Si acceleri il passo per l’eolico a terra e a mare e per repowering e revamping

Eolico: le 5 proposte di Legambiente e Anev al Governo Meloni

In Italia ci vogliono 6 anni per l’autorizzazione di un impianto a energia rinnovabile, mentre la media Ue è 2 anni

[16 Ottobre 2023]

Secondo Legambiente e Associazione nazionale energia del vento (Anev), «L’Italia deve accelerare il passo nella diffusione degli impianti eolici a terra e a mare attraverso processi autorizzativi più snelli e veloci, definendo una cabina di regia per la presentazione e la realizzazione degli impianti e innalzando gli obiettivi di diffusione dell’eolico a terra e a mare. In questa partita, è fondamentale prevedere processi di partecipazione e di ascolto per la realizzazione degli impianti, senza dimenticare la semplificazione dell’iter autorizzativo uniformando nel decreto “aree idonee” le fasce di rispetto dell’eolico a 500mt come per il fotovoltaico e semplificando le attività di “Repowering” e “Revamping” degli impianti per stare al passo con le moderne tecnologie ed evitare di avere strutture obsolete sui territori».

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha ricordato  che «L’Italia è il Paese del vento e del sole, ma non sembra credere nelle sue potenzialità. Ad oggi il nostro Paese impiega mediamente circa sei anni per l’autorizzazione di un impianto da energia rinnovabile contro la media europea di due. Nel caso del primo parco eolico offshore del Mediterraneo, quello di Taranto, ci sono voluti addirittura 14 anni segnati da ritardi e ostracismi istituzionali. Dall’altro lato il nostro Paese continua ad investire sulle fonti fossili come dimostra l’accelerazione sui rigassificatori a Piombino e Ravenna con procedure autorizzative semplificate ridotte a sei mesi. Con questa tappa della nostra campagna I cantieri della transizione ecologica chiediamo al Governo Meloni un deciso cambio di rotta a favore delle rinnovabili. Le stime di crescita e sviluppo del comparto dell’eolico, a partire dal sud Italia e dalle isole, garantite dalla nascita di nuovi impianti sul territorio e da un “restyling” di quelli esistenti, che va semplificato al massimo».

Simone Togni Presidente di Anev aggiunge:  «Sono molti anni che chiediamo sempre le stesse cose: semplificazione dei processi autorizzativi, norme chiare e trasparenti, meccanismi di sostegno adeguati agli obiettivi nazionali. Infatti se da un lato abbiamo obiettivi settoriali importanti,  dall’altro non vengono predisposti quegli strumenti minimi per raggiungerli. Bisogna definire criteri trasparenti da parte delle Soprintendenze, soddisfatti i quali sia certo l’ottenimento del parere positivo, oggi è troppo discrezionale il processo. Inoltre è inconcepibile il motivo per il quale nel decreto aree idonee l’eolico viene penalizzato con una distanza minima di 3 km dalle aree sensibili contro i 500 metri del fotovoltaico. Questa distanza semplicemente non consente di raggiungere alcun obiettivo in quanto non rende idonee aree adeguate».

Legambiente e Anev hanno lanciato oggi 5 proposte al Governo Meloni di accelerare sullo sviluppo e la diffusione delle rinnovabili, a partire dall’eolico a terra e a mare:  1 Adeguamento normativo e delle linee guida sulle FER per accelerare i processi autorizzativi, renderli più trasparenti e certi nei tempi; 2 Prevedere processi di partecipazione e di ascolto per la realizzazione degli impianti; 3 Definizione delle aree idonee sia funzionale agli obiettivi da raggiungere al 2030; 4 Innalzare, di almeno 6 GW, gli obiettivi di diffusione dell’eolico a mare indicati dal nuovo PNIEC;  5 Introdurre una cabina di regia per la presentazione e la realizzazione degli impianti.

L’appello al governo Meloni delle due associazioni è stato lanciato dalla Campania in occasione della XII tappa della campagna itinerante “I cantieri della transizione ecologica che fa tappa  in provincia di Avellino per fare il punto sullo sviluppo dell’eolico  sulla dorsale appenninica e sull’importanza delle attività di “Repowering” e di “Revamping”, a partire dall’impianto eolico di Aquilonia del gruppo IVPC.

La Campania è la  terza regione in Italia per potenza installata, con i suoi oltre 1,7 GW, e che rappresenta la seconda per produzione annua, grazie ai 3,7 TWh di energia elettrica prodotta nel 2021.  Nel report nel report  “Qual Buon Vento” Legambiente Campania evidenzia che la regione «Vanta sul suo territorio 625 impianti con oltre 1200 turbine e dove l’eolico è la prima tecnologia rinnovabile elettrica, davanti a fotovoltaico, bioenergie e idroelettrico. La provincia di Avellino e di Benevento sono quelle che hanno il maggior numero di comuni coinvolti da installazioni di eolico – rispettivamente il 44% e il 36% (seguite da Salerno con il 12,18% e poi da Caserta e Napoli con appena l’1,18% e addirittura lo 0,06%) – e sono le due province capofila con nuovi impianti installati dal 2021 per una potenza totale pari a quasi 28MW. Qui soffiano i venti più forti e le installazioni danno i risulti migliori, migliorandosi costantemente grazie a innovazione e moderne tecnologie. Avere degli impianti al passo con i tempi e in linea con le più moderne tecnologie è fondamentale. Per questo è importante semplificare i processi di ammodernamento degli impianti esistenti. Il “Revamping” prevede la sostituzione solo di alcuni componenti (ad esempio le pale, il sistema di controllo e gestione, gli anemometri etc.) che risultano obsolescenti o usurati, per migliorare le performance di impianto, senza modificare però il numero di turbine, mentre il “Repowering” prevede la sostituzione dell’intera turbina eolica con una nuova di taglia superiore, di maggiori dimensioni e con maggiore produzione di energia elettrica».

L’impianto eolico di Aquilonia rappresenta bene questa evoluzione in atto: è un progetto di “Repowering” che ha avuto inizio nel 2023 e che riguarderà «La sostituzione degli attuali aerogeneratori di tecnologia ormai obsoleta, costituiti da una torre a traliccio e aventi una potenza unitaria di 0,6 MW, con aerogeneratori su tubolare di ultima generazione, tecnologicamente avanzati e con potenza unitaria compresa tra 4 e 6 MW. In particolare, nel Comune di Aquilonia verranno installati 4 aerogeneratori, due da 3,8 MW e due da 2,2 MW per un totale di 12 MW».

Altre attività di “Repowering” interesseranno anche altri impianti eolici nelle province di Avellino, Benevento e Foggia, lungo la dorsale appenninica, sempre del Gruppo IVPC, attualmente costituiti da 282 aerogeneratori. Nei prossimi due anni il progetto si svilupperà con l’installazione di un totale di 49 nuovi aerogeneratori in sostituzione dei 282 attuali, e comporterà un incremento della potenza totale di circa il 10%, con conseguente aumento della produzione di circa il 40%.

Secondo stime di Anev, «Le potenzialità di crescita e di sviluppo dell’eolico sono ancora importanti: si parla di circa 19 GW per l’Italia al 2030, di cui ben il 12%, pari a 2,3 GW, si potrà sviluppare in Campania».