Lo spettro della povertà incombe sulle tribù e i popoli indigeni (VIDEO)

L’ILO chiede misure contro la povertà estrema e l’ineguaglianza che colpiscono le popolazioni autoctone

[4 Febbraio 2020]

Dal rapporto “Implementing the ILO Indigenous and Tribal Peoples Convention No. 169: Towards an inclusive, sustainable and just future” pubblicato dall’International Labour Organization (ILO) in occasione del 30esimo anniversario dell’Indigenous and Tribal People’s Convention 1989 (No. 169) emerge che «Il numero delle popolazioni indigene nel mondo è considerevolmente più elevato di quanto si pensasse in precedenza, rappresents oltre il 6% della popolazione mondiale. Questo equivale a oltre 476 milioni di persone, significativamente più delle popolazioni degli Stati Uniti e del Canada messe insieme. Più dell’80% delle popolazioni indigene nel mondo vive in Paesi a medio reddito». Ma l’ILO evidenzia che è ancora più probabile che gli indigeni siano poveri e che affrontino notevoli difficoltà nel mondo del lavoro, per questo, «E’ urgentemente necessario affrontare l’elevato livello di povertà e disuguaglianze alle quali devono far fronte le popolazioni indigene».
Secondo il nuovo rapporto, «Le popolazioni indigene hanno quasi tre volte più probabilità di vivere in condizioni di estrema povertà rispetto alle loro controparti non indigene. Rappresentano quasi il 19% dei poveri estremi (quelli che vivono al di sotto di 1,90 dollari Usa al giorno). Anche quando vengono utilizzate livelli di povertà meno rigorosi (3,20 dolari o 5,50 dollari al giorno), un numero sproporzionato di poveri è costituito da popolazioni indigene. Inoltre, indipendentemente dalla regione e dalla residenza nelle aree rurali o urbane, le popolazioni indigene rappresentano una quota considerevole dei poveri globali».

A livello regionale, l’America Latina e i Caraibi ospitano la più alta percentuale di popolazioni indigene e tribali, pari all’8,5% della popolazione totale, molto più dell’intera popolazione della Colombia. I dati di 9 Paesi in questa stessa regione hanno anche dimostrato che queste comunità indigene costituiscono quasi il 30% dei poveri estremi, la percentuale più alta in tutto il mondo.

In Africa, gli oltre 77 milioni di indigeni presenti – il 6% della popolazione – rappresentano il 24% dei poverissimi del continente.

In 5 Paesi dell’Asia e del Pacifico, i 335 milioni di indigeni della regione rappresentano il 7% della popolazione totale e quasi il 16% cento dei poveri estremi.

Una tendenza che si presenta in misura minore anche in Nord America, dove gli oltre 7 milioni di indigeni costituiscono oltre il 2% della popolazione il 3,5% dei più poveri della società.

Uno degli autori del rapporto, Martin Oelz dell’ILO sottolinea che «I progressi nel miglioramento della vita delle popolazioni indigene sono stati troppo lenti. Più ratifiche della Convenzione n. 169 e azioni per la sua effettiva attuazione sarebbero un passo nella giusta direzione. Per garantire che le politiche pubbliche rispondano alle esigenze delle popolazioni indigene e riflettano le loro aspirazioni, è essenziale affrontare la diffusa assenza di quadri istituzionali e giuridici che consentano la loro partecipazione al processo decisionale».
La Convenzione è l’unico trattato internazionale aperto alla ratifica volto specificamente a promuovere e proteggere i diritti delle popolazioni indigene e tribali. Attualmente solo 23 dei 187 Stati membri dell’Onu hanno ratificato la Convenzione n. 169, il che significa che solo il 15% circa delle popolazioni indigene nel mondo vive in Paesi che hanno aderito alla Convenzione e tra questi non c’è l’Italia ma nemmeno grandi Paesi come Usa, Cina, Canada e Russia dove in popoli tribali non mancano certo.
Si ritiene che in tutto il mondo ci siano più di 5.000 comunità indigene distinte che vivono in circa 90 Paesi e oggi i mezzi di sussistenza e le attività economiche di molte popolazioni indigene sono cambiati: il rapporto ha rilevato che circa il 45% delle donne e degli uomini indigeni trae il suo sostentamento al di fuori del settore agricolo.
Nonostante siano sovra-rappresentati tra i poveri, il rapporto rileva che, «A livello globale, le popolazioni indigene hanno un tasso di partecipazione all’occupazione più elevato rispetto alle loro controparti non indigene (63,3% rispetto al 59,1%). Ma questi dati sulla partecipazione all’occupazione presentano differenze sostanziali nella qualità del lavoro: le popolazioni indigene spesso vivono condizioni di lavoro sfavorevoli e discriminazioni». Inoltre, più dell’86% delle popolazioni indigene svolge lavori informali – spesso associati a cattive condizioni di lavoro e alla mancanza di protezione sociale – rispetto a circa il 66% delle persone non indigene.
Le donne indigene devono affrontare sfide sono anche più difficili, con tassi di lavoro in nero che sono superiori di oltre il 25% rispetto alle non indigene, mentre hanno le possibilità più basse di completare l’istruzione di base e hanno maggiori probabilità di trovarsi in condizioni di estrema povertà. Le donne indigene sono però anche quelle che danno il maggior contributo all’economia familiare (circa il 34%). Allo stesso tempo, solo il 24,4% delle donne indigene ha un lavoro retribuito, una percentuale inferiore rispetto alle donne non indigene (51,1%) e agli uomini indigeni (30,1%).
Anche quando hanno un salario o uno stipendio, le popolazioni indigene guadagnano in media il 18% in meno rispetto alle loro controparti non indigene.
Secondo il rapporto «I tassi di occupazione più elevati registrati per le popolazioni indigene possono riflettere la necessità, correlata alla povertà, di intraprendere qualsiasi forma di produzione di reddito, anche quando è a basso reddito e in cattive condizioni di lavoro» e sottolinea che, «Nonostante i progressi compiuti nel quadro delle politiche pubbliche, è necessario affrontare urgentemente le disparità che devono affrontare le popolazioni indigene».

L’ILO ritiene che, se si vogliono davvero attuare le politiche di giustizia sociale individuate dalla Convenzione n. 169, occorre ascoltare le opinioni delle popolazioni indigene perché «Questo contribuirà ad affrontare i problemi che affrontano gli indigeni, tra cui povertà, disuguaglianza, conflitti e cambiamenti climatici».

E, anche se diversi Paesi hanno istituito agenzie per gli affari indigeni e finora abbiano fatto grossi progressi, l’ILO sostiene che finora ci sono state troppo poche opportunità di impegno per le comunità minoritarie.

Il rapporto identifica anche molte opportunità per superare l’attuale situazione e dare più potere alle donne e agli uomini indigeni come attori dello sviluppo e dell’azione climatica, per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e realizzare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Il rapporto conclude che «La ratifica e l’attuazione della Convenzione ILO n. 169 è fondamentale per andare avanti, in particolare per la costruzione e il rafforzamento delle istituzioni pubbliche e dei quadri giuridici che consentono la consultazione e la partecipazione delle popolazioni indigene».

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  • Indigenous and tribal peoples need urgent action to tackle poverty and inequality