Anpi insieme a numerose associazioni del territorio promuove un incontro pubblico il 21/4

A Sinalunga la Resistenza unisce partigiani e ambientalisti

Beligni: «Memoria, lotte sociali e tutela dell’ambiente sono valori universali con un legame molto forte tra loro»

[17 Aprile 2024]

Ribaltare i rapporti di forza in difesa del lavoro, dell’ambiente e contro la crisi climatica: la convergenza tra la lotta operaia del collettivo di fabbrica Gkn Firenze, ambientalisti, studenti e associazioni locali di volontariato troverà a un punto d’incontro a Sinalunga (SI) domenica 21 aprile alle 17.

All’Auser Arcobaleno di via Nello Boscagli 21 si alzerà il sipario sull’appuntamento Nuove forme di resistenza: essere partigiani oggi per la giustizia sociale e ambientale, organizzato dal circolo Anpi di Sinalunga con la partecipazione di collettivo Gkn, Fridays for future, Walk and clean, Cgil, con la moderazione dell’economista e agronomo Sandro Angiolini. Ne abbiamo parlato con Manlio Beligni, membro dell’Anpi e presidente dell’associazione ecologista Walk and clean.

La vulgata spesso contrappone lavoro e ambiente, mentre Sinalunga si propone di tenere insieme antifascismo, ambientalismo e diritti dei lavoratori: qual è il filo conduttore?

«Possono sembrare temi molto distanti tra loro, ma in realtà tutti sono legati insieme dal concetto della Resistenza, che non appartiene solo alla sfera della memoria: per portare avanti la transizione ecologica e i diritti dei lavoratori c’è bisogno di resistere di fronte al modello socioeconomico ancora dominante, promuovendo la diffusione di valori universali.

Da una parte la memoria della Resistenza contro il nazifascismo, per capire da dove nascono la nostra cultura e la nostra storia; dall’altra l’ambientalismo, per difendere e tutelare le risorse naturali che abbiamo ereditato e che dobbiamo conservare per le nuove generazioni. Entrambi i temi s’intrecciano con le lotte sociale rappresentate dal collettivo Gkn, col quale i lavoratori portano avanti una battaglia non solo per il proprio lavoro, avendo messo in piedi un progetto culturale che riporta la fabbrica al centro di tantissime lotte sociali in sinergia con l’ambiente».

La stessa transizione ecologica rappresenta un progetto collettivo, che in quanto tale non può essere governato solo dal basso, ma la mobilitazione di cittadini e società civile resta indispensabile.

«Non è possibile convincere i cittadini a cambiare modello di sviluppo se non si sentono coinvolti in prima persona, dunque insieme a leggi e regolamenti occorre portare avanti forme di resistenza sui territori, che facciano rumore e arrivino a sensibilizzare le istituzioni».

È in questo contesto che si muove l’attività dell’associazione Walk and clean, che presiede?

«Assolutamente sì, così come stanno facendo anche tantissime altre associazioni. La nostra attività nasce nel 2021, anche se ufficialmente ci siamo costituiti in associazione dal 30 dicembre 2023. Si tratta di un’esperienza nata da appena due, tre persone che hanno cominciato a raccogliere i rifiuti abbandonati lungo strada per contribuire a tenere puliti gli spazi collettivi; attraverso i social network quest’attività è stata condivisa con altre persone e abbiamo iniziato a unire le forze.

Oggi Walk and clean conta circa 40 iscritti e oltre 240 volontari: la nostra attività spazia dalla raccolta rifiuti, alla piantumazione, ai corsi di cucina macrobiotica, alle lezioni di ambientalismo ai ragazzi, alla realizzazione di opere d’arte con materiale di riuso.

Assieme ad altre associazioni attive lungo lo Stivale abbiamo creato il Giro d’Italia di plogging, che è arrivato alla quinta edizione. Siamo tantissimi e lo saremo sempre di più: il cambiamento si porta avanti con l’esempio, più che con le parole».

A proposito di buoni esempi, il territorio senese è la prima e finora unica area vasta d’Europa ad essere certificata a emissioni nette zero: una realtà molto virtuosa contro la crisi climatica in corso. Ritiene che tra i cittadini sia diffusa la consapevolezza dei buoni risultati già raggiunti a livello locale, così da motivare ulteriori azioni di resistenza?

«Ho l’impressione che questa realtà sia ancora poco percepita e conosciuta dalla maggioranza dei cittadini. C’è la necessità di far toccare con mano, angolo per angolo di ogni nostra frazione, cosa significa la transizione verso la sostenibilità. Oggi spesso si pensa che siano solo i social a veicolare queste informazioni, quando in realtà quel che serve è il coinvolgimento diretto dei cittadini».

L’appuntamento del 21 aprile s’inserisce in quest’ottica. Come si partecipa?

«Si partecipa semplicemente presenziando, non serve registrarsi all’evento e – per scelta – si svolgerà solamente in presenza, senza dirette sui canali social. Riteniamo importante questo modo di comunicare: l’impegno civile portato avanti dal proprio divano, dove tutti si sentono legittimati a giudicare e criticare senza però attivarsi in prima persona, spicca tra gli elementi negativi del nostro tempo. Dobbiamo riappropriarci della partecipazione diretta, coinvolgendo le persone».