Disinformazione: l’Unesco chiede la regolamentazione delle piattaforme digitali

La Premio Nobel Maria Ressa: «Le bugie si diffondono più velocemente della verità»

[24 Febbraio 2023]

Aprendo la Conferenza mondiale Internet for Trust  che si è conclusa ieri a Parigi, la direttrice generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay, ha detto che «La protezione della libertà di parola è fondamentale. Questa include la lotta alla mis/disinformazione e ai discorsi di odio online. Non possiamo consentire che internet si riempia di contenuti tossici. Abbiamo bisogno di un internet affidabile. L’offuscamento dei confini tra vero e falso, la negazione altamente organizzata dei fatti scientifici, l’amplificazione della disinformazione e delle cospirazioni: tutto questo non ha avuto origine sui social network, ma in assenza di regolamentazione, lì prosperano molto meglio della verità. Solo prendendo pienamente la misura di questa rivoluzione tecnologica possiamo garantire che non sacrifichi i diritti umani, la libertà di espressione e la democrazia. Perché l’informazione rimanga un bene comune, dobbiamo riflettere e agire ora, insieme»,

Al summit UNESCO (22-23 febbraio) hanno partecipato 4.300 tra rappresentanti di governi, enti regolatori, imprese digitali, giornalisti, accademici e società civile.

Maria Ressa, giornalista filippina, premio Nobel per la pace 2021 e premio UNESCO Guillermo Cano per la libertà di stampa, che è stata in carcere per due anni nelle Filippine e a lungo vittima di hate speech on line per minare la sua credibilità, ha ricordato che «Le bugie si diffondono più velocemente della verità. Per qualche ragione, i fatti sono davvero noiosi. Le menzogne – specialmente se intrise di paura, rabbia, odio, tribalismo – noi contro di loro. Si diffondono. E’ come gettare un fiammifero acceso nel fuoco. Se continuiamo a tollerare gli algoritmi dei social media che premiano le bugie, le generazioni future erediteranno un mondo in cui la verità sarà stata pericolosamente svalutata. Senza fatti non puoi avere verità, senza verità non puoi avere fiducia e non avremo una realtà condivisa». La Ressa ha poi presentato gli ultimi dati dell’Internet Governance Forum-IGF che dimostrano che «Il 60% delle giornaliste donne è vittima di violenza online. Hate speech e fake news possono divenire armi di intimidazione, ponendo a rischio la democrazia, i diritti umani e il diritto a una informazione corretta».

Nel suo messaggio alla Conferenza, il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha ricordato i violenti attacchi alle istituzioni democratiche in Brasile dll’8 gennaio: «Quello che è successo quel giorno è stato il culmine di una campagna, iniziata molto prima, e che ha usato bugie e disinformazione come munizioni. In larga misura, questa campagna è stata alimentata, organizzata e diffusa attraverso piattaforme digitali e app di messaggistica. Questo è lo stesso metodo utilizzato per generare atti di violenza in altre parti del mondo. Deve finire».

La Azoulay  ha sottolineato che almeno 55 paesi stanno lavorando a normative per regolamentare i social network online, ma ha avvertito che che questo non può essere fatto senza un approccio coerente e globale, basato sui diritti umani: «Se queste iniziative normative vengono sviluppate isolatamente, con ogni paese che lavora nel proprio angolo, sono destinate a fallire. L’interruzione delle informazioni è per definizione un problema globale, quindi le nostre riflessioni devono avvenire su scala globale».

La premier dell’Islanda, Katrin Jakobsdottir, è d’accordo: «Le discussioni, come quelle che stiamo avendo ora a Parigi, sono immensamente importanti. E’ importante trovare una serie comune di linee guida su come regolamentare questo spazio digitale. La tecnologia non può essere utilizzata in modo improprio per sopprimere le persone, per sorvegliare o molestare o per chiudere Internet».

Felipe Neto, influencer brasiliano  di YouTube, ha evidenziato che «Ovviamente non vogliamo chiudere le piattaforme, non vogliamo combatterle. Riguarda la responsabilità, fermare l’impunità, portarli al tavolo e dire “devi essere ritenuto responsabile degli errori che hai fatto e che farai”».

In conclusione della conferenza, è stato presentato il documento “Guidelines for regulating digital platforms: a multistakeholder approach to safeguarding freedom of expression and access to information”,  frutto di un intenso lavoro di consultazioni multilaterali iniziate nel settembre 2022, per la sicurezza delle piattaforme digitali di informazione, che per l’UNESCO sono un «Bene pubblico».

Le linee guida per piattaforme digitali democratiche, nel rispetto dei diritti umani, vogliono essere «Un supporto normativo per quanti, governi, sistemi regolatori e aziende, si trovino a trattare questa complessa e delicata materia: affrontando adeguatamente contenuti che potenzialmente possano danneggiare i diritti umani e la democrazia ma proteggendo al contempo libertà di espressione e informazioni accurate e affidabili».

La direttrice generale ha concluso esortando tutti i Paesi a  «Unirsi agli sforzi dell’UNESCO per trasformare internet in uno strumento che sia veramente al servizio del pubblico e che contribuisca a garantire il diritto alla libertà di espressione; un diritto che include il diritto di chiedere e ricevere informazioni».