Migliorini: «Integrare progetti di energia rinnovabile con il paesaggio circostante»

È nata l’Associazione italiana agrivoltaico sostenibile, per unire agricoltura e fotovoltaico

Scognamiglio: «La sostenibilità di un sistema agrivoltaico deriva dal valore aggiunto apportato alla produzione agricola, all’ambiente e al paesaggio»

[10 Novembre 2022]

L’agrivoltaico è un sistema in cui l’attività agricola e la produzione di energia fotovoltaica coesistono sul medesimo campo, con mutui benefici: ad esempio l’ombra generata dai pannelli fotovoltaici riduce la temperatura del suolo e il fabbisogno idrico per le colture, e contemporaneamente l’agricoltore può usare e/o vendere l’energia rinnovabile che produce.

Per promuovere questa realtà è appena stata fondata l’Associazione italiana agrivoltaico sostenibile (Aias), che riunisce istituzioni, associazioni di categoria e imprese di settore. Alla sua guida c’è l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), insieme ad una nutrita truppa di soci fondatori: Eta Florence renewable energies, European energy, Le greenhouse, Rea-Reliable energy advisor, Rem Tec e Renovo bioeconomy.

L’adesione all’associazione in qualità di socio resta comunque aperta a tutte le realtà coinvolte nello sviluppo dell’agrivoltaico come istituzioni, aziende, cooperative, associazioni e ogni figura giuridica o privata, che condividano la visione di agrivoltaico sostenibile promossa dall’associazione.

«Un sistema agrivoltaico sostenibile presenta caratteristiche prestazionali tali da garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’opera rispetto alle tre dimensioni agricoltura, energia, e dunque paesaggio – spiega la ricercatrice Enea Alessandra Scognamiglio, in qualità di presidente Aias – La sostenibilità di un sistema agrivoltaico deriva dal valore aggiunto apportato alla produzione agricola, all’ambiente e al paesaggio, nel rispetto e/o nel miglioramento della biodiversità e delle qualità ecosistemiche dei siti e delle comunità locali».

Un approccio dunque ribaltato rispetto agli infondati allarmi che vedono nella diffusione delle energie rinnovabili un pericolo per i suoli agricoli italiani. Basti osservare che – come stimano Legambiente, Greenpeace, Italia solare e Wwf – per installare 80 GW di nuovi impianti fotovoltaici è possibile distribuirne il 30% circa su tetti e terreni industriali o contaminati, mentre per la parte restante sarebbero sufficienti 50-70.000 ettari di terreni agricoli, pari allo 0,4-0,6% della superficie agricola utile (Sau).

«L’integrazione dei progetti di energia rinnovabile con il paesaggio circostante è sempre stato un obiettivo principale per la nostra azienda – conferma Alessandro Migliorini, country manager di European energy Italia – È quindi naturale per noi guardare con interesse allo sviluppo dell’agrivoltaico».

Combinare la produzione agricola con quella di energia rinnovabile consentirà al contempo agli operatori del settore agricolo di trovare nuove risorse per sviluppare colture e investimenti; in quanto Paese caratterizzato da produzioni agricole di alta qualità, l’Italia potrà dunque trarre particolare beneficio da quest’approccio.