Geotermia, fotovoltaico ed economia circolare: la Toscana risponde allo sciopero per il clima

Rossi: «Chi governa o aspira a farlo deve prendere impegni a dare risposte. È quello che proverò a fare nei prossimi giorni puntando a zero emissioni nette entro il 2050»

[18 Marzo 2019]

Le piazze della Toscana sono state protagoniste dello sciopero globale per il clima di venerdì scorso, con oltre 10mila persone raccolte nella sola piazza Santa Croce a Firenze (nella foto, ndr), e ora è il momento di mettere in campo azioni concrete contro i cambiamenti climatici: «La politica più che aderire deve fare», esordisce il presidente della Regione Enrico Rossi – che comunque, insieme all’assessore all’Ambiente Federica Fratoni, ha dato il proprio sostegno all’iniziativa dei giovani scesi in piazza – nel presentare gli impegni in materia di sviluppo sostenibile che caratterizzeranno quest’ultima parte della legislatura, a partire dal progetto Toscana Green 2050.

Si tratta di una collaborazione che la Regione ha attivato con l’Università di Pisa già a partire dal 2017, per definire e incrementare l’apporto delle fonti rinnovabili nel soddisfacimento della domanda di energia regionale. «Retorica e strumentalizzazioni lasciano il tempo che trovano. Chi governa o aspira a farlo deve prendere impegni a dare risposte – argomenta Rossi – È quello che proverò a fare nei prossimi giorni puntando a zero emissioni nette entro il 2050. Considerato che il Piano dell’energia e del clima presentato dal Governo è insufficiente, noi toscani faremo le nostre scelte grazie anche alla forte spinta che arriva dall’Europa». Il riferimento è alla bozza del Pniec elaborata dal Governo nazionale, oggi all’esame della Commissione Ue e per la quale è attesa una versione definitiva entro la fine dell’anno: già ora però sappiamo che gli obiettivi dettagliati nel Pniec non sono in linea l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, come stabilito dall’Accordo di Parigi. Da qui la necessità di fare di più, anche a livello regionale. «Uno studio dell’Università di Pisa (Toscana Green 2050) indica – sottolinea al proposito Rossi – che è possibile il pareggio tra produzione regionale e fabbisogno di energia elettrica».

Per raggiungere quest’obiettivo sarà centrale valorizzare al meglio la risorsa rinnovabile che già oggi caratterizza maggiormente il territorio regionale – ovvero la geotermia – e garantire adeguati spazi di crescita anche alle altre fonti, in modo da poter portare avanti un sistema adeguatamente integrato. Al primo posto per Rossi quindi le «energie rinnovabili» come il «fotovoltaico, su cui investiremo ancora di più per l’installazione dei pannelli su immobili artigianali, commerciali e industriali», e la volontà di impiegare sempre più la geotermia anche per gli usi termici: «Le aree geotermiche – continua il presidente della Toscana – sono straordinari giacimenti di bellezze naturali e paesaggistiche. Nel 2017 sono state visitate da oltre 60mila veri e propri turisti geotermici. Anche il futuro del riscaldamento domestico risiede nella diffusione di impianti a pompa di calore rinnovabile. La tecnologia è matura e ampi i vantaggi. Ci sono dei costi di installazione ma presenteremo per questo un programma di incentivi. Ci sono esempi di successo come Montieri, nel grossetano: eccellenza europea per il teleriscaldamento geotermico premiata a Bruxelles nel 2017», quando il locale sistema di teleriscaldamento alimentato dal vapore geotermico è arrivato in finale al Regiostar Awards. Paradossalmente, nelle scorse settimane invece proprio il sindaco di Montieri è dovuto ricorrere allo sciopero della fame pur di perorare la richiesta di incontro avanzata dai sindaci geotermici al ministero dello Sviluppo economico, dopo la decisione del Governo nazionale di cancellare gli incentivi finora erogati a sostegno della geotermia nel decreto Fer 1.

Oltre a sostenere la produzione di energia rinnovabile sul territorio, la Regione – spiega infine Rossi – punta a migliorare anche la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, e a massimizzare il recupero di materia in un’ottica di economia circolare: «Mi batterò – conclude Rossi – perché sia approvata subito una legge regionale sull’economia circolare per recupero, riuso e riciclo della materia, con riduzione dei rifiuti prodotti, a partire dai principali distretti industriali, che sono pronti – quello conciario di Santa Croce lo ha già fatto (tramite il protocollo d’intesa firmato da Regione, Rea Impianti e Associazione conciatori, ndr) – ad assumersi la loro parte di responsabilità in modo esemplare».