Per il 72% degli italiani quella climatica è una crisi grave come quella da coronavirus

Ipsos, i due terzi degli intervistati chiedono al Governo una ripresa verde dalla pandemia e minacciano di non votare quei partiti che non prendono sul serio il cambiamento climatico

[23 Aprile 2020]

La crisi da coronavirus Sars-Cov-2 e quella climatica hanno molte cause e molte soluzioni in comune: entrambe originano da un atteggiamento predatorio dell’uomo nei confronti della natura, ed entrambe impongono la transizione a un modello di sviluppo più sostenibile. Un legame che non sembra sfuggire all’opinione pubblica mondiale – compresa quella italiana – secondo i risultati di un sondaggio condotto da Ipsos in 14 Paesi.

Globalmente il 71% dei cittadini – e il 72% degli italiani – concorda infatti che il cambiamento climatico è un evento grave tanto quanto la pandemia. L’indagine mostra un ampio sostegno alle azioni dei governi per dare priorità al cambiamento climatico nella ripresa economica dopo il Covid-19, con il 65% degli intervistati a livello globale (63% in Italia) che concorda sull’importanza di questo aspetto. La maggioranza dell’opinione pubblica mondiale (68%, in Italia si arriva al 71%) è d’accordo sul fatto che se i governi nazionali non agiscono ora per combattere il cambiamento climatico deluderanno i propri cittadini, e il 57% afferma che sarebbe scoraggiato dal votare per un partito politico le cui politiche non prendono sul serio il cambiamento climatico: in Italia si arriva al 66%.

«La pandemia – commentano da Ipsos – sembrerebbe avere avuto un certo effetto sulla coscienza ambientale dei cittadini, anche degli italiani. Resta da vedere se e quanto, la consapevolezza si tradurrà in comportamenti concerti di uso, acquisto e consumo e se i cittadini, una volta che le piazze, i parchi e gli spazi pubblici italiani riapriranno, vorranno fare sentire la propria voce a sostegno di un equilibrio ambientale più sostenibile».

Sotto quest’aspetto sarebbe auspicabile pesassero più i fatti delle opinioni. Nel sondaggio condotto da Ipsos non sempre le opinioni espresse dagli intervistati sembrano concordare coi fatti – come mai la Lega che denigra il cambiamento climatico e propone di condonare abusi edilizi è ancora il primo partito nelle intenzioni di voto, ad esempio? –, ma i fatti sono molto ostinati. E se il Documento di economia e finanza (Def) che si appresta ad approvare il Governo sembra orientato a misurare il crollo del Pil italiano nell’ordine dell’8% per quest’anno, un recente dossier elaborato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile insieme all’European institute on economics and the environment dà le dimensioni economiche della crisi climatica: «Sulla base di un approccio innovativo basato su migliaia di osservazioni climatiche ed economiche, stima per l’Italia una perdita progressiva di Pil fino all’8% nella seconda metà del secolo: ai valori attuali un danno di circa 130 miliardi di euro ogni anno». Lo stesso crollo economico imputato al coronavirus, con la differenza che non sarebbe una tantum.

L. A.