Perini e Nardella presentano i risultati del quinquennio 2019-24

Firenze esce dall’infrazione Ue sulla depurazione, grazie agli investimenti Publiacqua

Alla presa in carico del servizio idrico nel 2002, appena il 10% della popolazione locale veniva servita: ora è oltre il 99%

[18 Gennaio 2024]

Per l’Italia la mancata depurazione è uno dei principali talloni d’Achille sotto il profilo ambientale, che è già costato tre condanne da parte della Corte Ue e multe per oltre 140 mln di euro. Un vicolo cieco da cui l’area fiorentina è però riuscita a uscire, grazie agli investimenti messi in campo da Publiacqua.

La partecipata pubblica ha presentato ieri in Palazzo Vecchio – col presidente Nicola Perini insieme al sindaco Dario Nardella – i dati del quinquennio 2019-24, concentrandosi appunto su quelli riferiti all’area di Firenze (a fronte dei 46 Comuni serviti da Publiacqua, con oltre 1 mln di abitanti complessivi).

«Nel 2002, anno in cui Publiacqua prendeva in carico la gestione del servizio idrico integrato – ricordano dalla società – la popolazione dell’area fiorentina servita da depurazione ammontava a circa il 10%; oggi la popolazione della medesima area servita da depurazione ammonta ad oltre il 99%. Investimenti, lavoro ed impegno che consente oggi agli 8 Comuni interessati di uscire dalla procedura d’infrazione europea per il mancato adeguamento alla normativa comunitaria sul tema della depurazione».

Il sistema depurativo dell’area fiorentina serve infatti 8 Comuni: Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Firenze, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa. Sul territorio si snodano 1.355 chilometri di fognatura, e il valore totale dell’investimento realizzato per garantire la depurazione dell’area, attualizzando ad oggi la spesa sostenuta negli anni, è pari a quasi 300 milioni di euro.

Il cuore del sistema di depurazione dell’area fiorentina è l’impianto di San Colombano, la cui progettazione iniziò a metà anni ’80 mentre il primo lotto fu attivato nel 2000; nell’aprile 2022 si sono conclusi gli ultimi otto interventi a completamento del sistema fognario e depurativo, che oggi consente di portare a San Colombano i reflui dell’area fiorentina.

Più nel dettaglio, San Colombano è un impianto di trattamento di tipo biologico a fanghi attivi organizzato su tre linee parallele di trattamento per una capacità di complessiva di 600.000 abitanti equivalenti.

Avendo in carico la gestione dell’intero sistema idrico integrato – dalla captazione alla distribuzione fino alla depurazione –, l’attività di Publiacqua ovviamente non si limita a intervenire solo nell’ultima parte del ciclo.

Ad esempio, nel periodo 2019-2023 Publiacqua ha lavorato al rinnovo della rete acquedottistica di importanti assi viari cittadini per un totale di 21,7 km. Lo stesso è stato fatto sulla rete fognaria dove, nel medesimo periodo, sono stati rinnovati 9,4 km di condotte.

Negli stessi anni Publiacqua ha lavorato anche su un ribaltamento “copernicano” del modo di pensare e gestire un acquedotto. Questo è stato possibile sugli aspetti gestionali, grazie allo sviluppo del sistema di telecontrollo ed alla distrettualizzazione della rete idrica.
La rete acquedottistica cittadina è oggi divisa in 47 distretti idrici (17 dei quali realizzati dal 2019) e telecontrollata per 925 km (+24 km dal 2019) con un beneficio gestionale e di rapidità e puntualità nelle riparazioni soprattutto delle perdite occulte.

La nuova, grande sfida in corso per Publiacqua è quella di mettere a terra gli investimenti Pnrr: i gestori locali, coordinati dall’Autorità idrica toscana, sono riusciti a conquistare fondi per 214 mln di euro, uno tra i migliori risultati d’Italia. In questo contesto regionale d’eccellenza Publiacqua risulta inoltre tra i maggiori beneficiari, con investimenti in corso sul fronte depurazione e grandi infrastrutture idriche, come anche sulla gestione fanghi e contrasto alle perdite di rete. Tutti investimenti che dovranno essere conclusi entro il 2026, quando il Pnrr terminerà la sua efficacia.