A ottobre al via il percorso partecipativo attraverso il Resident advisory board (Rab)

Economia circolare, passi avanti per il Distretto di Empoli: entro l’anno il progetto definitivo

Barnini: «Ringrazio l'ad e il presidente di Alia, con questo nuovo incontro ci hanno dato riscontro positivo ad alcune delle istanze avanzate dal Consiglio comunale»

[3 Agosto 2022]

Ieri nel Consiglio Comunale di Empoli (qui la registrazione integrale della seduta) l’economia circolare è tornata protagonista, approfondendo l’evoluzione del Distretto che presto potrebbe nascere in città per dare nuova vita – tramite riciclo chimico – a quei rifiuti altrimenti destinati a inceneritori e discariche, o peggio all’export.

I vertici di Alia – il gestore 100% pubblico dei servizi d’igiene urbana nella Toscana centrale, capofila dell’Alleanza che sostiene la nascita del Distretto circolare – sono tornati infatti a ragguagliare il Consiglio sulla roadmap del progetto, osservato con interesse da tutte le forze politiche presenti in Aula.

«Ringrazio l’amministratore delegato e il presidente di Alia che con questo nuovo incontro ci hanno dato riscontro positivo ad alcune delle istanze avanzate dal Consiglio comunale del 26 apriledichiara il sindaco, Brenda Barnini – Tra queste avevamo posto la necessità di un procedimento trasparente e che coinvolgesse i cittadini e va in questa direzione la nascita del comitato di partecipazione», ovvero il Resident advisory board (Rab), che inizierà ad insediarsi ad ottobre.

Il Rab sarà composto da 7 membri istituzionali e da 8 provenienti dalla società civile; grazie alla collaborazione con Avventura Urbana e sulla scorta delle esperienze già maturate a Ferrara, Bassano del Grappa e Sesto San Giovanni, il Rab sarà un comitato consultivo con il compito di monitorare la nascita del Distretto, dalla fase di progettazione e costruzione fino all’esercizio. «Abbiamo offerto alle istanze emerse dal Consiglio Comunale alcune proposte puntuali per coinvolgere il territorio, dalle istituzioni alla comunità – argomenta il presidente di Alia, Nicola Ciolini – perché riteniamo che il ruolo dei cittadini sia fondamentale per portare avanti la grande sfida della transizione ecologica sul nostro territorio».

Dopo gli aspetti di partecipazione, anche quelli progettuali sono stati posti in primo piano. «L’altro punto forte che era stato evidenziato – osserva nel merito Barnini – riguardava l’attenzione all’inserimento paesaggistico e l’incarico all’architetto Casamonti rappresenta la migliore scelta che potesse essere fatta. Infine, la collaborazione del professor Mancuso va nella direzione di fare di questo investimento un’opportunità di crescita dell’attenzione alla tutela ambientale del territorio. L’illustrazione del cronoprogramma chiarisce anche quelli che saranno i successivi passaggi e la assoluta centralità che rimarrà in capo al Consiglio comunale».

Ieri è stato infatti presentato il team di progettazione del Distretto, capitanato da due star: l’architetto Marco Casamonti (Università di Genova) e il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso (Università di Firenze. Insieme, sono chiamati a dare forma e fruibilità ad un polo industriale che non ambisce “solo” a gestire i rifiuti in modo sostenibile, ma anche a diventare un punto di riferimento inclusivo per la cittadinanza.

«Abbiamo messo in campo le migliori soluzioni tecnologiche sul mercato in termini di innovazione e sostenibilità ambientale per poter dare un contributo decisivo al territorio, per chiudere il ciclo, abbattere le emissioni e ridurre il conferimento dei rifiuti in discarica. Grazie alle competenze dell’Alleanza circolare, ai partner come Maire Tecnimont-NextChem, Suez, Zignago Vetro, e al coinvolgimento dell’architetto Marco Casamonti e al prof. Stefano Mancuso, lavoriamo assieme all’amministrazione per realizzare un impianto di alto valore architettonico e sostenibile, che possa essere un modello nel campo dell’economia circolare», sintetizza l’ad di Alia, Alberto Irace.

Il Distretto si propone di valorizzare oltre 250mila t/a di rifiuti secchi non riciclabili meccanicamente (come Css e scarti plastici tipo plasmix), ricavandone prodotti circolari: nel caso di Empoli si parla di 130mila t/a di metanolo, che «può essere utilizzato sia nella realizzazione di biocarburanti e carburanti a carbonio riciclato, sia nei cicli produttivi dell’industria chimica, seguendo gli indirizzi della direttiva europea Red II per la decarbonizzazione; e in prospettiva l’idrogeno, attraverso una forte integrazione con le filiere locali del vetro», data la vicinanza dell’area dove dovrebbe sorgere il Distretto – quella industriale del Terrafino – con la vetreria Zignago.

Con quali tempistiche? Dopo l’avvio del Rab previsto in autunno, la presentazione del progetto definitivo è «prevista entro la fine dell’anno». Poi il cronoprogramma prevede, superate tutte le fasi autorizzative, un periodo di costruzione della durata di circa 30 mesi, con un investimento previsto di circa 400 milioni di euro, impiegando circa seicento addetti in fase di costruzione e circa duecento occupati, tra diretti e indiretti, a regime.