Il nuovo decreto “semplificazioni” del governo blocca totalmente l’eolico on shore in Italia?

La fascia di rispetto di 7 Km di raggio dai beni culturali impedirebbe di realizzare pale eoliche su 153,86 km2

[17 Giugno 2022]

La denuncia che viene dal presidente del Coordinamento FREE , Livio de Santoli, ha dell’incredibile: «Blocco totale. Questo potrebbe essere il destino dell’eolico on shore italiano a fronte dell’applicazione del DL 50 del 17 maggio 2022 che tenta di semplificare le installazioni delle rinnovabili che non potranno mai esserci. Nel DL si inserisce un fascia di rispetto dei beni culturali del raggio di sette chilometri nella quale non si possono realizzare impianti eolici e di un chilometro per il fotovoltaico e allora abbiamo fatto una simulazione per verificare quante zone vengono escluse dall’idoneità alla installazione di impianti eolici; in quante zone il fotovoltaico è bloccato usando l’unico database open source e accessibile ai cittadini che censisce i beni culturali: quello GIS dell’Emilia Romagna. Il risultato, come si vede dalle mappe realizzate da Mario Zambrini di Ambiente Italia è chiaro. Aree idonee all’installazione di impianti eolici, in Emilia Romagna, non ce ne sono, Zero disponibilità di territorio per l’eolico».

Secondo il FAI, in Italia ci sono 4.000 musei, 6.000 aree archeologiche, 85.000 chiese soggette a tutela e 40.000 dimore storiche censite e per Zambini quello enucleabile dal DL del governo  è «Un risultato prevedibile visto che i beni culturali, e il data base non li contiene tutti, sono10.033 beni architettonici, 214 beni archeologici, nonché 643 sedi di conservazione degli archivi. Per ironia della sorte il DL si chiama “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonchè in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina” e si verifica tutto ciò perché nell’art. 6 si introduce una nuova lettera “c-quater” la fascia di rispetto è determinata considerando una distanza dal perimetro di beni sottoposti a tutela di sette chilometri per gli impianti eolici e di un chilometro per gli impianti fotovoltaici. In pratica, si vorrebbero introdurre semplificazioni per l’installazione d’impianti con fonti rinnovabili (solare ed eolico) per le aree che non sono tutelate e che non ricadono nella fascia di rispetto dei beni sottoposti a tutela, ma in realtà non si è tenuto conto della densità dei beni culturali in Italia, per cui si verifica un sostanziale blocco dell’eolico in tutta la Regione Emilia Romagna (si vedano figure allegate). E nelle altre regioni la situazione non è troppo diversa, visto che i beni culturali italiani sono circa 140.000».

De Santoli fa notare: «Ebbene per l’eolico questi sette chilometri di raggio di fatto escludono e impediscono lo sviluppo di impianti eolici un’area di 153,86 km2. Ora c’è da chiedersi quale sia la ratio di questa incredibile vicenda: incompetenza?  La pantomima dell’essere favorevole alle rinnovabili senza esserlo? Un diktat del ministro della Cultura che non può essere rifiutato? E ancora: che senso hanno, in questa ottica, le aree idonee che le regioni sono chiamate a definire? Se la politica è l’arte della mediazione, il Governo anche questa volta ha fallito».

De Santoli e Zambrini concludono: «Per le altre regioni il ministero della Cultura fornisce dati consultabili, ma non scaricabili, ragione per la quale la simulazione è stata fatta “solo”, per ora, sull’Emilia Romagna. Chiederemo quanto prima al ministero della Cultura di fornirci in tempi rapidi un data base accessibile sul quale fare la simulazione a livello nazionale, anche perché si deve correggere questo incredibile meccanismo con il quale si agisce con una finta semplificazione che si traduce in un blocco».