Bioraffineria Eni di Livorno, affidato il contratto per produrre idrogeno da gas metano

Si tratta di un progetto da 123 milioni di euro da concludere entro il 2026, se ne occuperà il gruppo Maire

[21 Febbraio 2024]

La bioraffineria che Eni punta a realizzare a Stagno – tra Livorno e Collesalvetti – entro il 2026, in parziale sostituzione delle attività portate finora avanti nel sito produttivo, vedrà una collaborazione col gruppo Maire.

Attraverso la propria controllata Kt, Maire si è infatti aggiudicata un contratto da 123 milioni di euro per le attività di ingegneria, procurement e costruzione di un impianto di produzione di idrogeno, a partire da gas metano.

«Siamo orgogliosi di questo importante risultato raggiunto con Eni. Tra le eccellenze italiane del settore energetico, Maire – commenta l’ad del gruppo, Alessandro Bernini – conferma il proprio ruolo di fornitore di tecnologie innovative e di servizi integrati di ingegneria, contribuendo alla decarbonizzazione dei trasporti attraverso l’incremento di produzione di biocarburanti».

Dalla società dichiarano che l’impianto, che verrà progettato e realizzato da Kt all’interno della bioraffineria, processerà «gas naturale e materie prime biogeniche quali scarti alimentari come oli di cottura e grassi animali, nonché residui provenienti dall’industria agroalimentare, per produrre idrogeno destinato alla produzione di biocarburanti per la mobilità. L’impianto, inoltre, è stato progettato in modo da poter implementare in una fase successiva un’unità di cattura della CO2 residua».

Quest’ultimo dettaglio offre una nota positiva dal punto di vista della sostenibilità ambientale, in quanto la CO2 catturata – che potrà cercare poi applicazione come materia prima in altre filiere produttive – permetterà di ridurre l’impatto sul clima della bioraffineria.

Si tratta però di una strategia meno ambiziosa di quella proposta da Legambiente Livorno nell’ambito delle osservazioni presentate al ministero dell’Ambiente per la Valutazione d’impatto ambientale (Via) della bioraffineria.

L’opzione messa in campo dagli ambientalisti prevede infatti di produrre idrogeno verde da fonti rinnovabili, anziché di ottenerlo da steam reforming di metano fossile. Un’opzione che Eni sembra però non voler percorrere.