Lo sviluppo sostenibile e lo Stato di diritto sono inscindibili

A Kyoto il congresso Onu su prevenzione del crimine e giustizia al tempo del Covid-19

[8 Marzo 2021]

Ieri, durante la prima giornata del 14esimo United Nations Congress on Crime Prevention and Criminal Justice, che si svolgerà virtualmente fino al 12 marzo, ospitato a  Kyoto, l’ex capitale imperiale del Giappone, i Paesi partecipanti hanno adottato una dichiarazione cin la quale si impegnano a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) promuovendo nel contempo lo Stato di diritto. Organizzato con il supporto dell’United Nations  Office on Drugs and Crime (Unodoc), il Congresso di Kyoto è il più grande meeting al mondo di governi, organizzazioni internazionali e regionali, società civile, esperti e accademici incentrato  sulla prevenzione della criminalità e sulla giustizia penale.

Diversi rappresentanti delle Nazioni Unite, a cominciare dal segretario generale  António Guterres, hanno chiesto una rinnovata cooperazione globale contro la criminalità, sia per rispettare gli impegni degli SDG che per riprendersi dalla pandemia di Covid-19.

Aprendo il congresso in collegamento dalla sede Onu a New York, Guterres ha sottolineato che «La prevenzione del crimine, la giustizia penale e lo stato di diritto hanno un ruolo chiave nel rinnovare il contratto sociale tra gli Stati e le loro popolazioni. Ci troviamo di fronte a scelte profonde. La ripresa dalla pandemia di Covid-19 rappresenta un’opportunità per affrontare le gravi ingiustizie e disuguaglianze che hanno afflitto le società per generazioni». E il premier liberaldemocratico del Giappone, Yoshihide Suga, ha aggiunto che «Una società “sicura” è una precondizione per qualsiasi ripresa sociale ed economica».

Suga ha confermato l’attaccamento del Giappone al multilateralismo e la determinazione del suo Paese Dimostrare una forte leadership nella costruzione di un ordine internazionale post Covid. La comunità internazionale deve lavorare insieme per rafforzare gli sforzi di prevenzione della criminalità e garantire un sistema di giustizia penale pienamente funzionante anche nel mezzo della crisi del Covid-19».

Nella dichiarazione congiunta, gli Stati partecipanti al Congresso hanno sottolineato la loro ferma convinzione che «Lo sviluppo sostenibile e lo Stato di diritto sono interdipendenti e si rafforzano a vicenda» e hanno ricordato che «La criminalità costituisce un ostacolo allo sviluppo sostenibile e che la realizzazione di quest’ultimo è un fattore per aiutare gli Stati a prevenire e combattere la criminalità in modo efficace».

Nella Dichiarazione di Kyoto, i governi hanno concordato misure concrete per promuovere la prevenzione della criminalità, la giustizia penale, lo Stato di diritto e la cooperazione internazionale.

Il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Volkan Bozkir, ha evidenziato che «Non bisogna commettere errori al riguardo. Se non agiremo in base allo stato di diritto, alla prevenzione del crimine e alla giustizia penale, non raggiungeremo gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il percorso verso il 2030 è già più difficile in quanto il mondo deve affrontare le conseguenze socio-economiche della pandemia di Covid-19. Non possiamo permettere che la criminalità ci faccia deragliare ulteriormente. In questo decennio di azione, dobbiamo migliorare la governance, rafforzare lo Stato di diritto e promuovere istituzioni per la giustizia penale efficaci e responsabili».

Un punto di vista condiviso da Munir Akram, Presidente dell’Economic and Social Council dell’Onu(ECOSOC) che ha ricordato ­ «La singolarità del 16esimo Obiettivo di sviluppo sostenibile che mira proprio a lavorare per la pace, per la giustizia e le istituzioni efficaci. L’SDG 16 è fondamentale per raggiungere tutti gli SDG. Non ci può essere sviluppo sostenibile senza giustizia, stato di diritto e prevenzione e controllo della criminalità. C’è un motivo convincente per un’azione internazionale rafforzata per combattere e smantellare le reti e le piattaforme che perpetrano questi crimini e minano i progressi verso l’Agenda 2030. Spero che il Congresso di Kyoto dia la priorità ad alcune questioni chiave: l’emorragia delle risorse dei Paesi in via di sviluppo attraverso flussi finanziari illeciti; crimini ambientali e commercio illegale in continua crescita di fauna selvatica; modifiche alle leggi sul lavoro e sull’immigrazione per ridurre la domanda di servizi ai trafficanti di esseri umani; un’azione efficace contro i prodotti medici falsificati e falsi, come i vaccini per il Covid-19».

La direttrice esecutiva dell’Unodoc, Ghada Fathi Waly, ha apprezzato «Gli sforzi dei partecipanti al Congresso per “scrivere il prossimo capitolo della cooperazione globale per il progresso della prevenzione del crimine e della giustizia penale, verso società più pacifiche e inclusive. Mentre il nostro mondo soffre per questa crisi prolungata, siamo uniti nell’urgenza di proteggere le persone e non lasciare indietro nessuno. Siamo in corsa contro il tempo, poiché la criminalità organizzata non ha risparmiato sforzi per trarre profitto dalla crisi, dalla vendita di vaccini falsificati, allo sfruttamento di coloro che hanno perso i loro mezzi di sussistenza e l’appropriazione indebita dei fondi di stimolo. La pandemia è stata un catalizzatore per intensificare gli sforzi nella prevenzione della criminalità e rafforzare lo Stato di diritto. Poiché il nostro mondo soffre di questa crisi protratta, siamo uniti nell’urgenza di proteggere le persone e di non lasciare indietro nessuno».

Guterres ha avvertito che «Oggi, il disagio causato dalla crisi del Covid-19 offre ai criminali nuove opportunità per sfruttare le persone emarginate e a rischio». Peccato che tra gli Stati che hanno firmato la dichiarazione di Kyoto ce ne siano molti dove lo Stato di diritto è qualcosa di molto lontano da quel che è scritto nella stessa dichiarazione e dove i diritti delle minoranze e dell’opposizione politica vengono conculcati. Per non parlare di quelli dove il potere è di fatto in mano a cricche familistiche e settarie che niente hanno da invidiare, per metodi e prassi, alla criminalità organizzata.