Due diligence: si a norme Ue per le imprese su diritti umani e ambiente

Wwf: un passo avanti essenziale con molti gap da recuperare

[24 Aprile 2024]

Con 374 sì, 235 no e 19 astensioni, Il Parlamento europeo ha la nuova direttiva “ due diligence”, concordata con il Consiglio, che impone alle imprese e ai loro partner a monte e a valle, compresi fornitori, produttori e distributori, di «Prevenire, porre fine o mitigare il loro impatto negativo sui diritti umani e sull’ambiente», compresi schiavitù, l lavoro minorile, sfruttamento del lavoro, perdita di biodiversità, inquinamento e distruzione del patrimonio naturale.

La socialista olandese Lara Wolters ha commentato: «Il voto di oggi è una pietra miliare per una condotta aziendale responsabile e un passo considerevole verso la fine dello sfruttamento delle persone e del pianeta da parte delle cowboy companies. Questa legge è compromesso raggiunto duramente ed è il risultato di molti anni di difficili negoziati. Sono orgogliosa di ciò che abbiamo ottenuto con i nostri alleati progressisti. Nel prossimo mandato del Parlamento, lotteremo non solo per la sua rapida attuazione, ma anche per rendere l’economia europea ancora più sostenibile».

Anche per il Wwf EU «L’approvazione finale della (CSDDD) da parte del Parlamento Europeo rappresenta un trampolino di lancio fondamentale per liberare le catene di fornitura globali dalle violazioni dei diritti umani e dai danni ambientali. Tuttavia, molteplici scappatoie ostacoleranno il potenziale della legge.

Nonostante la portata della Direttiva Corporate Sustainability Due Diligence (CSDDD) sia stata fortemengte ridotta nelle ultime fasi dei negoziati, l’approvazione finale del Parlamento avvicina l’UE alla responsabilità delle imprese. Le grandi aziende presenti nell’Ue dovranno prevenire, mitigare e porre fine alle pratiche dannose nelle loro operazioni globali e in parti delle loro catene del valore. Dovranno inoltre sviluppare e attuare obiettivi climatici e piani di transizione per allineare la loro strategia e i loro modelli di business con l’obiettivo di 1,5° C dell’Accordo di Parigi».

Uku Lilleväli, responsabile della politica finanziaria sostenibile dell’ufficio politico europeo del Wwf, fa notare che «Il clamoroso sostegno dei parlamentari di tutta l’Ue e di vari gruppi politici riflette la necessità urgente e un ampio sostegno sociale e imprenditoriale per la legge sulla due diligence. La legge aiuterà le aziende a prosperare economicamente e a sostenere i valori europei di giustizia, diritti umani e sostenibilità all’interno dei confini dell’Ue e nel resto del mondo. Ma nonostante il risultato positivo di oggi, permangono gravi gap, che ostacoleranno la capacità della legge di apportare un cambiamento più sistemico. Per citarne alcuni, il free pass agli attori finanziari per incrementare  i danni, la copertura solo di una frazione di tutti i danni ambientali e un raggio d’azione ridicolmente limitato delle imprese sono tutti problemi che dovranno essere risolti nei prossimi anni».

Il Parlamento europeo spiega in una nota che «Le norme si applicheranno alle imprese europee e alle società madri con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di euro. Si applicheranno anche alle aziende con accordi di franchising o con licenza nell’Ue che garantiscono un’identità aziendale comune con un fatturato mondiale superiore a 80 milioni di euro, se almeno 22,5 milioni di euro sono stati generati da royalties. Saranno coperte anche le società extra-Ue, le società madri e le società con accordi di franchising o di licenza nell’Ue che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell’Ue. Queste aziende dovranno integrare la due diligence nelle loro politiche, effettuare investimenti correlati, chiedere garanzie contrattuali ai propri partner, migliorare il proprio piano aziendale o fornire supporto ai partner commerciali di piccole e medie dimensioni per garantire che rispettino i nuovi obblighi. Le aziende dovranno inoltre adottare un piano di transizione per rendere il proprio modello di business compatibile con il limite di riscaldamento globale di 1,5° C fissato dall’Accordo di Parigi».

Gli Stati membri saranno tenuti a fornire alle imprese informazioni online dettagliate sui loro obblighi di due diligence tramite portali pratici contenenti gli orientamenti della Commissione Ue. Inoltre dovranno creare o designare un’autorità di vigilanza per indagare e imporre sanzioni alle imprese non conformi. Queste includeranno “naming and shaming” e multe fino al 5% del fatturato netto mondiale delle aziende. La Commissione Ue istituirà la Rete europea delle autorità di vigilanza per sostenere la cooperazione e consentire lo scambio delle migliori pratiche. Le aziende saranno responsabili dei danni causati dalla violazione degli obblighi di dovuta diligenza e dovranno risarcire integralmente le loro vittime.

Le nuove regole (ad eccezione degli obblighi di comunicazione) si applicheranno gradualmente alle imprese Ue (e alle imprese extra UE che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell’Ue: dal 2027 alle aziende con oltre 5.000 dipendenti e fatturato mondiale superiore a 1.500 milioni di euro; dal 2028 alle imprese con oltre 3.000 dipendenti e 900 milioni di euro di fatturato mondiale; dal 2029 a tutte le restanti imprese rientranti nel campo di applicazione della direttiva (comprese quelle con oltre 1.000 dipendenti e fatturato mondiale superiore a 450 milioni di euro).

La direttiva ora deve anche essere approvata formalmente dal Consiglio europeo ed èentrerà in vigore 20 giorni dopo essere stata firmata e pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove norme nelle rispettive legislazioni nazionali.

Il Wwf chiede agli Stati membri dell’Ue di dare rapidamente l’approvazione finale, «Aprendo la strada all’entrata in vigore della legge. Dopo l’adozione, sarà fondamentale recepire e attuare efficacemente la legge e, nei prossimi anni, colmare le lacune che le impediranno di realizzare il suo pieno potenziale».