Cuba: modernizzazione ed energie rinnovabili per uscire dalla crisi dell’obsolescenza energetica

Cuba potrebbe soddisfare i suoi bisogni di elettricità al 100% con fonti rinnovabili, ma per ora è solo al 5%

[11 Gennaio 2022]

Cuba non si fa scoraggiare nemmeno dalle nuove sanzioni annunciate dal presidente Usa Joe Biden  è sta cercando di rafforzare il suo settore energetico  – chi prime ha dipeso dal petrolio russo e poi da quello venezuelano – con fonti più sostenibili. Il problema della disponibilità di energia è peggiorato negli ultimi mesi dopo una grave crisi produttiva degli obsoleti impianti esistenti che ha messo alle corde l’intero sistema elettrico del Paese.

Attualmente, diverse centrali termoelettriche, la maggior parte delle quali con più di 30 anni di attività, dovrebbero essere manutenute o riparate a causa dall’arrigginimento dei materiali causato dalla vicinanza con il mare e perché il greggio cubano contiene una grande quantità di zolfo e impurità.

In un intervista a RT, il direttore produzione termica dell’Unión Eléctrica de Cuba, l’ingegnere Edier Guzmán Pacheco, spiega che «Questo crea un circolo vizioso che, più passa il tempo, più avvengono guasti, limitazioni, non ci sono e risorse per effettuare la manutenzione e arriva il momento in cui diventa impossibile coprire il servizio e quindi è necessario, ovviamente, andare in blackout».

Attualmente, i guasti costano alle già magre casse cubane 18.000 milioni di pesos all’anno in sussidi, con conseguenze sul resto dell’economia strozzata dall’embargo statunitense e dalla crisi post-Covid. Le industrie pesanti ed energivore cubane, come le acciaierie e i cementifici, hanno dovuto sospendere la produzione per diverso tempo, facendo slittare in avanti la ripresa economica.  Il governo comunista cubano sta davvero raschiando il fondo del barile per cercare di attuare un piano a breve, medio e lungo termine che salvi l’isola dalla crisi energetica. Così, mentre l’Onu e tutti i paesi del mondo si sono impegnati con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile ad evitare che entro il 2030 qualche popolo soffra di povertà energetica, Cuba viene spinta caparbiamente verso quella situazione.

La soluzione più immediata  che ha a disposizione il governo cubano è nelle mani dell’Empresa de Mantenimiento de Centrales Eléctricas e il direttore di questa impresa pubblica spiega che « utte queste riparazioni vengono eseguite all’interno del territorio nazionale, nelle nostre officine, costituendo un processo di notevole risparmio economico che non dovrebbe essere utilizzato per questo tipo di riparazione, e tutto il capitale finanziario rimane all’interno del Paese, in quanto così come lo sviluppo del capitale umano, perché si tratta di un’azienda molto specializzata». La realtà è però che le centrali elettriche sono messe davvero male e che per questo Cuba, con l’aiuto della Russia, sta investendo in nuovi impianti di produzione di energia adattati alle condizioni cubane. Recentemente è arrivato dalla Turchia una quarta centrale galleggiante che produce 130 MW.

Ma la vera soluzione a lungo termine sono le fonti di energia rinnovabile. A A partire dal 28 luglio 2021, Cuba ha autorizzato l’importazione senza dazi di impianti fotovoltaici domestici e di loro parti,  per diversificare lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile che aumentino il contributo delle rinnovabili al mix energetico dell’isola.

La direttiva, fimata dal ministro delle finanze e dei prezzi, Meisi Boñalos, prevede che «La persona fisica sarà responsabile dell’installazione dell’impianto fotovoltaico e della sua sostenibilità. Inoltre deve anche essere incaricato di appaltare il servizio elettrico all’impresa, che deve certificare il rispetto dei requisiti di installazione e garantire il contatore per la misurazione dell’energia generata dall’impianto fotovoltaico».

Cuba risulta uno dei Paesi del mondo con la più bassa impronta ecologica pro-capite, ma il 95% della produzione di energia cubana si basa sui combustibili fossili e solo il 5% sono energie rinnovabili. Inoltre, la metà dei combustibili fossili è dedicata alla produzione di energia elettrica.

L’isola ora si trova drammaticamente di fronte alla necessità di diminuire drasticamente la sua dipendenza dai combustibili importati,  strozzata dall’alto costo dell’energia e minacciata da un forte inquinamento ambientale .

La Política para el Desarrollo Perspectivo de las Fuentes Renovables de Energía (FRE) y el Uso Eficiente de la Energía, approvata nel 2014, prevede che nel 2030  il 37% dell’energia elettrica cubana dovrà essere rinnovabile e che questo dovrà coprire il 60% dell’aumento dei consumi.

I cubani stanno facendo come sempre di necessità virtù e tra chi ha comprato i pannelli solari c’è chi progetta di realizzare progetti di sviluppo comunitari redditizi di produzione di energia rinnovabile destinate anche alle piccole attività economiche private, riducendo i consumi, pagando meno l’energia e con un impatto ambientale molto più basso.

Anche se le fonti rinnovabili sono ancora a livello pionieristico a Cuba, gli esperti assicurano che il Paese ha le condizioni per produrre il 100% dell’elettricità di cui ha bisogno con fonti rinnovabili: vento, biomasse e un sole che splende quasi sempre sono le uniche risorse che non mancano a Cuba e che nemmeno l’embargo Usa potrà togliergli.