European Green Deal: promuovere ristrutturazione e decarbonizzazione degli edifici

Un pacchetto di proposte della Commissione europea per attuare il "Fit for 55"

[15 Dicembre 2021]

Oggi la Commissione europea ha proposto  di «Allineare le regole per il rendimento energetico degli edifici all’European Green Deal» e di «Decarbonizzare il parco immobiliare dell’e entro il 2050. Questa proposta faciliterà la ristrutturazione di case, scuole, ospedali, uffici e altri edifici in tutta Europa per ridurre emissioni di gas serra e le bollette energetiche, migliorando la qualità della vita di milioni di europei».

La revisione della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia fa parte delle proposte “Fit for 55” della Commissione Ue per realizzare l’European  Green Deal e la legge europea sul clima. Integra le altre componenti del pacchetto adottato nel luglio 2021, definendo la visione per raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050.

La Commissione Ue evidenzia che «E’ uno strumento legislativo fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050: gli edifici rappresentano il 40% dell’energia consumata nell’Ue e il 36% delle emissioni di gas serra legate all’energia; il riscaldamento, il raffrescamento e l’acqua calda sanitaria sono responsabili dell’80% dell’energia consumata dalle famiglie».

La Commissione è anche determinata ad alleviare la povertà energetica: «Ci sono più di 30 milioni di unità immobiliari nell’UE che consumano un’energia eccessiva (almeno 2,5 volte di più rispetto agli edifici medi) che fa aumentare le bollette energetiche delle famiglie. I vantaggi di bollette energetiche più basse sono ancora più rilevanti nell’attuale contesto di prezzi elevati dell’energia. Le persone che vivono in edifici con le prestazioni peggiori e coloro che affrontano la povertà energetica trarrebbero vantaggio da edifici rinnovati e migliori, nonché da costi energetici ridotti, e sarebbero protetti da ulteriori aumenti e volatilità dei prezzi di mercato». Inoltre, «Aumentando il tasso di rinnovamento, le misure della direttiva rivista creeranno posti di lavoro locali, sostenendo la diffusione dell’innovazione e le PMI. La maggiore intensità dei lavori di ristrutturazione deve essere supportata da capacità adeguate e forza lavoro qualificata».

La Commissione Ue  propone che A partire dal 2030 tutti i nuovi edifici debbano essere a emissioni zero. Per sfruttare il potenziale di un’azione più rapida nel settore pubblico, tutti i nuovi edifici pubblici devono essere a emissioni zero già a partire dal 2027. Ciò significa che gli edifici devono consumare poca energia, essere alimentati il ​​più possibile da fonti rinnovabili, non emettere carbonio in loco emissioni da combustibili fossili e devono indicare il loro potenziale di riscaldamento globale sulla base delle loro emissioni dell’intero ciclo di vita sul loro certificato di prestazione energetica».

Per quanto riguarda le ristrutturazioni, vengono proposti nuovi standard minimi di prestazione energetica a livello dell’UE, che richiedono che «Il 15% del patrimonio edilizio con le prestazioni peggiori di ciascuno Stato membro sia aggiornato dal grado G dell’attestato di prestazione energetica almeno al grado F entro il 2027 per edifici non residenziali e 2030 per gli edifici residenziali. Questa attenzione iniziale sugli edifici con le prestazioni più basse soddisfa il duplice obiettivo di massimizzare il potenziale di decarbonizzazione e di alleviare la povertà energetica. Gli attestati di prestazione energetica forniscono informazioni pubblicamente disponibili sul consumo di energia e sono guide importanti per le decisioni di investimento, acquisto e noleggio. Con le proposte odierne, gli Attestati di Prestazione Energetica risulteranno più chiari e conterranno informazioni migliorate. L’ obbligo dell’attestato di certificazione energetica è esteso agli edifici oggetto di importanti ristrutturazioni, agli edifici oggetto di rinnovo del contratto di locazione e a tutti gli edifici pubblici. Anche gli edifici o le unità immobiliari che vengono offerti in vendita o in affitto devono essere muniti di certificato e la classe di prestazione energetica dovrà essere indicata in tutti gli annunci. Entro il 2025, tutti i certificati devono essere basati su una scala armonizzata da A a G».

