Oggi la visita congiunta della premier e della presidente della Commissione Ue

Alluvione in Emilia-Romagna, dal Pnrr fondi per coprire solo un settimo dei danni

Meloni: «Non avremmo ovviamente potuto non occuparci dell'alluvione che ha colpito questo territorio»

[17 Gennaio 2024]

Quella di oggi poteva essere una giornata cruciale per finanziare la ricostruzione dell’Emilia-Romagna devastata dall’alluvione lo scorso maggio, ma a 8 mesi dall’evento meteo estremo ancora una volta sono arrivate risposte parziali.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recata prima a Bologna per firmare l’Accordo di coesione che distribuirà in Emilia-Romanga le risorse europee del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) 2021-27; a seguire una tappa a Forlì, dove la premier è stata raggiunta dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per fare il punto sui fondi Pnrr che verranno erogati per far fronte in modo specifico al post-alluvione.

Dal Fsc «mettiamo a disposizione 588 milioni di euro, dei quali erano già stati assegnati nel 2021 come anticipo 121 se non vado errata – ha dichiarato Meloni, mentre la Regione precisa la cifra a 107,7 mln – A queste risorse se noi aggiungiamo le quote di cofinanziamento arriviamo a una somma complessiva di 687 milioni di euro che viene mobilitata oggi con questa firma. Ci concentriamo su complessivamente 92 progetti, poche grandi priorità».

Come spiegano dalla Regione la quota maggiore di risorse Fsc, pari a 480,6 milioni di euro, servirà per interventi sul fronte del contrasto e della prevenzione del dissesto idrogeologico, per il potenziamento delle infrastrutture viarie, il rafforzamento dell’edilizia universitaria, la realizzazione di spazi per la formazione terziaria, la qualificazione degli impianti sportivi, la rigenerazione urbana, lo sviluppo sostenibile delle città e delle aree montane e interne.

In alcuni casi investimenti che c’entrano molto poco con la sostenibilità ambientale. Meloni spiega ad esempio che «la Regione ha proposto e il Governo ha condiviso di destinare una delle somme più sostanziose chiaramente di questo Accordo, che sono circa 137 milioni di euro, agli interventi di messa in sicurezza delle infrastrutture stradali». Al contempo però «ci sono 47 milioni dei quali 20 sulla nuova programmazione per l’ampiamento e il potenziamento dell’interporto di Bologna», di certo non una priorità per la lotta alla crisi climatica.

Eppure è quest’ultima la principale emergenza che sta fronteggiando l’Emilia-Romagna, insieme al resto d’Italia, dove gli eventi meteo estremi sono aumentati del 22% solo nell’ultimo anno.

Ma per ricostruire dopo l’alluvione, ancora una volta, le risorse stanziate dal Governo non sono neanche lontanamente sufficienti. Le poche risorse arrivano dalla revisione del Pnrr, arrivata col coordinamento Ue: «Abbiamo dedicato 1,2 miliardi di euro specificatamente a questa regione – ha dichiarato a Forlì la von der Leyen – Vogliamo aiutarvi a rimettervi in ​​piedi, a diventare più resilienti e, ad esempio, a migliorare la protezione dalle inondazioni o a riparare le infrastrutture pubbliche».

«Non avremmo ovviamente potuto non occuparci dell’alluvione che ha colpito questo territorio – ha aggiunto nel merito Meloni – Le risposte sono arrivate appunto con questa revisione del Pnrr che ci consente di investire un miliardo e duecento milioni particolarmente sulla difesa idraulica, sul ripristino della viabilità e delle infrastrutture stradali, il ripristino del patrimonio edilizio residenziale pubblico, il ripristino delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche, ripristino delle scuole e infrastrutture sportive».

La cifra è altisonante, ma arriva con quasi un anno di ritardo e resta una goccia nell’oceano: a valle dell’alluvione, i danni stimati dalla Regione ammontavano infatti a 8,86 miliardi di euro, ovvero oltre sette volte le risorse previste dalla revisione del Pnrr.

Non a caso decine di persone hanno contestato l’arrivo della presidente Meloni a Forlì, parlando di passerella elettorale. «Stiamo vivendo da otto mesi una situazione drammatica – ha dichiarato ai microfoni dell’Ansa Gianni Fagnoli, esponente dell’Appello per l’Appennino romagnolo – Abbiamo decine di migliaia di persone disperate e rovinate che non hanno avuto assolutamente niente».

Un tema molto sentito anche in Toscana, dove a seguito dell’alluvione dello scorso 2 novembre – che ha provocato danni per 2 miliardi di euro – dal Governo Meloni sono arrivati appena 30 mln di euro per gli interventi di somma urgenza.