La produzione di energia fossile dell’Ue al minimo storico. Ma il gas domina l’elettricità italiana

Rapporto Ember: il calo della domanda porta al collasso del carbone e del gas nella prima metà del 2023, mentre il solare spinge avanti la crescita dell’energia pulita

[30 Agosto 2023]

Secondo il rapporto “EU fossil generation hits record low as demand falls”, pubblicato dal think tank energetico Ember, «Il solare guida la transizione verso l’energia pulita dell’Ue mentre il carbone e il gas crollano. La prima metà del 2023 ha visto un crollo della produzione fossile dell’Ue, portando alla produzione più bassa mai registrata. L’eolico e il solare hanno continuato la loro crescita, con la produzione solare in aumento del 13% e quella eolica del 5%. L’idroelettrico e il nucleare si stanno riprendendo dai minimi storici nel 2022, anche se le loro prospettive a lungo termine sono incerte».

Nell’Ue, tra gennaio e giugno i combustibili fossili hanno prodotto 410 TWh di elettricità, pari al 33% della domanda, il dato più basso di sempre. Un crollo guidato dal carbone, che è diminuito di ben il 23% nella prima metà dell’anno, mentre il gas è diminuito del 13% su base annua. A maggio, il carbone ha stabilito un record negativo producendo per la prima volta in assoluto meno del 10% della produzione di elettricità dell’Ue.

Secondo l’autrice del rapporto, Sarah Brown, a capo del programma europeo di Ember, «Il crollo dei combustibili fossili è stato causato principalmente da un calo significativo della domanda di elettricità, in un contesto di prezzi persistentemente elevati di gas ed energia elettrica, da una riduzione della produzione industriale e da misure di emergenza durante l’inverno. Per accogliere la ripresa della domanda e allo stesso tempo garantire che la transizione energetica rimanga sulla buona strada, l’Ue deve accelerare la diffusione dell’energia pulita, con particolare attenzione alla risoluzione degli ostacoli all’integrazione delle energie rinnovabili».

Infatti, a causa degli alti prezzi dell’energia e delle misure di emergenza, nell’Ue la domanda di elettricità è scesa sostanzialmente al minimo storico di 1261 TWh, al di sotto anche del minimo pandemico del 2020 di 1271 TWh e il più basso almeno dal 2008 per gli attuali Stati membri. Questo calo è responsabile della maggior parte della diminuzione della produzione di energie fossili nell’Ue

Al contrario, nella prima metà dell’anno è proseguita la crescita dell’energia solare, con una produzione in aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2022. La produzione eolica è aumentata del 5%, mentre l’idroelettrico ha recuperato (+11%). Il nucleare è sceso (-4%), ma per EMBER è destinato a migliorare nel corso dell’anno.

Da gennaio a giugno, 17 paesi hanno prodotto quote record di energia da fonti rinnovabili, con Grecia e Romania che hanno superato per la prima volta il 50% e Danimarca e Portogallo hanno entrambi superato il 75%.

Le cose non vanno altrettanto bene per l’Italia, che il governo di destra di Giorgia Meloni vuole trasformare in un hub del gas mentre il consumo di gas è in calo e che potrebbe fare una manovra economica che taglierà gli incentivi alle energie rinnovabili. Infatti, per quanto riguarda il nostro Paese, dal rapporto Ember emerge che «L’Italia continua a dipendere dai combustibili fossili, con il gas fossile che rappresenterà il 51% del suo mix di elettricità nel 2022». L’analisi di Ember del Piano Nazionale per l’energia e il clima dell’Italia (Pniec) rivela che «Attualmente si registra il maggiore aumento nella produzione di elettricità da gas nell’Ue entro il 2025 (+24 TWh)».

Ma lo studio di Ember fa notare anche che «Nell’aprile 2021, il ministro italiano per la Transizione ecologica (Roberto Cingolani, governo Draghi, ndr) ha annunciato un nuovo obiettivo per la produzione rinnovabile del 70% entro il 2030, significativamente al di sopra della media Ue del 55%z.

La realtà è però che «Tra il 2015 e il 2020, la percentuale di elettricità italiana prodotta da energia eolica e solare è aumentata solo dal 13% al 16%, quindi sarà necessario un sostanziale passo avanti nella diffusione delle energie rinnovabili per raggiungere questo nuovo impegno. Il piano è quello di installare 65-70 GW di energia rinnovabile, prevalentemente eolica e solare, nel prossimo decennio».

Ma le decisioni del governo Meloni e il suo “Piano Mattei” a tutto gas sembrano andare nella direzione contraria a quel che ricorda Ember: «Per allinearsi agli 1,5° C, l’Italia deve ridurre la propria dipendenza dal gas fossile importato, rimuovendo le barriere esistenti alla diffusione dell’energia eolica e solare domestica».

L’altro autore del rapporto, Matt Owen, analista dei dati europei di Ember, conclude: «Il declino dei combustibili fossili è un segno dei tempi. Il carbone e il gas sono troppo costosi, troppo rischiosi e l’Ue li sta tagliando fuori. Ma dobbiamo vedere l’energia pulita sostituire i combustibili fossili più velocemente. E’ urgentemente necessario uno sforzo massiccio, soprattutto sul solare e sull’eolico, per sostenere un’economia resiliente in tutta Europa».

Forse il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni farebbero bene ad ascoltarlo e a leggersi il rapporto Ember, per non rimanere indietro e spiazzati da un’Europa dell’energia che non sembra andare proprio dove loro erano convinti che andasse.