Per rispettare gli obiettivi Ue, l’incremento di potenza installata dovrebbe essere oltre il doppio

Terna, nei primi 11 mesi del 2023 entrati in esercizio 4,9 GW di nuovi impianti rinnovabili

Si tratta quasi esclusivamente di impianti fotovoltaici (4,5 GW) seguiti a grande distanza dall’eolico

[20 Dicembre 2023]

Il 2023 è ormai agli sgoccioli e Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, ha appena pubblicato i dati relativi ai nuovi impianti rinnovabili entrati in esercizio in Italia fino alla fine di novembre.

Da inizio anno si tratta di 4,9 GW, quasi esclusivamente fotovoltaico (+4,5 GW) seguito a grande distanza dall’eolico (+477 MW), mentre la potenza idroelettrica è in calo (-90 MW) e quella legata a geotermia e biomasse sostanzialmente stabile (-42 MW).

Si tratta di una performance in robusta crescita rispetto a quella conseguita nel 2022 – anno in cui sono entrati in esercizio appena 2,2 GW di nuovi impianti rinnovabili –, ma comunque ampiamente insufficiente a traguardare gli obiettivi europei al 2030, per i quali servirebbero circa +12 GW di nuovi impianti l’anno. Oltre il doppio di quanto conseguito nel corso del 2023.

Obiettivi che l’Italia non sta raggiungendo non solo coi fatti, ma neanche con le intenzioni. Nei giorni scorsi il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) presentato a Bruxelles dal Governo Meloni è stato infatti bocciato dalla Commissione europea: risultano insufficienti le ambizioni sul fronte della decarbonizzazione, mentre gli sviluppi delle fonti rinnovabili si prevedono inferiori al dato medio richiesto a livello continentale.

Quantomeno nel corso di quest’anno l’Italia sta proseguendo la ripresa della produzione di energia rinnovabile contestualmente al calo di quella da fonti fossili – in particolare carbone –, che complessivamente stanno portando a un temporaneo calo delle emissioni climalteranti.

Dai dati Terna emerge che, nei primi undici mesi del 2023, la richiesta cumulata di energia elettrica in Italia è in calo del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2022 (-2,1% il dato rettificato). In flessione anche l’indice Imcei – con cui Terna prende in esame i consumi industriali di circa 1.000 imprese energivore –, che da gennaio a novembre fa registrare un -4,3%.

Nel mese di novembre la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’82,1% con la produzione nazionale e, per la quota restante (17,9%), dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 21 miliardi di kWh, stabile rispetto a novembre 2022.

Prosegue rispetto allo scorso anno il recupero della produzione da fonte idrica rinnovabile (+86,6%) grazie alla maggiore disponibilità della risorsa. In aumento la produzione da fonte eolica (+51,9%), anche in questo caso soprattutto per maggiore disponibilità della risorsa (rispetto a novembre 2022, la capacità installata è aumentata di 558 MW, circa il 5%). Per quanto riguarda il fotovoltaico l’aumento della produzione (+28,1%) è soprattutto imputabile all’aumento di capacità installata di 4.797 MW, circa il 20% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In crescita, infine, anche la fonte geotermica (+0,5%).

In relazione alla fonte eolica, il 25 novembre, secondo le rilevazioni di Terna, è stato stabilito il nuovo record di produzione eolica attestata a un valore di 8,8 GWh – il valore si è mantenuto per tutta la fascia oraria dalle 11:00 alle 15:00 – quando il precedente record, 8,3 GWh, risaliva a marzo 2023. In flessione la produzione da fonte termica (-21,8%), con in particolare un calo del 65% del carbone.

Lo scorso mese le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 10,4 miliardi di kWh, coprendo il 40,9% della domanda elettrica (rispetto al 29% di novembre 2022). La produzione da rinnovabili a novembre è stata così suddivisa: 40,4% idrico, 14,9% fotovoltaico, 28,7% eolico, 11,7% biomasse, 4,3% geotermico.