La visita di affari di Renzi in Iran, vista dagli iraniani

Rohani: «Italia torni primo partner Ue» Dialogo sulle crisi in Afghanistan, Yemen, Siria, Iraq e Libia

[13 Aprile 2016]

I giornali iraniani danno un discreto risalto alla visita a Teheran del presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, a soli 75 giorni dalla visita del presidente italiano Hassan Rohani a Roma, restata nella memoria collettiva più per la ridicola – e non richiesta – copertura delle statue nude, che per gli affari tra Italia ed Iran. La stampa iraniana sottolinea che Renzi è il primo capo di governo occidentale in visita in Iran dopo l’abolizione delle sanzioni legate all’embargo contro il nucleare della Repubblica islamica. Il presidente della Repubblica Islamica ha ricordato che «Nei negoziati tra l’Iran ed il 5+1 sulla questione nucleare, l’Italia non era presente ma ha svolto lo stesso il suo ruolo attraverso la presenza di Federica Mogherini».

Che gli affari siano al centro della visita lo spiega bene la radio internazionale iraniana Irib: «Al suo arrivo all’aeroporto Mehrabad, Renzi è stato accolto dal ministro dell’industria, miniere e del commercio iraniano Mohammad Reza Nematzadeh».  Poi Renzi ha incontrato Hassan Rohani ed alti funzionari della Repubblica islamica «per discutere le modalità’ di sviluppare la cooperazione bilaterale economica e commerciale nel periodo post-sanzioni nonché avere una presenza attiva di aziende e investitori italiani in Iran». Ad accompagnare ci sono Cdp, Sace, che ha già  annunciato un impegno per 5 miliardi di euro di investimenti, Simest e alcuni campioni del sistema bancario a partire da Mediobanca. Durante la missione di Matte Renzi, , che sara’ accompagnato dal viceministro allo Sviluppo Ivan Scalfarotto, si terra’ anche un business forum con la presenza dei principali ministri iraniani.

Nella conferenza stampa congiunta di Renzi e Rohani di ieri, il presidente iraniano Rohani ha detto che «L’Italia ha un posto particolare nel cuore degli iraniani. Le aziende e l’industria italiana sono sempre stati i benvenuti nel nostro Paese. L’Italia è un’amica preziosa e di vecchia data. Nel periodo difficile delle sanzioni, il comportamento dell’Italia è stato diverso rispetto agli altri Paesi».

Rohani ha poi rammentano che «Nel giro di tre mesi si è verificata la mia visita a Roma e quella del presidente del consiglio italiano a Teheran e questo è un chiaro segnale sulla volontà dei due popoli circa lo sviluppo delle relazioni nei settori dell’economia, della scienza e della cultura. Siamo felici che dopo la fine delle sanzioni, l’Italia sia all’avanguardia tra i paesi dell’Unione Europea nella ripresa delle relazioni con l’Iran. L’Italia era il primo partner commerciale dell’Iran in Europa prima delle sanzioni e noi, oggi, vogliamo che questo paese riprenda il suo posto».

Al termine dell’incontro con Renzi Il presidente iraniano ha nuovamente auspicato che« l’Italia possa tornare ad essere il primo partner commerciale europeo dell’Iran, così come lo era prima dell’era delle sanzioni» e ha annunciato: «Abbiamo firmato 36 memorandum di intesa e vogliamo che essi diventino operativi». Si tratta di accordi commerciali che riguardano  infrastrutture, ricerca e cultura «ma tra Italia e Iran spunta anche la possibilità di un dialogo sulle aree di crisi che vanno dall’Afghanistan, allo Yemen, dalla Siria, all’Iraq e la Libia – si legge su Irib –  tutti Paesi citati dal presidente iraniano Hassan Rohani dopo il colloquio con il premier Matteo Renzi». Infatti Rohani ha detto che «Da entrambe le parti c’è volontà e determinazione contro il terrorismo e condividiamo anche la necessità di aiutare le popolazioni che hanno perso la casa e hanno bisogno di aiuto e cure mediche. Su questo è stato posto l’accento». Renzi ha ricordato la visita in corso del ministro degli esteri  Paolo Gentiloni in Libia e ha detto che «Su Siria, Yemen e altri teatri di crisi sarebbe utile un approfondimento», anche perché fino ad ora in Siria e Yemen l’Italia appoggia il fronte opposto a quello iraniano.