I piani nazionali di ristrutturazione degli edifici saranno pienamente integrati nei piani nazionali per l’energia e il clima e la Commissione evidenzia che «Questo  garantirà la comparabilità e il monitoraggio dei progressi e creerà un collegamento diretto con la mobilitazione dei finanziamenti e l’avvio delle riforme e degli investimenti necessari. Questi piani dovranno includere road map  per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffreddamento al più tardi entro il 2040, insieme a un percorso per trasformare il patrimonio edilizio nazionale in edifici a emissioni zero entro il 2050».

E previsto anche un accesso più facile alle informazioni e costi inferiori per i consumatori per contribuire a promuovere la ristrutturazione. Infatti, la nuova proposta odierna un “passaporto per la ristrutturazione” dell’edificio che fornisce ai proprietari uno strumento per facilitare la loro pianificazione e una ristrutturazione graduale verso il livello di emissioni zero. La proposta definisce i “mortgage portfolio standards” come «Un meccanismo per incentivare i finanziatori a migliorare il rendimento energetico del loro portafoglio di edifici e incoraggiare i potenziali clienti a rendere le loro proprietà più efficienti dal punto di vista energetico».

La Commissione invita inoltre gli Stati membri a «Includere considerazioni sulla ristrutturazione nelle norme sul finanziamento pubblico e privato e a istituire strumenti adeguati, in particolare per le famiglie a basso reddito». A partire dal 2027, non dovrebbero essere concessi incentivi finanziari per l’installazione di caldaie a combustibili fossili e gli Stati membri hanno la possibilità giuridica di vietare l’uso di combustibili fossili negli edifici.

Le nuove regole incoraggiano «L’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e delle tecnologie intelligenti per garantire che gli edifici funzionino in modo efficiente e richiedono la creazione di banche dati digitali degli edifici».

Per quanto riguarda la mobilità, la proposta sostiene  «L’introduzione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici negli edifici residenziali e commerciali e a rendere maggiormente disponibile il parcheggio dedicato per le biciclette».

Oltre al pacchetto odierno, la Commissione ha pubblicato uno Staff Working Document  “Scenarios for the transition pathway for a resilient, greener and more digital construction ecosystem” che delinea possibili scenari per un percorso di transizione verso un ecosistema di costruzioni più resiliente, più verde e più digitale e con il quale invita «Gli Stati membri, gli stakeholders industriali e tutti gli altri attori rilevanti a partecipare attivamente alla creazione di una visione per il futuro dell’ecosistema edilizio».

La commissaria Ue per l’Energia, Kadri Simson, ha concluso: «Gli edifici sono il singolo più grande consumatore di energia in Europa, utilizzando il 40% della nostra energia e creando il 36% delle nostre emissioni di gas serra. Questo perché la maggior parte degli edifici nell’Ue non sono efficienti dal punto di vista energetico e sono ancora per lo più alimentati da combustibili fossili. Dobbiamo fare qualcosa con urgenza, poiché oltre l’85% degli edifici di oggi sarà ancora in piedi nel 2050, quando l’Europa dovrà essere climaticamente neutra. Migliorare le nostre case è anche una risposta efficace agli alti prezzi dell’energia: gli edifici con le prestazioni peggiori nell’Ue consumano molte volte più energia di quelli nuovi o adeguatamente ristrutturati. E spesso sono i più vulnerabili che vivono nelle case meno efficienti e quindi faticano a pagare le bollette. La ristrutturazione riduce sia l’impronta energetica degli edifici che i costi energetici per le famiglie, stimolando anche l’attività economica e la creazione di posti di lavoro».