Riceviamo e pubblichiamo

Rapporto energia 2015, un’analisi dalla Sicilia

Uno spaccato sul documento prodotto dall’Osservatorio regionale dell’energia

[8 Gennaio 2016]

Il Rapporto energia, curato dall’Osservatorio regionale, ci consente di fare il punto sui fatti salienti che riguardano l’energia in Sicilia. Nel mese di dicembre si è tenuta a Parigi la conferenza delle Nazioni Unite sul Clima (COP21). I grandi della terra (150 capi di Stato e di governo), si sono riuniti a Bourget per discutere sul cambiamento climatico. L’obiettivo è quello di mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2°C rispetto all’era preindustriale.

In Europa i nuovi obiettivi, contenuti nella roadmap 2050, passano dal nuovo pacchetto clima-energia al 2030 (40% di riduzione di gas serra rispetto al 1990, 27% di energia prodotta da fonte rinnovabile, 27% di incremento per l’efficienza energetica). I suddetti tre obiettivi sono tra loro collegati, infatti, all’aumentare della produzione di energia da fonte rinnovabile e degli interventi di efficienza energetica, conseguentemente, diminuiscono le emissioni di CO2 in atmosfera.

Patto dei Sindaci – L’attuazione delle politiche europee per l’energia e il clima investe tutti i livelli decisionali: locale, regionale, nazionale ed europeo. In tale contesto l’UE ha lanciato l’iniziativa “Patto dei Sindaci” nel 2009, in relazione alla quale le città firmatarie si impegnano a superare gli obiettivi fissati (per il 2020) a livello europeo.

L’alta adesione all’iniziativa, circa il 90% dei comuni dell’isola, rappresenta certamente un successo della Regione Siciliana, seconda solo alla Regione Andalusia fra i coordinatori del patto e quindi esempio di eccellenza in Europa.

Nei prossimi anni i comuni siciliani saranno chiamati a realizzare le azioni contenute nei Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), a fare efficienza energetica, ad utilizzare le fonti rinnovabili e a realizzare edifici a energia quasi zero, contestualmente, la Regione disporrà di una leva finanziaria (PO FESR 2014-2020) di circa 519,5 milioni di euro di aiuti comunitari.

Settore petrolifero – È il settore che risulta maggiormente in fibrillazione in Sicilia. Questa condizione è riconducibile sia al crollo dei consumi, indotto dalla crisi economica, sia alla distorta concorrenza delle raffinerie dei paesi extraeuropei, fortemente avvantaggiate dai più bassi costi dell’energia, della materia prima e da vincoli ambientali e sociali praticamente inesistenti. In Sicilia, nel primo semestre del 2015, si registra una forte contrazione delle esportazioni ascrivibile prevalentemente al settore dei prodotti petroliferi raffinati (-18,5%) che rappresentano quasi i tre quinti delle esportazioni totali regionali, incidendo in modo pesante sul PIL siciliano. L’export petrolifero è diminuito in termini nominali a causa della discesa dei prezzi del settore sui mercati internazionali e si è ridotto l’export dei prodotti raffinati verso i paesi dell’area dell’euro (-40,8%) e verso il continente africano (-37%). Abbiamo registrato, nei pozzi siciliani, un leggero incremento nelle estrazioni di greggio con un’incidenza del 20% sul quantitativo prodotto in Italia, considerando anche le coltivazioni offshore. La fiscalità sui prodotti petroliferi risulta ancora molto pesante, il prezzo di un litro di benzina, in Sicilia, è mediamente di 1,472 €, accise e IVA incidono per circa il 60% sul prezzo finale.

Gas naturale – La copertura del fabbisogno di gas naturale, nell’isola, continua ad essere alimentata dalle importazioni, tuttavia è da sottolineare una forte riduzione di gas importato nel periodo compreso tra il 2012 e il 2014, rispettivamente, da 27 milioni di metri cubi di gas importato a 13 milioni di metri cubi con una contrazione in percentuale del 51,8 %. In Sicilia si continua a consumare circa 4 milioni

di metri cubi di gas naturale, di cui il 60% è utilizzato per la produzione di energia elettrica mentre la restante parte per gli usi finali negli altri settori.

Energia elettrica – Continua il decremento nei consumi di energia elettrica in contrazione in tutti i settori a seguito di una diminuzione della domanda, verosimilmente legata alla persistente crisi economica. La potenza netta di energia elettrica installata in Sicilia è di 9.200 MW di cui ben 5.439 in centrali termoelettriche, 1.743 in impianti eolici, 1.294 in fotovoltaici e 722 in idroelettrici. La produzione è di 22.536 GWh di cui 17.249 da centrali termoelettriche, 2.922 da fonte eolica, 1.893 da fonte fotovoltaica e 471 da fonte idroelettrica. I consumi sono stati di 19.790 GWh con un saldo in uscita di 1.492 GWh. Anche quest’anno la Sicilia gioca il ruolo di esportatrice netta di energia elettrica. Poiché il 21,5 % di energia rinnovabile immessa in rete non è programmabile, essa, non coincide con le specifiche richieste dei consumatori. Per tale ragione il sistema deve essere gestito in esportazione con le centrali termoelettriche sempre accese e con costi di gestione rilevanti. Tali circostanze richiedono consistenti opere di rinforzo della rete e l’interconnessione al Continente.

Fonti rinnovabili e Burden Sharing – La produzione da fonti energetiche rinnovabili mostra un leggero incremento rispetto al 2013 passando da 5.127,9 GWh a 5.221,3GWh. Sulle rinnovabili nel 2015 si registra un forte interesse per le tecnologie correlate al solare termodinamico. Con l’approvazione del Decreto 11 maggio 2015 del Ministero dello Sviluppo economico, il GSE e l’Enea hanno fornito i primi dati che concorrono alla verifica del grado di raggiungimento degli obiettivi regionali di consumo di energia da fonti rinnovabili, fissati dal DM 15/3/2012 cosiddetto “burden sharing”, alla Regione Siciliana, com’è noto, è stato attribuito un obiettivo finale pari al 15,9% (al 2020) di consumo da fonti energetiche rinnovabili sul consumo finale lordo, obiettivo, che dovrà essere raggiunto passando da obiettivi intermedi: 7,0 % al 2012, 8,8% al 2014, 10,8% al 2016 e 13,1% al 2018.

Dalle analisi effettuate risulta che l’obiettivo intermedio del 7% al 2012 è stato raggiunto, rilevandosi una percentuale del 9,6 %. Ciò nonostante, da una lettura più attenta, si evince che la Sicilia ha la minor crescita di energia da fonti rinnovabili rispetto alle altre regioni. Infatti confrontando i dati con le altre regioni, la Sicilia si colloca al quartultimo posto, molto al di sotto della media nazionale.

Tale rallentamento risulta particolarmente evidente nel periodo 2012-2014 per via delle modifiche che hanno interessato i sistemi di incentivazione nazionali sulle tecnologie rinnovabili per la produzione di energia elettrica e dei numerosi interventi regionali in materia.

Certificazione energetica – Nelle costruzioni, infine, l’attività produttiva ha continuato a contrarsi, ma la fase recessiva risulta in attenuazione e nel mercato immobiliare si conferma la ripresa delle compravendite residenziali, iniziata nell’anno precedente. Comunque è pur sempre evidente

che gli edifici risultano prevalentemente a bassa efficienza energetica e i dati siciliani confermano tale condizione. Dagli attestati depositati nel catasto regionale (Cefa) risulta che dei circa 268.000 edifici certificati oltre il 74% è a bassa efficienza energetica.

di Domenico Santacolomba – Osservatorio regionale dell’energia