Renzi ha sottolineato che la fine delle sanzioni all’Iran «è un passaggio storico non solo per il Paese ma per l’Europa e per tutta la regione: siamo impegnati perché lo sforzo della comunità internazionale sia accompagnato da un messaggio di fiducia che possa rendere evidente che qualcosa si è mosso». Sottolineando di essere a Teheran per la prima volta, Renzi ha però ricordato che la sua visita si inscrive «nella lunga tradizione di amicizia dell’Italia nei confronti” dell’Iran. A fianco al dialogo, però, c’è la necessità di atti concreti che rendano operativi gli oltre trenta accordi siglati e in tal senso bisogna lavorare per rendere operative le linee di credito». Un tema al quale Rohani si è mostrato molto sensibile: «Per quanto riguarda il settore bancario tra i due Paesi, sono stati fatti buoni passi ma dobbiamo muoverci più velocemente per fare quelli che ancora rimangono. E’ vero che le sanzioni bancarie sono state tolte e che le banche hanno cominciato le loro attività ma abbiamo qualche effetto psicologico dell’era delle sanzioni e su questo dobbiamo lavorare». Renzi ha ammesso che su questo aspetto «c’è bisogno di fare di più naturalmente in rapporto con le autorità iraniane. Ma l’Italia è totalmente impegnata in questa direzione» ed ha evidenziato la presenza nella missione dell’ad di Sace, Alessandro Castellano, del capo del business di Cdp, Antonella Baldini e dell’ad di Mediobanca, Alberto Nagel.

Renzi ha incontrato anche la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, che sul suo sull’account Twitter ufficiale scrive che «L’Iran considera positiva la cooperazione con l’Italia e speriamo che questa visita rafforzi tale opinione», ma aggiunge: «Alcune aziende e Paesi europei stanno visitando l’Iran e negoziando, ma non ci sono stati finora risultati tangibili,la questione centrale è l’applicazione degli accordi».

Irib sottolinea che «L’Ayatollah Khamenei ha inoltre reso noto che l’Iran accoglie lo sviluppo dei propri legami con l’Italia in particolare nel campo dell’economia aggiungendo che Roma, rispetto ad altri paesi occidentali, durante l’era delle sanzioni anti-iraniane, ha mantenuto un atteggiamento logico nei confronti di Teheran. I funzionari americani stanno spaventando i partner dell’Iran affinché essi non ripristinino le loro cooperazioni con il nostro Paese».

Chi non sembra per nulla spaventato è l’amministratore delegato di Saipem, Stefano Cao, che ha firmato con l’amministratore delegato della compagnia, Razavi Oil & Gas Development, Ali Yadghar, un  memorandum d’intesa per la collaborazione ad un importante progetto in Iran. In una nota Saipem spiega che l’accordo «prevede l’avvio di discussioni relative alla possibile collaborazione nei lavori di sviluppo del giacimento di gas Toos Gas Field Development Project, che si trova a circa 100 chilometri a nordovest della città di Mashhad. Il giacimento, di oltre 60 miliardi di metri cubi di gas in posto, ha la capacità di produrre circa 4 milioni di metri cubi di gas al giorno. Il progetto di sviluppo comprende la perforazione di 5 pozzi più 2 opzionali, oltre alla progettazione e realizzazione di tutti gli impianti upstream per la produzione, il trasporto e il trattamento del gas. Questo nuovo accordo segue quelli firmati a gennaio con la National Iranian Gas Company, per l’avvio di discussioni relative a possibili collaborazioni su pipeline, e con la Parsian OIl & Gas Development Company, relativo a lavori di ammodernamento e potenziamento delle raffinerie di Pars Shiraz e di Tabriz, e consolida ulteriormente il rapporto storico di Saipem in Iran».