Lavorare meno, lavorare tutti: dal Pd una nuova proposta per ridurre l’orario a parità di salario

Schlein: «Significa ridurre le emissioni climalteranti e redistribuire i benefici dell’innovazione tecnologica, anziché farla subire ai lavoratori»

[23 Febbraio 2024]

L’Italia è uno dei pochi paesi dove non c’è alcuna iniziativa legislativa che incentivi la sperimentazione sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

Lo hanno fatto in Gran Bretagna dove 61 aziende hanno ridotto l’orario di lavoro a parità di salario. Lo hanno fatto in Portogallo dove 46 aziende hanno sperimentato la settimana corta di quattro giorni. Stessa cosa in Germania, in Spagna e Belgio.

I sindacati metalmeccanici italiani per il rinnovo contrattuale 2024-2027 propongono di sperimentare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Parliamo di 1,5 milioni di lavoratrici e lavoratori.

Non è una piccola questione, è invece una proposta che punta ad una nuova idea di società in cui si rimettono al centro la qualità della vita e del lavoro, l’innovazione organizzativa e la necessità di redistribuire la ricchezza e il tempo libero delle persone.

Significa migliorare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, in un paese dove c’è un problema enorme di precarietà e di part-time involontario che colpisce soprattutto le donne. Significa ridurre le emissioni climalteranti. Significa redistribuire i benefici dell’innovazione tecnologica anziché farla subire ai lavoratori e alle lavoratrici più esposti. Nella storia umana ciascuna transizione tecnologica è stata accompagnata dalla lotta di lavoratrici e lavoratori per rimodulare gli orari di lavoro e di vita.

D’altra parte l’Italia lavora duecento ore in più secondo la media Ocse della Germania ma il tasso di produttività è molto più basso.

Lavorare di più non significa migliorare la produttività, lavorare meglio sì. È ormai dimostrato. Tant’è che molte aziende stanno sperimentando questo modello anche senza politiche pubbliche che lo promuovano.

Noi facciamo una proposta molto semplice: allarghiamo il Fondo nuove competenze – cofinanziato dal Fondo sociale europeo – introducendo anche la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

Scommettiamo sul modello della contrattazione collettiva tra imprese e sindacati per incentivare la settimana corta.

Un fondo che aiuti chi stipula contratti per la riduzione dell’orario di lavoro attraverso un esonero contributivo del 30% dei contributi previdenziali che si allarga al 40% per le prestazioni lavorative usuranti e gravose.

di Elly Schlein, segretaria del Partito democratico (Pd)