Riciclo chimico, i residui inerti di tutti gli impianti Nextchem verso il ciclo del cemento

Rispoli: «Grazie alla nostra tecnologia, implementeremo con Colacem un'innovativa soluzione circolare»

[23 Gennaio 2024]

La società italiana Nextchem con la sua controllata MyRechemical, entrambe facenti parti del gruppo Maire, ha siglato un protocollo d’intesa per impiegare il granulato inerte che residua dai processi di riciclo chimico dei propri impianti (waste-to-chemicals) nel ciclo di produzione del cemento.

Ad impiegare il granulato sarà l’altro firmatario del protocollo, ovvero Colacem, un importante produttore italiano di cemento. Una ricerca condotta dall’Università di Modena e Reggio Emilia, supportata da test di laboratorio effettuati da Colacem, ha confermato che il granulato inerte derivante dal processo waste-to-chemical può essere efficacemente riutilizzato come materia prima per la produzione di cemento.

«L’accordo – spiegano da Maire – si applicherà a tutte le iniziative di MyRechemical nel campo della conversione chimica da rifiuti che verranno realizzate in Italia».

In base all’accordo, MyRechemical fornirà a Colacem il granulato inerte derivante dal suo processo waste-to-chemical, massimizzando così il recupero del materiale e riducendo al minimo il proprio smaltimento in discarica.

In questo modo, MyRechemical sarà in grado di raggiungere un tasso di conversione di circa il 95% dei rifiuti trattati, riducendo la quantità di scarti rimanenti da smaltire in discarica al 5%, ben al di sotto dell’obiettivo del 10% (per i rifiuti urbani) fissato dall’Ue per il 2035. Colacem, a sua volta, contribuirà alla decarbonizzazione del proprio processo industriale utilizzando un materiale circolare.

«Grazie alla nostra tecnologia – spiega l’ad di MyRechemical, Giacomo Rispoli – implementeremo con Colacem un’innovativa soluzione circolare che permetterà a MyRechemical di superare per la prima volta l’obiettivo Ue del 90% di rifiuti trasformati in prodotti di valore nell’industria, riducendo allo stesso tempo l’impronta di CO2 del settore del cemento».

Come noto, il riciclo chimico mediante la tecnologia waste to chemicals rappresenta una soluzione tecnologica che permette di chiudere il ciclo recuperando i rifiuti plastici e secchi non riciclabili meccanicamente. La tecnologia consente di trasformare il carbonio e l’idrogeno contenuti in questi rifiuti per ottenere molecole re-impiegabili come elementi di partenza per nuovi prodotti o carburanti sostenibili.

Anche la maggior parte degli scarti solidi che esitano dal processo waste to chemicals possono essere re-impiegati in ottica circolare: si tratta di residui vetrificati da frazione inerte (idonei come materia prima seconda in campo edile-civile), zolfo e fanghi.