Produrre ecopelle con i funghi

Un'alternativa economica, rispettosa socialmente e dell'ambiente, alla pelle bovina e sintetica

[9 Settembre 2020]

L’uomo utilizza da tempo immemore la pelle degli animali come materiale durevole e flessibile, ma si stanno cercando sostituti più “etici” ed ecologici che vengano incontro alle sempre più diffuse sensibilità animaliste e alla necessità di ridurre il consumo di carne e quindi l’allevamento del bestiame che in gran parte serve a produrre pellame.

Ora lo studio “Leather-like material biofabrication using fungi, Mitchell Jones, Antoni Gandia, Sabu John and Alexander Bismarck”, pubblicato su Nature Sustainability da un team internazionale di ricercatori guidato dai chimici dei materiali Alexander Bismarck e Mitchell Jones dell’Institut für Materialchemie
dell’Universität Wien, ha dimostrato il notevole potenziale di utilizzare i funghi per realizzare tessuti sostenibili rinnovabili.
All’università di Vienna  spiegano che «La pelle tradizionale e le sue alternative sono tipicamente ottenute da animali e polimeri sintetici. La pelle può essere considerata un coprodotto della produzione di carne e sia l’allevamento che il processo di produzione della pelle sono sempre più considerati eticamente discutibili e poco rispettosi dell’ambiente (es. Deforestazione per il pascolo, emissioni di gas serra, uso di sostanze pericolose nel processo di concia). La produzione di materiali in pelle sintetica da materie plastiche come il cloruro di polivinile (PVC) o il poliuretano (PU) dipende anche da sostanze chimiche derivate da combustibili fossili».
Bismarck, che insegna anche all’Imperial College di Londra, evidenzia che «E’ qui che entrano in gioco i materiali simili alla pelle provenienti dai funghi, che, in generale, sono CO2 neutri e biodegradabili a fine vita».

I sostituti del cuoio possono essere prodotti con funghi coltivati riciclando sottoprodotti agricoli e forestali a basso costo, come la segatura, che rappresentano la materia prima per la crescita del micelio fungino, che costituisce una massa di strutture tubolari allungate e rappresenta la crescita vegetativa dei funghi filamentosi. «Entro un paio di settimane – spiegano i ricercatori austriaci – la biomassa fungina può essere raccolta e trattata fisicamente e chimicamente (ad esempio pressatura, reticolazione)». Le prime aziende biotecnologiche stanno già commercializzando materiali derivati ​​da funghi e bismarck  sottolinea che «I “fogli” di biomassa fungina sembrano pelle e mostrano materiali e proprietà tattili comparabili».

I materiali sostitutivi della pelle derivati ​​da funghi contengono chitina completamente biodegradabile, che agisce come stabilizzante nel materiale, e altri polisaccaridi come i glucani. Nei loro studi, Bismarck e Jones, che ora lavorano per la Technische Universität Wien, hanno già condotto ricerche utilizzando specie fungine, come il prataiolo (Agaricus bisporus) o il Daedaleopsis confragosa, per produrre carta e o materiali per l’edilizia come schiume isolanti.
Nel nuovo studio, gli scienziati esaminano la sostenibilità delle pelli bovine e sintetiche e presentano una panoramica dei primi sviluppi e della commercializzazione dei sostituti della pelle derivati ​​dai funghi. Secondo gli autori,  «Una delle maggiori sfide nella produzione di materiali simili alla pelle derivati ​​da funghi è ancora quella di ottenere stuoie di micelio omogenee e consistenti, che mostrano una crescita e spessore uniformi, colore e proprietà meccaniche costanti».

Fino a oggi sono stati soprattutto gli imprenditori a produrre questi materiali alternativi, ma all’Institut für Materialchemie dell’Universität Wien, evidenziano che «I funghi come materia prima per i sostituti della pelle forniscono un’alternativa economica, rispettosa socialmente e dell’ambiente, alla pelle bovina e sintetica e sono di particolare interesse per i consumatori e le aziende attenti alla sostenibilità, nonché per la comunità vegana». I ricercatori concludono: «I progressi sostanziali in questa tecnologia e il numero crescente di aziende che producono alternative in pelle a base di biomassa fungina suggeriscono che questo nuovo materiale svolgerà un ruolo considerevole nel futuro dei tessuti etici e rispettosi dell’ambiente».