prima della sua storica elezione, la Pope era vicedirettrice generale dell’IOM per la gestione e la riforma. In precedenza e stata consigliere senior sulla migrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden e vice consigliere per la sicurezza interna del presidente Baravk Obama. Mentre lavorava alla Casa Bianca, la Pope ha sviluppato e implementato strategie globali per affrontare la migrazione, in settori quali il contrasto alla tratta di persone, il reinsediamento dei rifugiati e delle persone vulnerabili e la preparazione delle comunità a rispondere e adattarsi alle crisi legate al clima. Ha promosso il dialogo sulle sfide e le opportunità della migrazione globale attraverso i suoi scritti accademici e il lavoro con Chatham House. Ha anche ricoperto incarichi al Dipartimento della giustizia e al  Senato Usa ed è stata partner dello studio legale Schillings con sede a Londra.

Nel suo discorsi di insediamento, la nuova direttrice generale dell’IOM ha detto: «Sono onorata e privilegiata di servire come direttore generale di questa organizzazione eccezionale. La migrazione è una forza di trasformazione che può facilitare l’innovazione, guidare lo sviluppo e catalizzare l’empowerment economico. E’ una delle questioni cruciali del nostro tempo e non vedo l’ora di lavorare in modo collaborativo per affrontare le sfide e creare opportunità per tutti, soprattutto per i più vulnerabili».

Sottolineando l’importanza delle partnership, la Pope ha fatto notare che «Durante un periodo di migrazione senza precedenti, l’IOM non può svolgere questo lavoro da sola. Continuerò a garantire che le voci di tutti i 175 Stati membri siano ascoltate nella progettazione, nel coordinamento e nell’attuazione di soluzioni pratiche per tutti. Costruiremo partenariati con il settore privato, con la società civile e con altri stakeholders,  riconoscendo che quando la migrazione è ben gestita la società ne trae vantaggio».

Nella sua prima conferenza stampa a Ginevra come capo dell’IOM la Pope ha detto che. «I migranti sono prima delle persone e non dovrebbero essere visti come un problema. Questa distinzione è oggi più importante che mai. Sono passati quasi 10 anni da quando il naufragio di una nave di migranti al largo delle coste italiane il 3 ottobre 2013 ha causato la morte di oltre 368 persone. Il timore più grande dell’agenzia è che tali tragedie siano state normalizzate. Queste sono persone prima di essere etichettate come migranti o richiedenti asilo o qualsiasi altra cosa, e valorizzare la loro vita umana, riconoscere la loro dignità è la chiave di tutto ciò che diciamo e facciamo e in qualunque Stato membro con cui lavoriamo. Soprattutto mentre ci avviciniamo all’anniversario di Lampedusa, è un momento importante per riconoscere e ricordare che in definitiva non si tratta di un problema, si tratta di persone».

La Pope ha avvertitio che «Dato l’enorme impatto degli shock climatici, dei conflitti, delle persecuzioni e di altre influenze destabilizzanti sulle fragili comunità di tutto il mondo, dall’America Latina all’Europa, all’Asia e all’Africa, la migrazione non finirà presto. Nel mondo ci sono circa 280 milioni di migranti. Sappiamo già che decine di milioni di persone si sono spostate proprio quest’anno a causa dell’impatto climatico. Ci sono altre centinaia di milioni che vivono in comunità estremamente vulnerabili dal punto di vista climatico».

La direttrice generale dell’IOM ha sottolineato che «A causa di questo drammatico status quo sopportato da così tanti individui, a meno che le nazioni più ricche non li aiutino a resistere alla siccità e ad altri shock climatici, cogliendo allo stesso tempo le opportunità offerte dalla migrazione, è molto probabile che il mondo vedrà sempre più persone disperate. Che si tratti del cambiamento climatico, dei conflitti, dell’incapacità di trovare un lavoro o di un futuro nel proprio Paese, o della violenza all’interno dei quartieri o delle comunità, sempre più persone cercano di trovare una vita migliore da qualche altra parte nel mondo».

Alla domanda se la decisione del presidente Usa Biden di consentire a circa 470.000 venezuelani non registrati di lavorare legalmente potrebbe incoraggiare l’immigrazione, il ni uovo capo dell’IOM ha risposto; «Se non ci fossero posti di lavoro, non verrebbero» e che l’obiettivo dell’IOM è quello di chiedere «Percorsi più regolari e realistici per le persone».

Poi ha ricordato i risultati di un rapporto della Banca Mondiale che sottolinea che la migrazione fosse una forza potente per la riduzione della povertà: «Oggi, non meno di 30 delle più grandi economie del mondo faticano a ricoprire i posti di lavoro nei settori della sanità, dell’agricoltura, dell’edilizia, dell’ospitalità. Francamente, nonostante ci siano stati enormi sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale, non viaggia al ritmo necessario per rimediare alla carenza di manodopera. E molti, molti di questi lavori non verranno svolti bene da una macchina».

Per la Pope bisogna seguire l’esempio del governo spagnolo per le soluzioni lavorative offerte dall’immigrazione e ha insistito sul fatto che «Le economie che hanno visto un significativo afflusso di migranti nel corso degli anni hanno visto in modo schiacciante che le persone tendono a stare meglio grazie alla migrazione, sia che si tratti del perché sta alimentando l’innovazione, sta alimentando l’offerta di manodopera, sia che stia alimentando il rinnovamento o la rivitalizzazione delle comunità che invecchiano. La migrazione, nel complesso, è un vantaggio».

L’8 ottobre la Pope sarà ad Addis Abeba per incontrare i rappresentanti dell’Unione africana, poi andrà n Kenya, Somalia e Gibuti, perché, ha ricordato, «Oltre l’80% della migrazione avviene in Africa. Oltre ai governi, intendo portare avanti discussioni per soluzioni migratorie con le comunità locali, la società civile e il settore privato. “Bisogna avere il settore privato al tavolo, perché il settore privato dice: ‘Guardate, abbiamo i posti di lavoro, semplicemente non abbiamo persone per occuparli. Aiutateci a superare la burocrazia’”».