Wwf, il futuro dell’ambiente italiano passa dalla prossime elezioni europee

«È fondamentale cominciare a capire che ogni intervento di tutela del territorio sia effettivamente un investimento per il benessere e la sicurezza delle persone»

[12 Aprile 2024]

Dalle prossime elezioni europee, col carico di sentimenti anti-ambientalisti che monta dai partiti populisti e di estrema destra, passa il destino della transizione ecologica italiana e non solo.

È quanto emerge dal dossier “L’Europa per il tuo ambiente”, pubblicato oggi dal Wwf in vista dell’appuntamento con le urne in agenda il prossimo 8-9 giugno.

Finora l’Unione europea ha svolto un ruolo fondamentale per la tutela ambientale. Principi come quello di “precauzione” o del “chi inquina paga”, ormai entrati nel lessico familiare, sono di derivazione europea, così come quasi tutta la produzione normativa su natura e ambiente adottata a livello nazionale.

Nonostante i momenti difficili di questi anni – si veda ad esempio il recentissimo stallo della legge sul ripristino della natura, su cui incide pesantemente la contrarietà del Governo Meloni –, a partire dal 2019 la nascita del Green deal ha assegnato all’ambiente un ruolo primario all’interno della società europea, mettendo in moto una strategia di riorientamento dei sistemi economici, produttivi e sociali verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Oggi questo percorso è messo seriamente a rischio, e la sua prosecuzione (o meno) passerà in buona parte dalla elezioni di giugno. Per questo il dossier del Wwf analizza quanta Europa c’è nell’ambiente italiano, e specularmente il ruolo dell’Italia nell’attuazione delle norme ambientali europee.

Risulta evidente quanto il Paese debba ancora migliorare: ci sono 71 procedure di infrazione aperte a carico dell’Italia, di cui 18 attinenti a violazioni in campo ambientale più 5 in tema di energia.

In altre parole il nostro Paese continua ad essere, dopo la Spagna, lo Stato con il maggior numero di procedure aperte. E delle sei condanne collezionate dall’Italia, tre riguardano l’ambiente; solo queste ultime, al 2022 hanno maturato per le casse dello Stato italiano il pagamento complessivo di 697.313.586 euro (quasi 10 volte la somma che l’Italia destina annualmente a tutti i suoi parchi nazionali).

«Si tratta di una cifra economica enorme, che non possiamo permetterci di perdere – commenta Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali del Wwf Italia – È fondamentale cominciare a capire che ogni intervento di tutela del territorio sia effettivamente un investimento per il benessere e la sicurezza delle persone. A discapito delle violazioni, i contributi economici per la tutela dell’ambiente e della natura che dall’Europa arrivano in Italia, come negli altri Stati membri, sono notevoli e se ben spesi sono capaci di incidere positivamente sull’economia, oltre che sugli ecosistemi».

Basti osservare che nel quadro del ciclo di programmazione per il periodo 2021-2027 (budget a lungo termine valutato in 2.018 miliardi di euro) sono numerosi gli obiettivi programmatici che orientano l’allocazione dei fondi verso il contrasto al cambiamento climatico e alla perdita degli ecosistemi naturali, sia terrestri che marini. E con le prossime elezioni europee si misurerà anche la capacità della sua classe politica di mantenere e migliorare gli attuali standard ambientali.