Per il ministro Pichetto «il gas è la nostra cintura di sicurezza per le rinnovabili»

Il presente è fatto di corsa ai gasdotti e ai rigassificatori mentre il resto è rimandato al futuro

[26 Gennaio 2023]

Intervenendo  alla prima assemblea annuale di Proxigas di Confindustria, il ministro il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha detto che «La filiera del gas ha assunto un’importanza strategica: sarà l’ultima fonte fossile che abbandoneremo, la meno inquinante, la cintura di sicurezza per le fonti rinnovabili, che ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi più sfidanti che abbiamo di fronte. L’oro di oggi è il gas e tra questi il biometano, il nostro oro verde».

Compiendo uno slalom dialettico notevole (visto che il gas lo importiamo e dovremmo continuare a impotarlo, il ministro ha aggiunto che «La dipendenza dall’estero ci rende vulnerabili, è un freno allo sviluppo.  Questo governo non ha scelto la sicurezza energetica come uno slogan, ma come visione prospettica: essere padroni del nostro destino e insieme creare un nuovo filone di sviluppo sostenibile, nostro e per le future generazioni».

E Pichetto ha ricordato quindi «L’impegno del governo per rendere l’Italia “hub” del Mediterraneo per la distribuzione di gas. Questa filiera è oggi il principale motore energetico del Paese, da cui dipende lo sviluppo». E, tanto per parlare di indipendenza dall’estero, il titolare del MASE ha ricordato i recenti accordi raggiunti in Algeria, come in Egitto e «L’importanza dell’approvvigionamento attraverso il TAP, gli obiettivi dei due rigassificatori di Piombino e Ravenna, i ragionamenti sugli impianti di Gioia Tauro e Porto Empedocle». E, riferendosi al raddoppio della linea Adriatica, ha aggiunto: «Non possiamo prescindere  da un nuovo tubo da sud a nord: sono 425 chilometri da fare in fretta. Gli accordi firmati dall’Italia ad Algeri hanno un grande significato, perché aggiungono nuovi tasselli al mosaico energetico che stiamo portando avanti dal primo giorno: diversificare le fonti e la loro provenienza, acquisendo una storica centralità nel Mediterraneo sugli approvvigionamenti. Dalle infrastrutture che servono a incrementare il flusso di gas allo sviluppo delle rinnovabili, fino ai progetti per ridurre le emissioni, gli accordi italo-algerini aprono uno sguardo sul futuro ambientale ed energetico non solo dell’Europa, ma anche del continente africano, la cui stabilità si costruisce portando sviluppo e crescita sostenibile, secondo la visione di un grande italiano come Enrico Mattei».

Più che un proclama di indipendenza sembra una resa senza condizioni, una specie di progressivo auto-incatenamento a infrastrutture delle quali non potremo certo sbarazzarci entro i i pochi anni che richiederebbe, ad esempio, l’Accordo di Parigi. Ma Pichetto ha tirato fuori dal  cappello il nuovo coniglio del greenwashing del futuro pulito mentre si costruisce un presente fossile insieme a governi autoritari: «L’Africa potrà essere una grande area di produzione dell’idrogeno, così come è una sfida il biometano, su cui il PNRR ha l’obiettivo dei 2,3 miliardi di metri cubi al 2026: questa fonte può avere un’influenza notevole sul sistema italiano, a partire dall’”automotive”, perché sarebbe un modo di diversificare mantenendo importanti filiere produttive nelle quali abbiamo “know how” di cui altri Paesi non dispongono».

Pichetto è però consapevole che «Entro il 2023 dobbiamo riformulare il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, da cui dipende l’azione pratica e normativa. Diventa fondamentale avere un PNIEC discusso, valutato, confrontato e realistico rispetto al percorso che dobbiamo fare. Dobbiamo da meccanismi di emergenza: meno bonus, meno sussidi e sconti temporanei, ma azioni con un disegno strutturale».

Anche se per ora di strutturale si vede solo la riesumazione del gasdotto Galsi Algeria – Sardegna – Toscana e i rigassificatori come quello di Piombino che i partiti de i governo contestano in Toscana ma approvano a Roma e a Bruxelles e alimentano con gli accordi e il gas di Algeria, Egitto e Mozambico.