Asia – Pacifico, le rimesse degli emigrati aiutano milioni di famiglie a costruirsi un futuro migliore

Nella regione le rimesse hanno raggiunto i 256 miliardi di dollari, ma ci sono troppi ostacoli

[8 Maggio 2018]

Secondo il rapporto ”RemitSCOPE – Remittance markets and opportunities Asia and the Pacific” pubblicato oggi dall’International fund for agricultural development (Ifad), nel 2017 i lavoratori migranti hanno spedito 256 miliardi di dollari alle loro famiglie della regione dell’Asia e del Pacifico. «Anche se nella regione traggono beneficio dalle rimesse circa 320 milioni di persone – dicono al’Ifad – la maggior parte delle quali vivono nelle aree rurali, i mercati delle rimesse hanno ancora bisogno di trasformarsi per garantire che le famiglie possano beneficiare appieno di questi flussi di risorse».

Il rapporto presenta una sintesi degli ultimi dati e analisi sulle rimesse e dei profili dei mercati delle rimesse raccolti in 50 paesi diversi e disponibili sul sito www.remitscope.org, un nuovo portale che punta ad aiutare i responsabili delle politiche e gli esperti del settore a trasformare il mercato delle rimesse per garantire transazioni più economiche, rapide e sicure, soprattutto nelle aree rurali.

Pedro De Vasconcelos, esperto dell’Ifad per le rimesse sottolinea che «La promessa di innovazione tecnologica nel mercato delle rimesse potrebbe determinare una profonda trasformazione per le centinaia di milioni di persone che beneficiano di questi flussi. Ma questo cambiamento non si è ancora verificato. Esistono barriere normative obsolete, sia per i mittenti sia per i destinatari delle rimesse, che comportano costi più elevati e meno trasparenti per i 2 miliardi di transazioni all’anno, transazioni che, per la maggior parte, ammontano a una cifra compresa tra i 200 e i 300 dollari. Tali barriere rendono anche meno probabile e più difficoltoso trasformare le rimesse in risparmi e investimenti».

Secondo il rapporto, presentato al Global Forum on Remittances, Investment and Development , che si è aperto oggi nella capitale malese Kuala Lumpur, «Il costo per spedire denaro nella regione è diminuito solo dello 0,67% al 2015, e ha raggiunto il 6,86% nel 2017. Si tratta ancora di più del doppio del 3% stabilito per i principali canali di flusso delle rimesse dalla comunità internazionale negli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Costi di trasferimento minori implicano una maggiore quantità di denaro a disposizione delle famiglie».

Inoltre, i costi di trasferimento variano significativamente nelle diverse aree della regione: «I tassi nei piccoli stati delle isole del Pacifico sono maggiori e corrispondono all’8,9% della somma spedita – denuncia l’Ifad – Nell’Asia orientale ammontano all’8,26%, mentre quelli applicati dalla Federazione russa all’Asia centrale sono molto bassi, all’1,21%».

Il rapporto fa notare che «I trasferimenti di denaro contante sono ancora di gran lunga la forma di transazione più diffusa. Solo di recente la tecnologia sta iniziando a orientare i mercati verso trasferimenti bancari tramite operazioni digitali. Attualmente, nella regione ci sono oltre 1 milione di luoghi abilitati a effettuare pagamenti, a testimonianza di un incremento della digitalizzazione delle transazioni».

Ma secondo De Vasconcelos  «Sono necessari sforzi ulteriori. Perché la digitalizzazione dei trasferimenti possa avvenire, le società del settore privato devono impegnarsi maggiormente per armonizzare i quadri normativi e i regolamenti dei vari paesi e promuovere l’offerta di prodotti adeguati alle necessità dei clienti. Nella regione, in genere le famiglie spendono circa il 70% delle rimesse per necessità essenziali, quali cibo, vestiti, sanità e istruzione. Il restante 30%, che ammonta a circa 77 miliardi di dollari, potrebbe essere messo da parte e usato per acquisire beni patrimoniali o investito in attività generatrici di reddito, consentendo alle famiglie di guadagnarsi da vivere e investire nel proprio futuro. Se si dà alle famiglie l’opportunità di investire, lo faranno, ma perché questo possa avvenire è essenziale che abbiano accesso a servizi finanziari e troppe famiglie ancora, soprattutto nelle aree rurali, non possono risparmiare, ottenere prestiti e investire denaro attraverso servizi finanziari veri e propri»..

L’Ifad evidenzia che «Nonostante l’inclusione finanziaria sia aumentata dal 2011, e nella regione circa la metà degli adulti possiedano un conto in banca (escluse le economie ad alto reddito), questa situazione non è rappresentativa della realtà della sostanziale maggioranza delle famiglie che ricevono rimesse, tra cui l’esclusione finanziaria rimane una caratteristica predominante.Le rimesse sono particolarmente essenziali nelle aree rurali, dove la povertà è più diffusa. Si calcola che, su scala mondiale, il 40 per cento del valore totale delle rimesse sia destinato alle aree rurali. Tuttavia, nella regione dell’Asia e del Pacifico le rimesse sono destinate in proporzioni ancora più alte a paesi dove la maggioranza della popolazione vive nelle campagne, come il Nepal (81%), l’India (67%), il Vietnam (66%), il Bangladesh (65%), il Pakistan (61%) e le Filippine (56%). Le rimesse inviate nelle aree rurali sono generalmente più dispendiose, a causa delle spese che comporta offrire punti di accesso in località isolate».

Ecco alcuni dati essenziali dal rapporto:

Le rimesse inviate nella regione dell’Asia e del Pacifico nel 2017 ammontavano a 256 miliardi di dollari, corrispondenti al 53 per cento del flusso mondiale delle rimesse. Le rimesse sono aumentate del 4,87 per cento dal 2008, con tassi di crescita che tendono ad appiattirsi negli ultimi anni.

L’India (69 miliardi di dollari), la Cina (64 miliardi di dollari) e le Filippine (33 miliardi di dollari) sono i tre paesi che ricevono più rimesse al mondo. Anche il Pakistan (20 miliardi di dollari) e il Vietnam (14 miliardi di dollari) si collocano tra i primi 10.

Circa il 70% elle rimesse inviate in Asia e nel Pacifico provengono da paesi al di fuori della regione, in particolare dai paesi del Golfo (32%), dal Nord America (26%) e dall’Europa (12%).

Le rimesse forniscono alla regione risorse oltre 10 volte superiori a quelle fornite dagli aiuti ufficiali allo sviluppo.

Nella regione, 400 milioni di persone, una su 10, hanno direttamente a che fare con le rimesse, come mittenti o come destinatari.

Si calcola che entro il 2030 saranno inviati ai paesi in via di sviluppo circa 6000 miliardi di dollari: oltre la metà di questa somma arriverà nella regione dell’Asia e del Pacifico, molto spesso in piccole cittadine e villaggi.

La maggior parte dei migranti (60%) tende sempre di più a trovare lavoro nella regione, e Hong Kong, Giappone, Malesia, Singapore, Corea del Sud e Tailandia sono le principali destinazioni dei lavoratori che emigrano.

Il flusso di rimesse in uscita dalla regione ammonta a 78 miliardi di dollari, mentre il 93 per cento delle rimesse rimane nella regione.