Riceviamo e pubblichiamo

Il ciclo dei rifiuti? Deve essere chiuso in Toscana

Toscana più Verde: «Il recupero energetico da rifiuti è parte integrante dell’economia circolare»

[15 Giugno 2020]

La discussione che si è riaperta sugli impianti di smaltimento dei rifiuti in Toscana è, ancora una volta, surreale: molti danno per scontato che il recupero energetico sia da combattere con ogni mezzo, quando invece fa parte a pieno titolo del ciclo dei rifiuti e dell’economia circolare.

L’obiettivo principale della programmazione regionale è il 65 % di riciclo, con il 25% di recupero energetico e il 10% di ricorso alla discarica.

I rifiuti non riciclabili e gli scarti delle raccolte differenziate possono quindi essere usati per produrre energia: in Toscana si tratta di circa 600.000 tonnellate, il 25 % del totale di 2, 4 milioni di tonnellate.

Oggi la nostra regione ha 5 impianti funzionanti che utilizzano circa 250.000 tonnellate: ma se si considerano le chiusure previste di Livorno e Montale rimarremo in grado di smaltire solo 140.000 tonnellate, e avremo ben 460.000 tonnellate ogni anno da mandare in giro con i camion in discariche o in impianti fuori regione: con rischi per la sicurezza degli smaltimenti e aumento dei prezzi, e sicuro inquinamento dovuto ai trasporti.

Per non parlare del mancato beneficio in termini di ricchezza prodotta, occupazione qualificata, aumento delle fonti rinnovabili.

In assenza di una pianificazione che prenda in considerazione questi aspetti, la Toscana rischia di fare la fine delle regioni le cui città sono invase da rifiuti. Nessuno ne parla, ma l’emergenza è reale.

Toscana più verde lancia un allarme su questi temi e ritiene fondamentale che in ogni caso si debba chiudere il ciclo dei rifiuti in Toscana, non fuori, realizzando qui gli impianti necessari.

Da toscani, riteniamo che sia necessario che un nuovo impianto sia collocato nella piana fiorentina, e vorremmo vedere funzionante il nuovo impianto di Scarlino.

Non è certo un caso se a nord della Toscana ci sono decine di impianti, e se nelle città europee più attente all’ambiente, Zurigo, Vienna, Basilea e tante altre, i termovalorizzatori sono anche in centro.

A Copenhagen con il recupero di energia dai rifiuti viene prodotta energia elettrica per circa 60mila famiglie e riscaldamento per 120mila.

Il recupero energetico anche in Toscana farebbe diminuire drasticamente l’inquinamento oggi generato dal trasporto su camion e dalle discariche; non solo, sostituendo migliaia di caldaie, con il teleriscaldamento abbatterebbe le emissioni delle aree coinvolte, come si è potuto verificare ad esempio a Bolzano, dove la rete alimentata dal termovalorizzatore porterà ad una riduzione di oltre il 20% delle emissioni in atmosfera nella conca bolzanina.

Il recupero energetico rappresenta una risorsa che eviterebbe il rimpallo tra amministrazioni, i viaggi dei rifiuti, la sensazione che certi territori siano sacrificabili e altri no.

L’area metropolitana fiorentina e l’intera Regione che si allineano alle metropoli europee, recuperano energia dai rifiuti, abbassano le tasse ai cittadini, fanno diminuire l’inquinamento, non fanno ricadere su altre comunità il peso delle loro indecisioni.

Questa la proposta di Toscana più Verde.

di Sergio Gatteschi – Segretario Toscana + Verde