Irena, gli investimenti in transizione energetica devono quadruplicare per restare entro +1,5°C

La Camera: «I tre pilastri prioritari sono l'infrastruttura fisica, i fattori abilitanti politici e normativi e una forza lavoro ben qualificata»

[28 Marzo 2023]

L’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena) ha presentato ieri a Berlino l’anteprima del nuovo rapporto World energy transitions outlook (Weto), che delinea un percorso di transizione energetica per contenere il riscaldamento globale entro i +1,5°C rispetto all’era preindustriale.

«La posta in gioco non potrebbe essere più alta – spiega Francesco La Camera, dg dell’Irena – Una trasformazione profonda e sistemica del sistema energetico globale deve avvenire in meno di 30 anni, sottolineando la necessità di un nuovo approccio per accelerare la transizione energetica per passare a un sistema energetico adatto al predominio delle rinnovabili».

Nonostante gli investimenti record che hanno sostenuto il comparto delle rinnovabili lo scorso anno (+9,6%), il ritmo a cui avanza la transizione energetica è ancora molto lento rispetto al necessario.

Per contenere la crisi climatica entro il limite di sicurezza individuato dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) – i già citati +1,5°C, di cui 1,1°C sono già oggi realtà – l’Irena stima la necessità di installare nuovi impianti rinnovabili per una media circa 1.000 GW l’anno, così da incrementare la capacità rinnovabile installata globalmente dagli attuali 3.000 GW circa a 10.000 GW nel 2030.

Ma non si tratta “solo” di installare nuovi impianti rinnovabili, quanto di integrarne il funzionamento nella struttura socioeconomica. Per questo l’Irena individua «tre pilastri prioritari della transizione energetica: l’infrastruttura fisica, i fattori abilitanti politici e normativi e una forza lavoro ben qualificata, che richiedono investimenti significativi e nuovi modi di cooperazione», come sottolinea La Camera.

In quest’ottica, sebbene gli investimenti globali nelle tecnologie per la transizione energetica abbiano raggiunto un nuovo record di 1,3 trilioni di dollari nel 2022, gli investimenti annuali devono più che quadruplicarsi a oltre 5 trilioni di dollari per rimanere sul percorso dei +1,5°C.

Al contempo, qualsiasi nuova decisione di investimento dovrebbe essere attentamente valutata, considerato che circa il 41% degli investimenti pianificati entro il 2050 rimane destinato ai combustibili fossili: secondo l’Irena circa 1.000 miliardi di dollari pianificati entro il 2030 nel comparto fosisle devono essere reindirizzati verso tecnologie e infrastrutture utili alla transizione energetica.

Si tratta di sfide che riguardano da vicino anche il nostro Paese, che ha chiuso l’ultimo anno piazzandosi «mai così lontano» dagli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Basti osservare che, nonostante ci siano 340 GW di impianti rinnovabili in attesa di autorizzazione lungo lo Stivale, nel corso del 2022 sono entrati in esercizio appena +3 GW: meno di un terzo della capacità necessaria da aggiungere annualmente per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione a fine decennio, che potrebbero concretizzare al contempo 540mila nuovi posti di lavoro.