Il mondo potrebbe aver superato il punto di svolta dell’energia solare

Il solare fotovoltaico diventerà probabilmente la fonte di energia dominante prima del 2050

[18 Ottobre 2023]

Secondo lo studio “The momentum of the solar energy transition”, pubblicato su Nature Communications da un team internazionale di ricercatori guidato da Femke J. M. M. Nijsse del Global Systems Institute, del Department of geography dell’università di Exeter, «Il mondo potrebbe aver attraversato un “punto di svolta” che renderà inevitabilmente l’energia solare la nostra principale fonte di energia»

Lo studio, basato sui dati di un modello tecnologico ed economico, rileva che «Il solare fotovoltaico diventerà probabilmente la fonte di energia dominante prima del 2050, anche senza il sostegno di politiche climatiche più ambiziose». Ma  avverte che questo potrebbe essere ostacolato da 4 “barriere”: la creazione di reti elettriche stabili, il finanziamento del solare nelle economie in via di sviluppo, la capacità delle catene di approvvigionamento e la resistenza politica delle regioni che perderanno posti di lavoro.

I ricercatori  dicono che «Le politiche che risolvono queste barriere potrebbero essere più efficaci degli strumenti di prezzo, come le tasse sul carbonio, nell’accelerare la transizione verso l’energia pulita».

La Nijsse  evidenzia che «I recenti progressi delle energie rinnovabili significano che le proiezioni basate sui combustibili fossili non sono più realistiche. In altre parole, abbiamo evitato lo scenario ‘business as usual’ per il settore energetico. Tuttavia, le proiezioni più vecchie spesso si basano su modelli che vedono l’innovazione come qualcosa che accade al di fuori dell’economia. In realtà, esiste un circolo virtuoso tra le tecnologie che vengono implementate e le aziende che imparano a farlo in modo più economico. Quando si include questo ciclo nelle proiezioni, si può rappresentare la rapida crescita del solare negli ultimi dieci anni e nel futuro. I modelli tradizionali tendono anche a presupporre l’”end of learning” ad un certo punto nel prossimo futuro, quando in realtà stiamo ancora assistendo a un’innovazione molto rapida nella tecnologia solare. Utilizzando tre modelli che tengono traccia dei feedback positivi, prevediamo che il solare fotovoltaico dominerà il mix energetico globale entro la metà di questo secolo”»

Ma i ricercatori avvertono che «I sistemi elettrici dominati dal solare potrebbero rimanere bloccati in configurazioni che non sono né resilienti né sostenibili, con una dipendenza dai combustibili fossili per l’energia dispacciabile».

Invece di cercare di realizzare la transizione solare in sé, i governi dovrebbero concentrare le politiche sul superamento delle quattro “barriere” chiave:

Resilienza della rete : la produzione solare è variabile (giorno/notte, stagione, tempo meteorologico), quindi le reti devono essere progettate per questo. La Nijsse ha affermato: «Se non si mettono in atto processi per far fronte a tale variabilità, si potrebbe finire per dover compensare bruciando combustibili fossili. I metodi per costruire la resilienza includono investimenti in altre energie rinnovabili come l’energia eolica, cavi di trasmissione che collegano diverse regioni, un ampio stoccaggio di elettricità e politiche per gestire la domanda (come gli incentivi per caricare le auto elettriche nelle ore non di punta). I sussidi governativi e i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo sono importanti nelle prime fasi della creazione di una rete resiliente».

Accesso ai finanziamenti: la crescita del solare dipenderà inevitabilmente dalla disponibilità di finanziamenti. Attualmente, la finanza low-carbon è fotemente concentrata nei Paesi ad alto reddito. Anche i finanziamenti internazionali favoriscono ampiamente i Paesi a reddito medio, lasciando i Paesi a basso reddito – in particolare quelli africani – carenti di finanziamenti solari nonostante l’enorme potenziale di investimento.

Catene di approvvigionamento: un futuro dominato dal solare sarà probabilmente ad alta intensità di metalli e minerali. La domanda futura di “minerali critici” aumenterà. L’elettrificazione e le batterie richiedono materie prime su vasta scala come litio e rame. Mentre i Paesi accelerano i loro sforzi di decarbonizzazione, si prevede che le tecnologie rinnovabili costituiranno il 40% della domanda totale di minerali per rame e terre rare, tra il 60 e il 70% per nichel e cobalto e quasi il 90% per il litio entro il 2040.

Opposizione politica: la resistenza delle industrie in declino potrebbe avere un impatto sulla transizione. Il ritmo della transizione dipende non solo dalle decisioni economiche degli imprenditori, ma anche da quanto la considerano auspicabile i politici. Una rapida transizione solare potrebbe mettere a rischio il sostentamento di fino a 13 milioni di persone in tutto il mondo che lavorano nelle industrie dei combustibili fossili e nelle industrie dipendenti. Le politiche di sviluppo economico e industriale regionale possono risolvere le disuguaglianze e mitigare i rischi posti dalla resistenza delle industrie in declino.

Un’altra autrice dello studio, Nadia Ameli dell’Institute for Sustainable Resources dell’University College London, conclude: «C’è una crescente convinzione che, con il fortissimo calo del costo medio globale delle energie rinnovabili, sarà molto più facile per i Paesi in via di sviluppo decarbonizzarsi. Il nostro studio rivela ostacoli persistenti, soprattutto considerando le sfide che queste nazioni devono affrontare per accedere al capitale in condizioni eque. Una finanza adeguata rimane fondamentale per accelerare l’agenda di decarbonizzazione globale».